Truciolo letterario meravigliato
Sabato sera
sabato scorso
la bella sera serena del 9 giugno
ultimo giorno di scuola
finalmente;
sulla spiaggia;
sulla spiaggia libera del prolungamento a mare,
a Savona
dalla piscina vicino al Priamàr
incontro con l’autore
e che autore
e che spiaggia
e che stuoini!
Niente palco, niente sedie: un tappeto, due microfoni, chitarra e percussioni, stuoini appunto per il pubblico.
Incontro con Andrea De Carlo.
Chi è Andrea De Carlo?
Andrea De Carlo è uno scrittore.
No, Andrea è uno che scrive.
Uno che deve scrivere.
Uno che sa scrivere.
Leggetelo, savonesi e savonesi (intendo uomini e donne, ragazze e ragazzi).
Scrive di ognuno di noi, perfetto nel capire cogliere esprimere i nostri movimenti interiori, capace come pochi di farti entrare nelle atmosfere e ambienti e storie, tanto che poi il libro è finito e già ti manca.
Andrea è uno che, di parlargli un po’, quando ha finito la serata, non la smetteresti più.
E’ uno che va in giro a presentare i suoi romanzi con un amico musicista indiano e suona con lui melodie orientali e rasserenanti, che ti invitano a rallentare, a respirare, a ragionare pacata mente.
E ti accorgi all’improvviso, meravigliata, che il tempo scorre piano e tranquillo come da tempo non ti succedeva; che il respiro si calma, complice i colori del tramonto e le sonorità di Arup, come la sua voce, così modulate diversamente, quasi da altro pianeta, rispetto alle urla e complessità strumentali e canzoni e canzonette trasmesse alla radio o tv o a tutto volume da improbabili discoteche sulla spiaggia molto alla moda…
Era solo una delle numerose proposte del “Mondo Mare Festival”, a cura del Teatro dell’Archivolto di Genova, in contemporanea con altre iniziative intorno al Priamàr, tutte molto belle e interessanti, lo scorso fine settimana.
Ma se vi piace leggere romanzi semplici, scorrevoli, chiari, veloci, divertenti, intelligenti, attuali, ricchi di sentimento, di dialoghi, di scene una sull’altra che scorrono leggere e ariose, provate con un libro a caso di Andrea De Carlo: l’ultimo, Mare delle verità, di cui l’autore ha letto qualche brano sabato scorso, così bene che l’ho ricominciato una seconda volta; oppure uno dei primi, ormai un classico, Due di due; o ancora Uto, forte figura di adolescente che dovunque vada muove anche le acque più stagnanti dei rapporti fra gli adulti e nelle famiglie in genere, scritto con particolare perizia tecnica e stilistica; o anche Arcodamore, dal cui titolo si dovrebbe intuire l’argomento; o ancora I veri nomi, storia che spazia nel mondo della musica, sempre centrata su personaggi di giovani che stanno ai margini del mondo “vero” e vogliono e non vogliono spaccare il vetro che li taglia fuori ma nello stesso tempo gli permette di studiare e criticare il perbenismo opportunistico tipicamente borghese che viene proposto come solo realistico modello della vita adulta; o ancora Giro di Vento, dove quattro cittadini superaccessoriati con super macchinone si trovano improvvisamente fuori strada e con i cellulari fuori uso…
Concludo con una breve citazione da Mare delle verità, per sostenere con un esempio il mio entusiasmo verso questo giovane autore:
“Come ogni volta che venivo in città, ero colpito dalla sensazione quasi irreale del flusso apparentemente inesauribile di acqua calda pronta a sgorgare dalla semplice rotazione di una manopola. Mi chiedevo se la scelta di vivere in campagna e in condizioni abbastanza primitive mi rendeva davvero più libero, o invece m’intrappolava nella fitta rete di gesti necessari a restare vivo giorno dopo giorno. Mi chiedevo il senso di qualunque scelta di vita, istintiva o meditata che fosse, improvvisata in modo casuale o messa insieme con la più grande cura, quando il destino di ogni vita era di finire da un istante all’altro come era successo a quella di mio padre.”
Savona, 14 giugno 2007 ADRIANA ROMANO