Il CENTROSINISTRA si è spaccato, ieri, in Regione, sulla
discussione dell'ordine del giorno presentato dalla
maggioranza sul Santa Corona. Ordine del giorno che era
stato peraltro contestato apertamente dai sindaci del
territorio della Comunità Montana, da sindacati medici e
dalla Rsu, arrivati a Genova a bordo di un pullman e
presenti alla seduta del consiglio con tanto di bandierine
bianche riportanti slogan "A difesa del Santa Corona".
Dopo l'abbandono dell'aula da parte del centrodestra, uscito
a seguito della bocciatura di un suo ordine del giorno, a
far mancare il numero legale in aula sono stati il
consigliere Giacomo Conti, di Rifondazione Comunista, e
Roberta Gasco consigliere dell'Udeur. Quest'ultima aveva a
sua volta presentato, insieme all'Udc, un ordine del giorno
bocciato dal consiglio.
Il sindaco di Pietra, Luigi De Vincenzi, come aveva già
annunciato nel caso dal consiglio regionale non fossero
arrivate le rassicurazioni richieste, organizzerà prima del
nuovo consiglio regionale di lunedì 25 giugno, nel quale si
approverà il piano sanitario regionale, il "Santa Corona
Day". Probabilmente la data sarà anticipata da sabato 30 a
sabato 23 giugno e forse già oggi arriverà la conferma.
Intanto, ieri pomeriggio, il gruppo consigliare dell'Ulivo
ha chiesto di avviare una verifica di maggioranza
contestando l'uscita dall'aula di «diverse forze politiche
che avevano già firmato e condiviso l'ordine del giorno in
discussione». Ad aver fatto scattare l'ira dei sindacalisti
e dei sindaci - che prima della discussione, avevano
incontrato i capigruppo regionali di maggioranza e di
minoranza, ribadendo la necessità che nulla venisse deciso
sul Santa Corona al di fuori del piano di riorganizzazione
regionale della sanità - è stata l'aggiunta di una frase che
lasciava supporre «la possibile modifica degli assetti
istituzionali finalizzata al risparmio di risorse e
all'integrazione dei servizi». Una frase che lasciava
appunto ampio spazio alla deaziendalizzazione ed alla
creazione di una sola Asl, prima dell'approvazione del piano
regionale sanitario. Bastava che la maggioranza - nella
quale spiccavano le assenze del presidente Claudio Burlando
oltre che di Lorenzo Castè (Unione a Sinistra), Giovanni
Paladini (Ulivo), Cristina Morelli (Verdi), Vincenzo Nesci
(Rifondazione Comunista- Sinistra Europea) e Moreno Veschi
(L'Ulivo) e Fabio Broglia (Italia di mezzo) - eliminasse le
premesse iniziali per raggiungere la condivisione di tutte
le forze politiche e dei sindaci e quindi anche
l'approvazione.
Il sindaco di Loano, Angelo Vaccarezza, ha detto:
«L'assessore Montaldo era evidentemente disponibile a
cancellare quella premessa aggiunta all'ultimo momento e non
condivisa. E' stato Miceli a non voler andare incontro alle
richieste della delegazione presente in aula. Speriamo che
la Regione ripensi la politica sanitaria visto che la
maggioranza non è coesa per quanto riguarda il Santa
Corona».
Replica il consigliere Miceli: «L'intera maggioranza, ad
esclusione della consigliere Gasco, aveva sottoscritto
l'ordine del giorno di cui io sono primo firmatario ed in
cui si chiedeva il mantenimento ed il rafforzamento di
queste funzioni sanitarie ed impegnava in tal senso la
giunta regionale a posticipare ogni decisione riguardo
l'ospedale Santa Corona, così come richiesti dai sindaci
della comunità del Pollupice». Una versione che non collima
con quella riportata dai sindaci e dai sindacati e dalla
stessa consigliera di maggioranza Gasco: «E' chiaro che la
maggioranza a cui appartengo va verso la deaziendalizzazione
dell'ospedale, che osteggerò in tutti i modi. Pur
continuando a far parte di questa compagine politica, in
questa battaglia sarò al fianco della mia gente e dei malati
del Savonese». I consiglieri regionale di AN, Gianni Plinio
e Alessio Saso, definiscono la mancata approvazione
dell'ordine del giorno «una grande figuraccia della
maggioranza».
Silvia Andreetto
«Ora
speriamo che montaldo ci ripensi» |
le
reazioni |
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LA BATTAGLIA continua e nessuno è
disposto a mollare la presa. «Sono
dispiaciuto di come sono andati i fatti
in Regione - ha detto il sindaco di
Pietra, Luigi De Vincenzi - anche perché
avevo chiesto un incontro preventivo con
tutti i capigruppo da cui avevo ricevuto
rassicurazioni che le nostre richieste
sarebbero state accolte. A questo punto
sono molto preoccupato per quello che
potrà succedere e per questo a Pietra si
terrà il "Santa Corona Day". Il sindaco
di Finale, Flaminio Richeri, ritiene che
a questo punto si debba instaurare un
dialogo con i sindaci dell'Albenganese:
«E' assurdo che, nell'ambito del piano
di riorganizzazione sanitaria, si debba
dar vita ad una contrapposizione
territoriale - ha detto Richeri -. Ma
visto che la maggioranza in Regione non
è coesa sul futuro del Santa Corona,
spero che sia l'assessore Montaldo sia
il consigliere Miceli possano riflettere
e quindi ripensare a quanto previsto».
Sparano a zero i consiglieri regionale
dell'Udc Nicola Abbundo e Matteo
Marcenaro: «La maggioranza non sa far
altro che accusare l'opposizione di fare
polemiche e si prende i meriti di tutto
quello che è stato fatto al Santa Corona
negli ultimi 30 anni, compresa
l'apparecchiatura PET, acquistata con un
contributo della Fondazione De Mari ed
inaugurata in pompa magna da Burlando
che però ieri, quando si parlava di
posti di lavoro, non si è presentato in
consiglio». La segreteria provinciale di
Rifondazione comunista approva chi è
uscito dall'aula facendo mancare il
numero legale: «Non si può dare ai
cittadini, ed anche ai primi cittadini,
la sensazione che la Regione è
impermeabile alle loro richieste. Ci
auguriamo che nel corso del prossimo
consiglio si sappia trovare una
posizione comune che risponda alle
giuste richieste e aspettative di quanti
oggi hanno manifestato a difesa del
Santa Corona». Stefano Quaini della Cgil
medici, dichiara: «Or attendiamo il
piano regionale della sanità». La Rsu,
che oggi si riunirà per decidere la
linea di protesta da seguire, ha chiesto
al sindaco di Pietra di poter
organizzare un'assemblea pubblica sul
Santa Corona: «Anche ieri hanno proposto
un ordine del giorno che di fatto era
una spada di Damocle».
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