MARGHERITA  LA STAMPA
Gli assessori
Lirosi e Tuvè
sono in forse
fra Dini e pd
 
  Gran bagarre nella Margherita e nei ds in vista della nascita del nuovo Partito democratico. Gli enti locali in cui i due partiti sono al governo, da mesi sono in fibrillazione. Il sindaco di Savona Berruti e quello di Vado Giacobbe continuano a subire gli «assalti» dei consiglieri della Margherita. Tutto questo mentre sul Pd incombe l’«imbuto» della compilazione delle liste per le primarie del 14 ottobre. Sabato le liste in un modo o nell’altro dovranno essere chiuse ma trovare la quadratura si sta rivelando più arduo del previsto. Non a caso a livello nazionale si è verificata la clamorosa rottura promossa da Lamberto Dini che sta provocando effetti a cascata a livello regionale e locale.
Rosario Monteleone ha annunciato che non entrerà a far parte del Pd mettendo nel dilemma proprio i due assessori della Margherita che si trovano nella giunta del sindaco Berruti. Infatti Rosario Tuvè e Franco Lirosi fanno parte della componente formata da Giovanni Palladini e Rosario Monteleone. Questa sera a Genova è prevista una riunione in cui si deciderà chi entrerà nel pd e chi no. Una scelta compiuta già da tempo dal vicepresidente di Savona Piero Biamino che figura invece a tutti gli effetti fra i «Veltroniani». Anzi, proprio la collocazione degli uomini della Margherita sta creando problemi ai ds che sinora si erano spartiti i posti in lista senza fare i conti con i futuri compagni di partito nel pd.
Monteleone
non aderisce
al nuovo Pd
e va con Dini

Aveva già detto «no» al Partito eemocratico («È frutto di accordi tra due blocchi di potere ed è privo di contenuti») e adesso si è schierato con la nuova formazione di taglio liberaldemocratico, creata in campo nazionale da Lamberto Dini, ex presidente del Consiglio dei ministri.
Rosario Monteleone, segretario uscente della Margherita in Liguria e vicepresidente del Consiglio regionale, consuma lo strappo dal nascente gruppo politico, e con il suo manipolo di fedelissimi, consiglieri e assessori distribuiti sul territorio nei vari enti pubblici, perplessi se non addirittura scontenti del nuovo soggetto, il Pd, va ad allearsi con l’ex premier.
Inutile ogni tentativo, compiuto in extremis per convincerlo da parte di Mario Tullo, il candidato dei Ds alla segreteria ligure del futuro partito: Monteleone ha resistito alle blandizie ed anzi è volato a Roma, dove è comparso al fianco di Dini durante la conferenza stampa indetta per formalizzare il rifiuto ad aderire al Pd.
Al rientro dalla capitale, Monteleone ha ribadito che la sua «è una scelta politica, non un personalismo o una rivendicazione: non mi riconosco in un partito che sta per venire alla luce privo di identità politica e culturale». Lui e tutti i suoi uomini, tuttavia, rimarranno all’interno del centrosinistra e continueranno a far parte delle maggioranze e delle giunte in cui si trovano, a cominciare da quella del Comune di Genova.\