L'ATA chiuderà l'esercizio 2006 con una perdita di quasi due
milioni di euro: per la precisione, un milione 877 mila 895
euro. Si tratta di una cifra che fa ancor più impressione se
la si mette a confronto con l'esercizio dell'anno
precedente, che era stato chiuso con un attivo di 212 mila
euro, anche grazie alla vendita della sede e all'operazione
relativa al park di via Piave. A causare il pesante "buco"
di bilancio nelle casse dell'Ata è in buona parte la
contabilizzazione degli oneri straordinari dovuti alla
chiusura di alcuni cespiti attinenti alla discarica di Cima
Montà. In parole meno tecniche, insomma, si tratta di una
perdita secca dovuta agli effetti della chiusura della
discarica savonese. Una vicenda che protrarrà i suoi nefasti
anche sull'esercizio relativo all'anno in corso. Secondo i
calcoli effettuati dall'azienda, infatti, rimangono cespiti
ancora da liquidare per almeno un altro milione di euro. A
quanto è possibile capire - oggi il vicesindaco Paolo
Caviglia e il presidente di Ata Nanni Ferro terranno una
conferenza stampa sull'argomento - il problema sostanziale è
il fatto che la discarica di Cima Montàè stata
definitivamente chiusa prima del suo "ammortamento"
contabile. Ogni anno, l'esercizio di una discarica obbliga
chi la gestisce ad accantonare un fondo in vista delle
procedure di chiusura. Secondo i calcoli, questo fondo non
è"interamente capiente", come si dice nel freddo linguaggio
burocratico, ovvero non è sufficiente a coprire i costi a
bilancio che Ata deve e dovrà ancora sostenere. In ogni
caso, in azienda si calcola di chiudere l'esercizio 2007 con
una perdita che andrà da un minimo di 200 mila euro a un
massimo di un milione. Si prevede ottimisticamente di
tornare al pareggio di bilancio nell'esercizio 2008. Il
sindaco Federico Berruti è già intervenuto ieri
sull'argomento, sia rispetto alla perdita di esercizio, sia,
più in generale, rispetto al problema della gestione dei
rifiuti. Ed ha rivendicato il ruolo della città capoluogo in
tutta la fase della gestione del ciclo dei rifiuti: «Il che
significa una concertazione che coinvolga tutti, ma un ruolo
forte per Savona, attraverso Ata, nella gestione del secondo
impianto di smaltimento che il Piano provinciale dei rifiuti
ha previsto». Un impianto del quale non è ancora certa la
localizzazione, prevista in un primo tempo a Cianciarin (Albenga),
ma poi rimessa in discussione dalla Regione. Sul disavanzo
ha invece detto il primo cittadino: «La fase "post mortem"
di una discarica ha dei costi. C'è, a questo scopo, un
accantonamento anno per anno. Ma quello che non èstato
accantonato va "spesato" da qui ai prossimi esercizi».
Prosegue Berruti: «Come azionista ritengo che prima Ata
riesce a "spesare" questi costi, prima e meglio si chiude la
partita. Nel frattempo, abbiamo un accordo con Vado che
copre dal 2007 sino al 2011: un tempo che dovremo usare per
mandare a regime il sistema dello smaltimento secondo quanto
previsto dal Piano provinciale dei rifiuti che prevede, come
detto, una seconda discarica oltre a quella di Vado».
An. Gran.
|
|