versione stampabile 

 

  ALBISSOLA MARE: URBANISTICA, INDAGINI E SOSPETTI.

di Antonia Briuglia

 

Torre di avvistamento ad Albissola

    L’inchiesta sulle speculazioni edilizie albissolesi prende corpo... nuove denuncie di cittadini dimostrerebbero che il Comune di Albissola Marina avrebbe rilasciato concessioni edilizie su aree non propriamente edificabili …” da: Il Secolo XIX del 19/09/07. 

Ci risiamo! Sembra si sia ripiombati negli anni ’70, non solo per gli allucinanti e gravissimi attacchi al territorio perpetrati, ma anche per il miope tatticismo di chi dovrebbe controllare che ciò non accada e permette che sia un semplice cittadino a sollevare il problema.

Il continuo sfruttamento del bene collettivo-territorio e tornato ad essere pratica sempre più spregiudicata di Comuni che, aggirando disposizioni legislative e confondendo indici fondiari di edificabilità con indici territoriali, interpretano in modo disinvolto il concetto di standard urbanistico e di aree di asservimento, trasformando il territorio comunale in zona franca.

Il Piano Regolatore di Albissola Mare (non ancora accessibile su Internet !) è un capolavoro di falle, per stessa ammissione di alcuni Amministratori e senza togliere meriti ad alcuno, si può tranquillamente asserire che è la sintesi di un elaborazione cominciata con l’Amministrazione di centro-sinistra e ben conclusa da quelle di centro-destra, con responsabilità, quindi, trasversali.

Non c’è stata, infatti, una vera opposizione, né una autentica battaglia su punti che avrebbero meritato di essere fortemente contrastati, già nella prima stesura e così si è permesso che sorgessero  pesanti lottizzazioni come quella di Grana, dannose e ingiustificate volumetrie nelle colline e nell’entroterra, vistose cubature incompatibili col centro cittadino ormai saturo, con l’eliminazione delle ultime benefiche  aree verdi. 

“La denuncia di un altro cittadino ha fatto sì che il pool della Procura, formato dal Procuratore capo Scolastico e dai sostituti Paolucci e Bogliolo, desse incarico a due periti di studiare il PRG e sviscerare i sospetti…”

Dove erano i politici albissolesi, mentre si permetteva, per interessi squisitamente immobiliari, la rapina di un patrimonio urbanistico?

Di cosa discutevano i membri delle Commissioni Edilizie integrata e non, quando venivano rilasciate le Concessioni Edilizie e prima ancora quando veniva approvato il PRG?

Che fine hanno fatto le segnalazioni inviate agli Uffici Provinciali di controllo del territorio e alle  Sovrintendenze?  Avranno sicuramente avuto pratiche più urgenti da esaminare che non la deturpazione di un paesaggio, la compromissione di un centro urbano, la nascita di mostruosi quartieri, l’edificazione di volumi collinari a rischio frane  e dissesti idrogeologici.

E’ proprio sul gerarchismo, sulla tecnocrazia, sulla dispersione di responsabilità che si inseriscono le spinte speculative dell’edilizia. Abbiamo avuto decine e decine di anni per sperimentarlo, e questi varchi vengono spesso allargati per far passare più agevolmente ciò che in condizioni più rigorose non passerebbe.

Fortunatamente i meccanismi burocratici non ostacolano del tutto il controllo popolare e, oggi, di fronte alla complessità della macchina burocratica e a quello che talvolta nasconde, non tutti i cittadini si scoraggiano e non sempre sono addetti ai lavori, ma solo più sensibili di altri, più attenti  e partecipi a quello che accade intorno a loro.

Purtroppo l’Italia: terra di cronache giudiziarie edilizie, non ha visto  sempre queste concludersi con l’abbattimento dell’ eco-mostro o con il ripristino dei luoghi “offesi”, ma ha visto spesso Comuni collaborare alle indagini e trasmettere i dati nelle Procure, allo scopo di “mettersi a posto” con i loro doveri burocratici. Queste, dal canto loro, “smaltire” con lo stesso spirito i processi, comminando spesso lievi sanzioni, con il solo obbiettivo di  fare statistica.

C’è da augurarsi che la mobilitazione dei cittadini di Albissola non si riveli un pretesto per smaltire una pratica in più, perché se così fosse non ci rimarrebbe  che sperare, almeno,  che gli “ occhiali buoni “ inforcati da questi cittadini, servano ad aiutare la memoria di tutti alle prossime Elezioni

 

ANTONIA BRIUGLIA