Nel Savonese non risulta rinnovato il Piano faunistico LUCIA BARLOCCO LA STAMPA Caccia sospesa dal Tar nell’intera provincia CAIRO MONTENOTTE |
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Sospesa la caccia, sia
stanziale e migratoria, sia quella di selezione al capriolo in tutto il
Savonese. La clamorosa decisione è arrivata ieri dal Tar della Liguria che ha accolto il ricorso presentato il 14 settembre scorso dalla sezione savonese della Lac, la Lega abolizione caccia. Il provvedimento, che dovrebbe entrare in vigore già da oggi, poichè con la medesima istanza l’associazione animalista savonese ha anche richiesto la sospensione immediata della caccia, rimarrà in vigore sino al giorno 27, quando si celebrerà l’udienza collegiale. Le circa 6 mila «doppiette» savonesi, dunque, non potranno più sparare almeno per i prossimi otto giorni. E il motivo lo spiegano alla Lac: «L’Amministrazione provinciale di Savona ha redatto il calendario venatorio senza presupposti, infatti il Piano faunistico venatorio che dovrebbe porre le regole generali su ogni atto legato alla caccia, approvato con la delibera numero 16 del 30 maggio 2002 era di durata quinquennale, quindi è ormai da ritenersi scaduto». C’è dunque un mancato rinnovo del Piano faunistico venatorio, all’origine della sentenza che, è piuttosto facile prevederlo, solleverà vivaci proteste fra i componenti l’«esercito» dei cacciatori. E poi alla Lega abolizione caccia di Savona aggiungono: «Oltre a questo l’Amministrazione Provinciale ha dilatato i tempi della caccia di selezione al capriolo ben oltre i termini della legge regionale numero 29 del 1994, che la prevede in deroga nei casi di gravi, accertati danni degli animali dal 1° ottobre al 30 novembre. Ma per accontentare l’arrogante lobby dei cacciatori l’Amministrazione provinciale ha invece di fatto concesso la caccia al capriolo per ben quattro mesi: dal 1° settembre al 29 ottobre per i maschi, e dal 1° dicembre al 31 gennaio per le femmine e i loro piccoli, fra l’altro nati da pochissimi mesi e ancora dipendenti dalla madre». Ma non è tutto perchè, come osservano all’associazione animalista «il nostro ricorso segnalava anche che i censimenti non risultano effettuati con la dovuta correttezza e senza un chiaro parere da parte dell’Infs, l’Istituto nazionale della fauna selvatica, obbligatorio per legge in questi casi». E concludono alla sezione Lac di Savona: «Attendiamo con fiducia la sentenza definitiva del Tar, certi delle buone motivazioni da noi addotte. La nostra battaglia contro la crudeltà della caccia passa anche da vittorie come questa, ma non è che l’inizio». Per Cristina Morelli, responsabile nazionale del Gruppo diritti animali dei Verdi e presidente del gruppo consiliare in Regione «nel campo dei provvedimenti sull’attività venatoria si riscontrano frequentemente irregolarità. La sentenza del Tar pur essendo provvisoria conferma che le amministrazioni emanano spesso atti sotto la pressione delle associazioni venatorie e di conseguenza senza neppure porre attenzione alla legge che pone delle regole. Risulta che la Provincia di Savona abbia emanato il calendario venatorio 2007-2008 pur sapendo che il Piano faunistico venatorio era scaduto, una distrazione piuttosto grave». |