LA VERGOGNA DEI FARMACI
"Chiedo aiuto a tutti"
Alla Direzione de La Stampa e a Trucioli Savonesi
Leggo nell’articolo,in prima pagina,di Franco Bruni(La Stampa di mercoledì 9 settembre): “TAGLI E TASSE IL MOMENTO DI RISCHIARE”,a pag.35:"Innanzi tutto cominciare davvero da subito a tagliare la spesa (…)Si tratta solo di cominciare da qualche parte (…)Non faccio esempi perché c’è solo l’imbarazzo della scelta, come mostra proprio il “libro verde” di Padoa Schioppa".
Non sapevo che TPS ne avesse scritto un “libro” di quegli esempi.
Io,già da due anni, nel mio piccolo, ne avevo rilevato uno di evidenza sconcertante, di soluzione tecnicamente semplice e priva di conseguenze sociali (licenziamenti, “mobilità”, ecc.):il costo dei medicinali dispensati dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN). (Attenzione! non i medicinali da banco per i quali tanto si è adoperato il Ministro Bersani, ma che hanno incidenza insignificante rispetto agli altri e –guarda caso- ininfluente sulla spesa pubblica).
La “scoperta” la feci durante un viaggio in Spagna dove, molto semplicemente, mi procurai il prezzo degli stessi identici farmaci che mi procura il SSN e che, in Europa, hanno certamente lo stesso costo di produzione.
Allego, per controllo, l’elenco con nomi e prezzi, dal quale si può rilevare che per me lo Stato italiano spende ben 3000 (tremila) euro in più rispetto alla Spagna.
Io sono un comune ultraottantenne, con comunissimi problemi di cuore e di prostata, che godo persino di buona qualità di vita grazie al SSN del quale non mi posso proprio lamentare. Quanti saranno i miei coetanei (che continuano -purtroppo per le casse dello Stato- ad aumentare) e quelli che, mediamente, hanno le stesse necessità farmaceutiche? Buttiamo lì una cifra: un milione, saltano fuori tre miliardi. Quante polemiche nei media per molto meno! Il bello è che lo stesso calcolo che ho fatto io lo potrebbe fare chiunque ne avesse voglia e possibilità, perché i dati ci sono in Regione e al Ministero. Credo che il risultato sarebbe ben maggiore.
Quando ho provato a scriverne intorno la risposta è stata più o meno:”Lasci perdere, son cose delicate, inopportune, utopistiche, pericolose”.
Ora,finalmente, sembra che qualcosa possa cambiare, con l’unica via d’uscita possibile: una sensibilizzazione massiccia ed univoca dell’opinione pubblica che possa dare (con il voto) il coraggio e la possibilità alla parte virtuosa (?) della politica, non importa se di destra o di sinistra, di intervenire. Oggi con il vostro articolo; ieri, sul “Corriere” con quello (nella stessa collocazione) di Salvati; ancora sul “Corriere” il 7 agosto Panebianco. Persino Feltri, su “Libero”, il 27 maggio, ricalcare, sia pure dalla sua “fazione” (che non è la mia) i temi della “Casta”: per non parlare di Travaglio e molti altri. Ma tutto sulla stampa scritta, che ha un’influenza molto relativa. Ci vorrebbe la televisione. Ma lì la “Casta” fa buona guardia. Non ci resta che sperare