LE NOTIZIE RISERVATE DI “TRUCIOLI”CHE NON LEGGERETE SUI GIORNALI di Luciano Corrado
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| MUTUI CARI? DOMANDE PROIBITE ALLA CARIGE E ALLA CARISA
Meglio tardi che mai. Qualcuno si è accorto, con qualche anno di ritardo, che per la stragrande maggioranza dei cittadini liguri i mutui casa, in Liguria, sono più cari della media italiana e delle regioni del Nord. Notizia ufficiale della Banca d’Italia sull’”Economia della Liguria nel 2006”. |
Dai giornali regionali apprendiamo che persino un consigliere regionale si è accorto del problema. Manca per ora un intervento ad hoc di parlamentari liguri. Ma i “signori deputati e senatori”, anche per i mutui e prestiti vari, hanno una banca interna che riserva loro condizioni imbattibili. Considerato poi quel poco che guadagnano al mese (15.700 euro lo stipendio mensile lordo, oltre a 4.190 euro di rimborso spese per la cura del collegio elettorale. Più tessere per la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima e aerea sul territorio nazionale. E ancora rimborsi annui di 3.100 euro per spese telefoniche. Al punto che, scrive Il Sole 24Ore, “i parlamentari italiani hanno la paga più ricca dell’Ue”. Le cronache di questi giorni dicono che il consigliere regionale ulivista Ubaldo Benvenuti (emolumento mensile lordo di un consigliere partecipando a 15 riunioni di commissioni varia da 11.500 a 13.500 euro lorde, a seconda della provincia di residenza, fonte Il Secolo XIX) ha presentato un’interpellanza al presidente della giunta Burlando per “garantire migliori condizioni di credito a tutela dell’economia, delle imprese e delle famiglie della Liguria”. Chi ha una certa dimestichezza del tema sa che Carige e Carisa (stesso gruppo) contribuiscono in modo determinante a finanziare a condizioni assai vantaggiose i costruttori edili. Operano quasi esclusivamente con i soldi delle banche. E non solo, in Liguria. Un dubbio. Abbiamo letto spesso in questi anni interviste a Berneschi (patron di Carige di lungo corso) e al presidente Carisa, Bartolini (ormai storica presenza). Avete mai letto la domanda: in Liguria fare un mutuo per la prima casa è più caro o meno caro che in altre Regioni? Può spiegare, eventualmente, le ragioni del divario? Può dirci quanti sono i liguri, i savonesi che faticano a pagare la rata per via del “caro mutui”? Può fare i nomi dei consiglieri che contribuiscono a questa esemplare e bellissima realtà? Bartolini, da parte sua, con la franchezza che lo distingue, non ha avuto difficoltà a vantare che lo sviluppo edilizio savonese (dei grandi e piccoli costruttori edili) è stato finanziato con molta cura proprio dalla “sua” banca. Quello sviluppo che persino lo studioso Piefranco Pellizzetti ha definito sul Secolo XIX, del 13 luglio scorso, “dilagare della cementificazione speculativa, affarismo...”. La stessa banca, ovviamente, che pratica i tassi di cui la Banca d’Italia segnala il “caro mutui”. Mentre, tanto per fare un esempio, il gruppo bancario internazionale che eroga “Mutuo Arancio” costa poco meno della metà ai richiedenti-contraenti. Come non definire certe interviste molto reverenziali su un tema dai forti contenuti sociali? | |
| UN TRATTO DI MARE CON I FONDALI IMPRIGIONATI DA RETI ABBANDONATE
Il tratto di mare che da punta Varigotti arriva fino all’isola di Bergeggi, nella aree sottomarine interessate dalla presenza di scogli, è interamente ricoperto da reti da pesca abbandonate. Uno stato di cose di cui non si è mai scritto, nonostante le conseguenze ed i danni che arreca ad un mare che tutti ci dicono sempre più povero di pesci. |
Nella zona di Capo Noli si segnala, ad esempio, la scomparsa totale di 5-6 qualità di pesci. Pesce rè, passera, stragina, signorine, ghiggioni. Scomparsi anche a causa della pesca a traino. Cosa è accaduto e come si è arrivati a questo assurdo fenemeno autolesivo? Nel corso degli anni – ricorda l’ex sindaco ed appassionato di pesca sportiva, Carlo Gambetta, già comandante di nave – sono rimasti imbrigliati negli scogli un numero sempre più esteso di tremagli e barracuda utilizzati per la pesca sul fondale. Qualcuno aggiunge che tutto ebbe inizio da un Ghigliazza di Finale, con l’hobby della cattura di aragoste. Sarebbe stato lui a “perdere” le prime reti, poi è stato un susseguirsi senza limiti e sempre di maggiori proporzioni. In precedenza si pescava con le nasse ed i pescatori guadagnavano bene anche grazie alla cattura di aragoste di grosse dimensioni. I più famosi, per la storia dei pescatori nolesi, furono i Caviglia, vulgo Barattieri. Questo tipo di reti di nylon indistruttibili nel tempo, si accavallano con i residui di palamiti impigliati, formando una “prigione” che impedisce agli “animali” marini, tanto utili all’uomo e all’ecosistema, di entrare ed uscire. Di fatto impoverendo i fondali, le utilissime tane-rifugio, dimora anche a quei pesci pregiati che per anni hanno rappresentato una delle ricchezze estive della pesca. Il problema potrebbe essere affrontato dalla Regione Liguria o dalla Provincia, con un intervento capace di ripulire quel tratto di mare, riportandolo in pochi anni al ripopolamento e, si direbbe, agli antichi e gloriosi splendori. Tra l’altro, l’intervento potrebbe avvenire nell’ambito dell’estensione del parco marino dell’isola di Bergeggi. Favorirebbe un turismo subacqueo non di massa, ma qualificato, quello si. E più reddito e lavoro alla pesca professionale. La grande scogliera sottomarina oggi è in agonia, imprigionata dall’incuria dell’uomo, dal disinteresse di chi dovrebbe preoccuparsi non solo di costruire porticcioli e annesse seconde case, ma valorizzare un vecchio tesoro naturale che è stato defraudato e di cui si parla poco o a sproposito. | |
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| EVVIVA LE CORRENTI “MODA EX DC” TRA NAN, ORSI, VACCAREZZA, MONTALDO In origine il grande “fratello” democristiano o “casa scudocrociata” vedeva schierati nella nostra provincia tre gruppi. I tavianei di Paolo Emilio Taviani, a lungo ministro, uno dei pochi italiani con Andreotti e Cossiga a conoscere molti segreti della nostra storia del dopoguerra. |
Tavianei che hanno avuto come punto di riferimento il prof. Secondo Olimpio che fu capo ufficio stampa al Viminale, uomo fidato di Taviani (l’altro era Paccagnini), a lungo sindaco di Bardineto, già segretario provinciale del partito. Il figlio, Guido Olimpio, è stato per anni corrispondente da Israele, con sede a Tel Aviv, per il Corriere della Sera. Oggi è considerato nel giornalismo italiano tra i più introdotti ed esperti analisti di questioni mediorientali e di terrorismo in quella zona. Tornando alla Dc, c’erano i russiani, del senatore ed ex ministro delle Poste, Carlo Russo (fu pure giudice dell’alta Corte Europea). I lucifrediani del deputato Roberto Lucifredi, insegne professore universitario genovese, già vice presidente della Camera, un galantuomo colto e preparato che purtroppo non ha lasciato molti seguaci, visto come sono andate le cose nella politica savonese. Torniamo ai nostri giorni, con la cronaca del Secolo XIX del 17 luglio che dopo aver annunciato, in precedenza il successo dell’onorevole Enrico Nan, avvocato pietrese, ha ospitato l’intervento schietto e chiarificatore di Franco Orsi, uno dei big del partito in Liguria, assai introdotto negli ambienti che contano. Orsi, già assessore regionale, ha voluto chiarire che non esiste alcuna intesa Nan-Scajola per la riconferma di Enrico Mozzoni – ex pupillo di Olimpio in Val Bormida, ex Dc di ferro – alla guida provinciale di Forza Italia. Il figlio, tra l’altro, era stato scelto quale organizzatore della campagna elettorale proprio di Nan. Orsi al Secolo XIX ha rincarato “Scajola è il punto di riferimento di noi tutti, non del solo Nan”. E la stoccata: “Ne consegue, se proprio si vuole ragionare in questi termini, che Nan è in minoranza, non in maggioranza”. Infine Orsi ricorda che sarà Scajola a proporre il migliore assetto degli organi provinciali in grado di garantire che al rinnovamento corrisponda quello spirito di unità di intenti che occorre trovare anche in provincia di Savona. Quest’ultima parte fa emergere quel politichese astruso di cui i nostro politici sono capaci. Segue, sempre sul Secolo XIX, il calcolo aggiornato della forza dei delegati in campo, ovvero le correnti forziste savonesi. Dei 99 delegati finora assegnati 38 sono gli “orsiani”, 13 fanno riferimento a Nan, 13 ubbidiscono a Vaccarezza (sempre più lanciato da Scajola, tanto da indicarlo come possibile successore di Nan in Parlamento, in alternativa in Regione, lasciando così semaforo verde al sindaco di Alassio, architetto Marco Melgrati che non ha mai nascosto il suo obiettivo di dare il benservito allo stesso Nan). Infine un piccolo ritaglio anche per Silvano Montaldo, commercialista, che si era distinto come progmatico sindaco di Laigueglia, poco amico dei cementieri e degli affaristi. Sensibile ai temi ambientali. Un sindaco che sapeva dire molti no ed oggi pare non vada più di moda. Non importa se alla fine ci ritroviamo con una provincia dove l’unica industria che tira è la speculazione del mattone, con la morte annunciata del turismo alberghiero. La nuova cultura del territorio, tra l’altro, ha creato una casta di ricchi e potenti insensibili al futuro e ai bisogni veri della gente. Ma c’è chi sostiene, come Vaccarezza: “Il boom edilizio ci sta creando molti consensi e punisce gli avversari come è accaduto a Loano ed Alassio, in modo clamoroso”. Vien da dire, non è forse nella Sicilia “mafiosa”, dove tutti gli operatori commerciali e di impresa pagano il “pizzo” che il partito di Berlusconi con il centro destra aveva ottenuto tutti i 44 seggi elettorali? Proprio ieri hanno diffuso la notizia che Sicilia e Calabria hanno il record in Italia del lavoro nero e della conseguente evasione contributiva. Dunque meglio non fare certi esempi, non conviene a nessuno. Anche perchè, fino ad oggi, qui da noi la mafia pulisce solo il denaro. Luciano Corrado
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