TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni

 

Nell' anno 1992, sono state rese pubbliche le seguenti Tabelle, che sottopongo alla cortese attenzione dei nostri lettori:

REALE DISPONIBILITA’D’ ACQUA PER ABITANTE NEI CONTINENTI ( ESPRESSA IN MILIARDI DI METRI CUBI, CON RIFERIMENTO AGLI ANNI 1950 – 1980)

 

PREVISIONE NELLA DISPONIBILITA’ D’ ACQUA PER ABITANTE NEI  CONTINENTI (ESPRESSA IN MILIARDI DI METRI CUBI, CON RIFERIMENTO ALL’ ANNO 2000)

Fonti: N.B. AYIBOTELE – THE WORLD WATER: ASSESSING  THE RESOURCE. DOCUMENTO DI BASE  ICWE – DUBLINO.

 

I dati riferiti in queste Tabelle presentano tre difetti fondamentali:

-        Sono superati nel tempo;

-        Sono reali soltanto in parte, mentre, per l’altra parte, sono previsionali;

-        Non fanno cenno al Continente Australiano, ove, al contrario, il fenomeno siccità si è particolarmente evidenziato ed accentuato in questi ultimi sei anni.

Ma, aldilà di questi oggettivi limiti e difetti, questi Dati hanno il grande merito di aver evidenziato che la Disponibilità di acqua, nei diversi Continenti, si è gravemente e progressivamente ridotta, con le conseguenze nefaste, che noi tutti, oggi, possiamo facilmente osservare o intuire.

Cito, in proposito, un sintetico, ma chiarissimo commento di Anita Coduri (comparso recentemente, sul settimanale” Specchio”), che conferma, nella sostanza, i dati sopra riportati:

“Il rubinetto sgocciola sempre più lentamente, come un orologio che segna il tempo, non più rinviabile, di UNA PRESA DI COSCIENZA. 

In mezzo secolo, la disponibilità d’ acqua dolce per ogni abitante della Terra si è più che dimezzata: da 16.800 metri cubi all’ anno a 7.300.

Nei prossimi vent’ anni ne perderemo un altro terzo.

Aggiungo  che, oltre tutto, si tratta di una disponibilità molto teorica; infatti, le MEDIE, che si fanno statisticamente, all’ interno dei singoli Continenti, sono simili ai polli di Trilussa; vengono ricavate, cioè, rapportando i valori di Regioni ricche di sorgenti e fiumi e, per di più, poco abitate con i valori di altre Regioni aride e sovrappopolate; di conseguenza, i dati medi, che scaturiscono dal rapporto, rischiano di non essere attendibili, perché non rispettosi delle situazioni locali realmente esistenti.

Riporto, in tal senso, un illuminante esempio: facendo riferimento alla situazione del Continente Nord-Americano, come è possibile accostare la situazione della Città Soleil (luogo disumano, ove sono ammucchiati i più poveri tra i poveri di Haiti e, cioè, di un Paese, dove l’ 80% della popolazione vive con meno di due dollari al giorno ed ha accesso ad una razione d’ acqua potabile tre volte inferiore al minimo indicato dall’ Organizzazione Mondiale della  Sanità) con la situazione di altre Nazioni del Centro e del Nord America , ove si arriva a consumi idrici oscillanti da 300 a 800 litri giornalieri pro-capite?

Tuttavia, se vogliamo fare, comunque, ricorso A DATI COMPLESSIVI, al fine di meglio rappresentare le CONSEGUENZE DERIVANTI A LIVELLO PLANETARIO A CAUSA DELLA RIDOTTA DISPONIBILITA’ IDRICA, possiamo sottolineare quanto segue:

-        50 LITRI AL GIORNO PER OGNI INDIVIDUO è la quantità minima  vitale; al di sotto di questo limite, l’ Organizzazione Mondiale della Sanità parla di SOFFERENZA UMANA PER CARENZA IDRICA;

-        1,4 miliardi di persone (rappresentanti il 40% della popolazione mondiale) si trova in STATO DI PENURIA D’ACQUA, con, mediamente, meno di 2,7 LITRI  AL GIORNO PER OGNI INDIVIDUO;

-        La grande maggioranza di queste Persone non ha soltanto SETE, ma soffre, anche, di FAME, perché, come ha mirabilmente evidenziato Jacques Diouf  (Direttore Generale della FAO) “ L’ ACQUA E’ MILLE VOLTE PIU’ NECESSARIA PER NUTRIRE L’ UMANITA’, CHE PER DISSETARLA”;

-        Ogni anno, (secondo l’ultimo rapporto predisposto dal WORLD WATER COUNCIL) muoiono otto milioni di Persone (la metà di esse: bambini con età inferiore ai cinque anni) a causa della mancanza d’acqua potabile e la conseguente diffusione di malattie infettive (in particolare: colera e salmonellosi);

-        Secondo stime, nel 2020, 3 Miliardi di Persone saranno costrette praticamente a VIVERE SENZA ACQUA.

Sono cifre agghiaccianti, per la loro crudeltà; numeri che dovrebbero toccare le corde più sensibili della nostra anima.

Di conseguenza, ritengo che affrontare questo immenso problema, a livello planetario, sia un PRECISO DOVERE ETICO DI OGNI STATO E DI OGNI INDIVIDUO.

Ma, non è possibile porre alcun rimedio se, a monte, non si ha una profonda conoscenza  delle CAUSE, che sono all’origine di questo Dramma Universale.

·    Alcune di queste Cause sono, per così dire, NATURALI; discendono, cioè, da una innata carenza idrica di base; tutti sappiamo che, nel nostro Pianeta, molte aree sono originariamente desertiche e che altre sono diventate desertificate per errate  metodologie di trattamento dei suoli. Va ricordato, inoltre, che in  molte zone del Sud del Mondo (ad esempio: il Centrafrica), esistono impianti idrici rudimentali ed inadeguati o, addirittura, non più funzionanti; non a caso, stanno sorgendo lodevoli iniziative in Italia (ivi compresa, la nostra Savona) al fine di attuare, anche in collaborazione con organismi locali, la sostituzione e la manutenzione di impianti esistenti, ma inattivi, attraverso l’ avvio di Centri di produzione di idropompe, direttamente nei Paesi interessati al problema.

·    In secondo luogo, occorre evidenziare che la CRESCITA DELLA POPOLAZIONE, soprattutto nei Continenti sottosviluppati, determina una tendenza crescente ai consumi idrici, anche perché la popolazione tende a concentrarsi, sempre di più, in gigantesche megalopoli. Gli studi sociologici e statistici più recenti hanno dimostrato, in proposito, che la crescita della popolazione urbana  comporta la crescita più che proporzionale dei consumi d’ acqua e, quindi, una più accentuata necessità di convogliare ingenti quantità idriche in aree ben determinate e, non sempre, armoniche con l’ ambiente naturale.

·    A questi due fattori (legati, fondamentalmente, ad una inedita e deleteria concezione dei rapporti dell’Uomo con il Territorio) si aggiungono i FATTORI ANTROPICI, veri e propri, connessi, cioè, alle modalità di produzione e di consumo di molte popolazioni, in ispecie di quelle  residenti nel  Nord del Pianeta. Già ho avuto modo di sottolineare che l’ attuale  concezione di Sviluppo Produttivo conduce, inevitabilmente, al cosiddetto  EFFETTO SERRA, con conseguente innalzamento della temperatura della superficie terrestre; nella Terza Parte di questa pubblicazione, ho evidenziato che i cambiamenti climatici (che, ormai annualmente, constatiamo) sono destinati a condurre ad una DIMINUZIONE DELLE PIOGGE (13 %, in meno, negli ultimi 50 anni, nella sola Italia) e conseguente RIDUZIONE DELLA PORTATA IDRICA DELLE SORGENTI, DELLE FALDE ACQUIFERE SOTTERRANEE, DEI RUSCELLI, DEI TORRENTI, DEI FIUMI E DEI LAGHI. Il risultato finale di questa autolesionistica operazione è presto detto:

“Di fronte ad una CRESCENTE RICHIESTA UNIVERSALE di quel Bene Fondamentale che è l’ ACQUA, l’ essere umano, attraverso il suo insensato agire, ha risposto con una RIDUZIONE DELLE RISORSE IDRICHE.”

·      Ma, i misfatti non si arrestano a questo punto; dovrei ritornare a parlare degli errati metodi di captazione, di canalizzazione e di gestione del Bene Acqua, degli innumerevoli usi inadeguati e degli sprechi che, quotidianamente, si fanno nei diversi settori delle attività umane (agricole, industriali e domestiche) ed, infine, delle insufficienti ed inadeguate metodologie di depurazione delle acque di scarico, le quali ben raramente  vengono riciclate, ma, al contrario, continuano ad essere considerate un Ingombro, un Rifiuto e non già una Preziosa Risorsa per l’ avvenire dell’ umanità. Ma,  non voglio essere ripetitivo e non voglio tediare oltre gli affezionati amici di “Trucioli Savonesi”.

·       Rimane da prendere in esame soltanto l’ ULTIMA CAUSA DELL’ ATTUALE DRAMMA IDRICO, vale a dire quello dell’avanzante e progressiva PRIVATIZZAZIONE DELL’ ACQUA, considerata, da alcuni, non già un BENE UNIVERSALE, bensì una MERCE, sottoposta alla quotidiana LEGGE DEL PROFITTO. Ritornerò su questo decisivo argomento  nella prossima puntata di questa pubblicazione, allorquando, cioè, verrò a trattare la situazione italiana nel settore. Mi limito nel frattempo, a riportare, ancora una volta, l’illuminante giudizio, espresso, al riguardo, da Roberto Della Seta, Presidente di Legambiente:

 “La privatizzazione incontrollata delle reti idriche, non ha niente a che fare con una migliore gestione, ma porterà, di fatto, ad un nuovo, terribile divario  tra ricchi e poveri, perché solo chi potrà pagare avrà la possibilità di usufruire del Servizio.

Dire  che l’ acqua è un bene di tutti  potrebbe ingenerare l’ equivoco che l’ acqua è un bene gratuito, mentre, invece, è un bene economico.

Un grande valore d’uso, da tutelare e amministrare oculatamente nell’ interesse di tutti”.

Nasce da questo ineccepibile giudizio, la necessità, per l’ Essere Umano di oggi e del futuro, di ripristinare un CORRETTO RAPPORTO TRA UOMO E NATURA, finalizzato ad eliminare le cause dell’attuale dissesto e, quindi, a risolvere, attraverso corrette ed eque tecnologie, il problema del DRAMMA  ACQUA NEL MONDO.

Ricordiamoci, in proposito, in armonia con il Pensiero di Hans Jonas, che:

“Dall’ euforia del sogno faustiano della modernità, l’ umanità si è risvegliata in un mondo freddo e insidioso, nel quale non è più la Musa Natura, ma il Potere, conseguito per dominarla, a minacciare l’ Individuo e la Specie.

In questa condizione, in cui l’Uomo è diventato per la Natura più pericoloso di quanto, un tempo, la Natura  lo fosse per Lui, la Tecnologia cessa di essere una sfera neutrale dell’ agire umano e diventa, in modo ineludibile, oggetto dell’ Etica.” 

20 Settembre  2007                                                       Aldo Pastore