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Andora. Ha lottato per mesi, poi il male, inesorabile, ha
avuto il sopravvento. Ieri mattina, poco dopo le 6, si è
spento, nella sua abitazione di Andora, Alberto Ronchi,
segretario provinciale dell'Udc. Aveva 55 anni. L'esponente
politico, nato alla Spezia, ma da anni residente nel
Savonese, ancora pochi giorni fa aveva intrattenuto rapporti
epistolari con molti amici. Missive inviate a chi gli era
vicino, ma anche agli avversari, ai pochi che avevano
cercato di contrastarlo, di bloccarlo nelle tante iniziative
in favore del territorio.
Alberto Ronchi lascia un vuoto immenso soprattutto nel
Ponente dove esercitava la libera professione. Con Giancarlo
Garassino, già presidente dell'Azienda di Promozione
turistica di Alassio, divideva un avviato studio tecnico.
Nella città del Muretto Alberto Ronchi era approdato
giovanissimo, durante il servizio militare.
Alla base radar dell'Aeronautica Militare di Capo Mele aveva
mosso i primi passi per una carriera con le stellette
diventando sergente maggiore. Poi, conosciuta la futura
moglie, Orietta, per timore di trasferimenti smise la divisa
per abbracciare totalmente la libera professione di
geometra.
Abilissimo disegnatore aveva il dono di saper dare vita a
bozzetti di pregio, tanto che numerosi architetti avevano
scelto la sua matita come primo approccio progettuale per la
realizzazione di villette sia nella zona di Andora che di
Alassio e Laigueglia.
Ma ciò che più stava a cuore ad Alberto Ronchi era la
politica. L'arte del dialogare, del confronto più che dello
scontro era congeniale al suo carattere aperto, sempre
disponibile ad aiutare il prossimo, decisamente votato al
rapporto leale anche se, a volte, nel gioco perverso della
politica, seppur a fatica, per strategia, accettava il
compromesso.
«Non mi piace cedere ai ricatti - diceva agli amici - ma la
politica non guarda in faccia nessuno costringendoti anche a
far buon viso a cattivo gioco».
Il suo maestro, Giancarlo Garassino, per lui era il mito.
Soltanto negli ultimi anni le loro strade politiche si erano
divise. Entrambi democristiani fino alla scomparsa della
Balena bianca. Poi Ronchi aveva scelto il centrodestra
aderendo al partito di Pierferdinando Casini, mentre
Garassino abbracciava la parte avversa avvicinandosi ai
democratici di sinistra.
L'ascesa politica di Ronchi scatta con incarichi prestigiosi
ricoperti in sede locale. Prima presidente del porto di
Andora e della farmacia comunale, poi amministratore
delegato dell'Ippodromo dei Fiori di Villanova d'Albenga e
consigliere della società di gestione dell'Aeroporto
Internazionale "Panero".
Alberto Ronchi era anche componente del consiglio nazionale
dell'Udc e ricopriva l'incarico di segretario provinciale.
Dopo le elezioni amministrative per il rinnovo del consiglio
comunale di Alassio si schierò, con il suo partito, con la
Casa delle Libertà contribuendo al successo che riportò
Marco Melgrati sulla poltrona di Sindaco.
Nel rinnovo degli incarichi di sottogoverno Alberto Ronchi
venne così nominato presidente della "Marina di Alassio", la
società che gestisce il porto turistico "Luca Ferrari".
L'esperienza maturata nello scalo marittimo di Andora gli
aveva permesso di redigere un primo piano di intervento già
pochi giorni dopo la sua nomina, avvenuta nell'ottobre
scorso. Ma la malattia non gli ha permesso di perfezionare
il piano e neppure di presentarlo al consiglio di
amministrazione. Il destino è stato spietato. Non gli ha
donato neppure un attimo in più nonostante abbia lottato
fino all'ultimo respiro.
I funerali del segretario dell'Udc savonese si svolgeranno
oggi alle 15,30 ad Andora nella chiesa parrocchiale del
Cuore Immacolato di Maria.
Daniele La Corte
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