LA STAGIONE DEGLI SPETTACOLI La repubblica |
Tutto esaurito a Savona per le serate verdiane organizzate dall´Opera Giocosa a dimostrazione dell´interesse del pubblico |
Lirica d´estate, lodi al Priamar il Trovatore è l´opera ideale |
Il successo è toccato anche al concerto dedicato a Nino Rota con Luciana Serra, a conferma che appuntamenti del genere devono aumentare e non diminuire in questo periodo |
VITTORIO COLETTI |
Quanto può attirare la lirica
d´estate, in una regione affollata di turisti, lo hanno dimostrato le
quattro serate verdiane organizzate al Primar di Savona dall´Opera
Giocosa. Otello e Trovatore hanno fatto il tutto esaurito e ricevuto
applausi e consensi da un pubblico sereno e attento. Bisogna
complimentarsi con l´Opera Giocosa per questa iniziativa, che ha tenuto
aperto (è il caso di dirlo due volte, trattandosi di un teatro
all´aperto) il palcoscenico del teatro musicale anche nelle splendide
notti estive della nostra Riviera. Chi conosce la bravura e la curiosità
intellettuale del maestro Giovanni Di Stefano, che è uno degli animatori
dell´ente lirico savonese, non si stupirà del successo, toccato anche al
concerto dedicato a Nino Rota, in cui il maestro ha diretto la
bravissima Luciana Serra. Grande attenzione, si capisce, per le due opere verdiane, presentate in allestimenti nuovi o quasi, in collaborazione col teatro sociale di Rovigo e con la Fondazione Toscanini. Se l´Otello si è salvato per la fresca direzione di Giampaolo Bisanti, il Trovatore ha meritato tutti gli applausi che sono toccati ai cantanti (la convincente Azucena di Tea Demurishivlii, l´ottima Leonora di Katia Pellegrino, il bel basso E. G. Iori nella parte di Ferrando, il bravo Manrico di Renzo Zulian, il volenteroso Conte di Luna del coreano Leo An), e che sono stati lesinati, giustamente, solo un po´ al direttore Massimiliano Stefanelli, qua e là lentuccio. La sobria regia di Elisabetta Courir si è giovata delle scene del genovese Guido Fiorato. Il Trovatore, visto così, in misure familiari ma precise, eseguito con garbo e saggezza (Zulian non ha puntato ai do di petto della "Pira"), consente di valutare il capolavoro di Verdi per quel che è e di coglierne le differenze rispetto ai grandi testi coevi (Rigoletto e Traviata). Colpiscono il linguaggio, ancor più artefatto del solito nei versi del librettista Cammarano (quello zingaro che invita a sperdersi per "le propinque ville" o quel Ruiz che addita a Leonora "la torre dove di Stato gemono i prigionieri"...), la vistosa supremazia della vocalità sugli strumenti (poche le opere di Verdi con così tanti, a volte imbarazzanti, silenzi dell´orchestra), l´opposizione tra voci maschili, rudi e inamene (il baritono non ha nessun duetto delicato; il tenore è sempre frenetico e esasperato), e voci femminili pur tra loro diversissime (quella tenera e sconfitta di Leonora, che oppone la sua melodia dolce all´aggressivo Manrico, e quella cupa e vittoriosa di Azucena, stupenda parte su cui Verdi puntava più che su qualunque altra per il successo dell´opera, che fa della zingara una sorta di imbuto melodico e drammaturgico che ingoia tutti gli altri personaggi), l´alternanza di azione e narrazione, di poesia e romanzo. Il Trovatore è davvero un´opera perfettamente compatibile con la scioltezza e l´economia scenica degli spettacoli estivi, ideale per chi si avvicina al melodramma per la prima volta: una specie di sintesi delle posizioni drammaturgiche e musicali più tipiche dell´Ottocento romantico, ma ognuna ideata e impostata da Verdi magistralmente. C´è il coro (bravo, a Savona, quello del teatro di Piacenza), virile o delicato (zingari, armigeri o suore); c´è la vicenda truce che rovista anche negli intimi rapporti tra madre e figlio (una delle poche volte che una madre è in scena di persona all´opera, e sia pure una falsa madre); c´è la struttura drammaturgica capace di pause narrative straordinarie come il racconto di Ferrando o quello di Azucena; c´è la melodia memorabile (Tacea la notte placida...: Di quella pira...). Insomma c´è tutto, e gli spettatori di venerdì sera a Savona hanno detto che basta e avanza, decretando un successo affettuoso, che speriamo induca a infittire questi appuntamenti operistici estivi. Non è possibile che, da qui a settembre, non ci sia più lirica di buon livello in Liguria! |