20 settembre!
 
                                     di Sergio Giuliani       versione stampabile

      Soleva Roma che il buon mondo feo

    duo soli aver, che l’una e l’altra faccia

    facean vedere, e del mondo e di Deo.”   

                                 Dante Alighieri

 

 A me, diversamente che a Berlusconi (e menomale) che giudica le donne dalla maglietta bagnata, Rosy Bindi piace. Ricordo la sua lotta, Ministro della sanità, contro gli esagerati vantaggi dei medici “arrivati” a dispetto della pur valente “truppa” sanitaria senza santi in paradiso e costretta a segnare il passo.

Il suo articolo di fede poco mi interessa, se non che….

Intervistata dal sagace giornalista Antonello Piroso (la 7 è uno dei pochi lussi televisivi che ancora mi consento) alla domanda: ma lei nel prendere decisioni politiche ascolta l’imperativo religioso o il risultato di una aperta presa d’atto del problema? Se l’è cavata con qualcosa come che contrasti non ce ne debbono essere perché sono comuni ed unidiretti i fini.

Eh no! Il pensiero laico, quello per cui siamo diversi dai “crociati” e dai fondamentalisti, gloria tutta nostra, europea e contraddittoriamente (la pena di morte, i discrimini razziali) esportato negli Usa è sotto attacco, e neppure tanto celato, se l’attuale Papa non perde occasione per bordate autoritarie quotidiane contro ciò che potrebbe definirsi, con bella sintesi dei nostri avi, il “libero pensiero”.

Chiaramente ognuno si regola, nei confronti di Dio, come coscienza gli detta e tutte, dico tutte, le religioni, se non cannibalizzano gli avversari più inventati che reali, hanno diritto al rispetto.

Quel bravo, incuriosito ricercatore di esperienze umane ad occhi sgombri che è Giuseppe Conte e che ne fa la base dei suoi interessanti romanzi, riferendo ai miei alunni dei suoi “viaggi” tra fedi orientali e centroamericane, alla domanda quale credesse, rispose:”Sono interessato a tutte e tutte le ammiro, ma non ne ho assunta nessuna a mia guida, finora.”

Risposta laica che più non si può. Laica è la tolleranza (intesa come rigoroso rispetto di regole e non come fumoso e vile, struzzesco surrogato di affrettati “perdoni”), laica l’idea che lo scambio di idee arricchisce tutte le parti in campo, laica è la parola dialogo, nel senso etimologico di “attraversare, usare, quindi, un ragionamento per procedere oltre. E il dialogo è tutto nostro, laico. Come può dialogare chi è convinto che la sua fede sia unica e risolutrice e che tutti gli altri punti di vista siano errori? Una simile visione obbliga non al ragionamento che sa ascoltare ed imparare, ma alla “propaganda”.

“Libera Chiesa in libero Stato” diceva Cavour. Ma ci vollero le fucilate di porta Pia, più di un secolo e mezzo fa, per imporre i sacrosanti diritti dello Stato italiano che seppe scrupolosamente rispettare beni e persone ecclesiastiche. In risposta, il non expedit del Papa impedì (e quanto sarebbe stata necessaria!) la collaborazione dei cattolici intendenti di cose di stato, imprescindibili nella fase della nascita e le scomuniche finirono soltanto all’apparire dello spettro del socialismo. Allora e solo allora si fece lega comune tra cattolici e liberali.

Oggi, il laico che non grida in piazza, ma pratica l’esercizio della riflessione, il laico che non si rivolge a scorie d’utopie oggi irrealistiche, il laico che,a mente il più possibile aperta, fra continui e sguaiati fragori d’orchestra, cerca di capire e di realizzare le difficoltà dei problemi sociali, è un isolato che ha poco o punto peso.

E’ pur vero che le radici d’Europa hanno fatto i conti col cristianesimo, ma perché bisogna citarle nella Costituzione? E tutti gli altri contributi? L’Europa l’hanno costruita, coi loro studi, Bruno, Campanella, Galileo (credenti eccome; ma, innanzi tutto, valgono le risultanze di scienza!) o i cardinali del Santo Uffizio?

Perché molti insegnanti “precari” (pochi, pochissimi i “fannulloni! Molti gli stressati!) segnano il passo ed “insegnanti” di religione con nomine vescovili stanno trionfando in ruolo?

Perché non si dà la dovuta risonanza a fondi pubblici pervenuti alle scuola privata (e non sono pochi!) in barba al “senza oneri per lo stato?

Perché d’oltretevere Papa e cardinali sbarcano di continuo nell’agone politico italiano? A loro dobbiamo l’ingloriosa resa della stato davanti al progetto “Dico”, che avviava almeno (insoddisfacentemente, forse) a soluzione un problema di piena visibilità in tutto il mondo?

Perché l’insistere, a scomunica, sul caso Welby, un uomo che ha voluto smettere di soffrire indicibilmente e senza prospettiva se non di peggioramento?

Perché tornare al blabla sull’aborto (chi non lo vuole non lo pratica, ovvio! Ed è bene che sia così! Ma lo si rende possibile solo in situazioni insostenibili e non certo per motivi ludici)?

Perché ostacolare l’iter del testamento Veronesi che sgombra l’animo di ogni uomo, in quanto sottoposto a malattia ed a morte,dalla minaccia di sofferenze inutili per lui e per chi lo accudisce e gli consente di riscattare come valore il proprio decoro?

C’è un progetto, assai ben delineato e insufflato, per diffondere e coltivare la ”paura”, che non è del laico, per far raccogliere, ansiosamente,l’umanità all’ovile e guai per chi sta fuori. Potrà anche apparire un discorso di “carità”, ma è, in uno stato per definizione laico, una diffusa e schiacciante depressione.

Onorevole Rosy Bindi, in Parlamento sia fatta la volontà del popolo sovrano e della Costituzione. Qualora un diktat la richiami all’ordine, si scelga: o parlamentare o devota. In tutti e due i casi avrà il mio rispetto: non nella commistione: le sarò nemico.

                                                                                                             Sergio Giuliani