FAI, disfa e rifai: neppure la tela di Penelope è stata così
sofferta. A scardinare il giocattolo, questa volta, sono
stati i fedelissimi del vicepresidente regionale
Massimiliano Costa, che, nel collegio di Savona, hanno
chiesto un posto nella testa di lista per Isabella Sorgini,
responsabile dello staff del presidente provinciale Marco
Bertolotto. Insomma: liste unitarie nel nome di Veltroni sì,
ma solo dopo aver messo in scena uno scannatoio tutto
interno ai partiti. A poche ore dalla scadenza per la
presentazione delle liste che dovranno correre alle Primarie
del Partito democratico, infatti, la febbre tra Ds e
Margherita e tra le varie componenti dei due partiti è
tornata altissima e i giochi sono di nuovo tutti da fare. È
a rischio, soprattutto, la mediazione cercata e trovata con
pazienza certosina dal segretario provinciale uscente dei Ds
- e candidato in pectore alla segreteria della formazione
nascente - Giovanni Lunardon: ieri si è conclusa a tarda
sera una riunione di segreteria che non ha trovato il
bandolo della matassa, rinviando le decisioni finali ad
oggi. Vediamo. La fazione "costiana-popolare" della
Margherita ha messo sul tavolo due nomi: quello della
Sorgini, appunto. E quello di Marco Russo. Sul secondo,
pochi problemi: se, alla fine, il lodo Lunardon terrà, Russo
avrà probabilmente il quarto posto nella lista nazionale. Ma
emblematica è la vicenda della Sorgini: era nel comitato
nazionale per Rosy Bindi, si era addirittura parlato di lei
come possibile candidata alla segreteria regionale per conto
della ministra e la stessa Sorgini aveva vantato lo stretto
legame personale e il comune percorso di vita e di fede
condiviso con la "pasionaria" senese. Poi la rottura e la
veloce ricollocazione nell'area veltroniana, favorita -
appunto - dalle fibrillazioni genovesi e dalla volontà
dell'asse Costa-Bertolotto (si dice in accordo con Carlo
Ruggeri) di far valere la propria voce a Savona e, se
possibile, di puntare la prua contro gli uomini dell'area
berrutiana. I Ds, dal canto loro, avevano forse tenuto poco
conto delle richieste che la Margherita non avrebbe potuto
non avanzare per l'inserimento dei suoi uomini nelle varie
liste dei due collegi savonesi. Ancora tutto da decifrare,
in questo senso, il destino di due superpreferenziere quali
i "coraggiosi" di Rutelli, gli assessori savonesi Franco
Lirosi e Rosario Tuvè. Anche loro potrebbero fare le spese
dell'offensiva costiana. Ma torniamo ai maldipancia in casa
Ds: la zeppa sistemata nel giocattolo dai "costiani" ha
fatto riemergere la spaccatura tra l'ala ruggeriana e quella
vicina a Berruti, che Lunardon era riuscito pazientemente a
ricucire. Ed è tutt'altro che improbabile che proprio questo
fosse l'obiettivo dell'asse Costa-Bertolotto. Infatti: è
entrata in fibrillazione Lorena Rambaudi. A lungo era stata
data come probabile capolista, "in quota" - oltreché rosa -
all'assessore regionale Carlo Ruggeri. Il quale - nel
frattempo - aveva lanciato proprio Giovanni Lunardon come
candidato al vertice per l'altra lista. Il segretario,
tornato dalle ferie in Africa, aveva dovuto dipanare la
matassa a quel punto ingarbugliatissima e ricucire gli
strappi nel partito. E sembrava riuscito nell'impresa: il
suo lodo aveva convinto tutti, perché toglieva e dava alle
varie parti con una equanimità riconosciuta dalle parti. I
Ds avrebbero puntato su tre nomi di prestigio per ruolo
istituzionale (Lunardon in quanto segretario, il sindaco
Berruti come primo cittadino della città capoluogo, Rambaudi
come vicepresidente della Provincia, ai quali andavano
aggiunti il sindaco di Cairo Fulvio Briano e la vicesindaco
di Vado Monica Giuliano) ma anche di giovane età. I senatori
in panchina a sostenerli, accanto a segnali importanti di
novità dalla società civile come Cristina Battaglia.
Lunardon proponeva - in questo schema - che Rambaudi
corresse per il nazionale dietro a Battaglia (capolista) e a
Berruti (secondo). Lei, però, ha chiesto di essere la
"seconda" di Lunardon sul regionale. Ora che tutto è
saltato, la Rambaudi punta i piedi. Ieri sera la segreteria:
tra le proposte, Rambaudi e Berruti capilista
rispettivamente al nazionale e al regionale (seguiti da
Lunardon e Sorgini), ma anche la Sorgini capolista al
nazionale davanti a Berruti e a Battaglia, con Lunardon e
Rambaudi sul regionale. I veti incrociati hanno bloccato
tutte queste soluzioni. La Rambaudi ha minacciato di stare
fuori dalle liste. Ma è Lunardon che potrebbe meditare un
clamoroso passo indietro: un segnale a tutti. Una parola sul
Ponente: le complicazioni sono nate ad Albenga (capitale del
comprensorio) e da lì si sono spostate su Savona, con gli
effetti dirompenti delle ultime ore. Qui, però, il quadro si
è ricomposto: Bertolotto non correrà (di qui l'offensiva
Sorgini) per fare posto a sindaco e vicesindaco della città
ingauna. Al nazionale correranno, in questo ordine:
Antonello Tabbò, Clara Brichetto e Mauro Righello. Al
regionale i primi tre posti saranno occupati da Rita
Olivari, Franco Vazio e Giulia Tassara, con il consigliere
regionale Nino Miceli ottavo della lista, dopo aver fatto
anch'egli un passo indietro. Probabile che anche a Savona
finisca in modo simile: il nascente Pd non può permettersi
di chiudere in un angolo il Comune capoluogo di cui ha la
guida.
Antonella Granero
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