«Così è una villetta inutile per il paese: la torre va demolita» IL SECOLOXIX
il "presidio" antincendio
Il sindaco Parodi spara a zero sugli uffici del Comune: hanno scordato la convenzione, il pubblico ci rimette
 
«COSI' com'è non serve a nulla, il pubblico non ha praticamente nessun vantaggio, ho dato disposizione agli uffici di agire in autotutela valutando ogni ipotesi per bloccare questa struttura».
Adesso a parlare della "casa dei puffi", come la definisce, è il sindaco di Albissola Marina Stefano Parodi. E lo fa mandando un doppio siluro: ai proprietari della torretta d'avvistamento incendi (l'artista albissolese Adriano Bocca che l'ha comprata a dicembre 2006 da una privata, Torcello, che l'ha costruita sui suoi terreni affidando il progetto all'architetto Agostino Berta); e soprattutto alla dirigente dell'ufficio tecnico del Comune Laura Pasero.
«Il problema è molto semplice - prosegue il sindaco Parodi - questa torre è stata costruita prima di stipulare una convenzione tra Comune e privati per mettere nero su bianco ciò che il privato s'impegnava a garantire per il Comune in termini di presidio antincendio. E' successo a mio parere per una colpevole superficialità da parte del funzionario che doveva seguire questa pratica. Ho già chiesto spiegazioni agli uffici e un accertamento su tutta la vicenda. La sostanza, lo ripeto, è che così questa torre non garantisce l'interesse pubblico e non ha quindi senso. O si trova una soluzione o si dovrà provvedere in modo radicale».
L'errore, a quanto pare, è legato ad un "può" invece che "deve" contenuto nel regolamento comunale per autorizzare questi presidi. Nel capitolo in cui si parla della convenzione da sottoscrivere tra Comune e privati c'è scritto "può essere fatta" invece che "deve essere fatta". Da qui il patatrac: prima è stata firmata la concessione edilizia e solo dopo si è scoperto il problema di non avere una convenzione che mette nero su bianco i vantaggi per il pubblico e i doveri per i privati.
«Io personalmente ho saputo di questo equivoco quando la torre era già bella che costruita - spiega ancora Parodi - chiedendo agli uffici se era stata fatta la convenzione mi è stato risposto "non ancora" e che l'appuntamento era previsto a giorni. A un bel momento siamo arrivati alla primavera di quest'anno quando ho partecipato anch'io ad un incontro con i committenti ed è venuto fuori che loro non avevano nessun vincolo. Una cosa a mio parere assurda visto che questa torre non è una villetta, non ha pagato oneri di urbanizzazione e non avrebbe certo potuto avere questi volumi se non fosse stato per le ricadute sul pubblico».
L'assurdo è che l'unica vera clausola a carico del proprietario a questo punto sarebbe il posizionamento di una telecamera comunale sul terrazzo della torre, telecamera che però in uno di questi incontri sarebbe stata addirittura proposta su un palo esterno, facendo così venire meno il senso di questa struttura anche per questo aspetto. Terrazza che peraltro gli agenti di polizia giudiziaria incaricati dalla Procura hanno trovato difforme da quanto previsto dai disegni: è pressochè chiusa, mentre doveva essere un loggiato aperto per controllare a 360 gradi i boschi albissolesi; e poi è praticamente collegata al sottotetto, che invece non era previsto abitabile. Da qui il sequestro urgente con apertura in Procura di un fascicolo per "abuso edilizio" che vede tre indagati: il committente dell'opera (la signora Torcello proprietaria dei terreni e titolare della concessione edilizia, per questa e per un'altra torre che potrà nascere), il progettista (l'architetto Agostino Berta) e la ditta piemontese che ha eseguito i lavori.
E così il dibattito politico s'incendia ogni giorno di più. «Quella torre diventata una villa abusiva deve essere abbattuta». I Verdi non usano mezze parole per prendere posizione nella querelle. «Le torri previste dal regolamento comunale - spiega il consigliere regionale Carlo Vasconi - risultano di fatto residenze private realizzate in cemento armato e su zona dichiarata inedificabile. Chiediamo l'avvio dei procedimenti per la demolizione».
E' un problema che coinvolge, oltre al Comune, la Regione, la Provincia, e i potenziali proprietari delle altre cinque torrette ancora da portare a termine, che ora si pongono mille interrogativi sul da farsi. Per un'altra torre la concessione edilizia è già stata rilasciata anche se ora è scaduta. Ma per le altre la pratica urbanistica è ferma al palo e vista la situazione non sarà facile farla decollare.
Dario Freccero
Giovanni Vaccaro