L'ULTIMO CASO ha avuto (forse) il suo epilogo giovedì sera
in consiglio comunale: gli abitanti della Villetta con i
loro cartelli hanno accolto con schiamazzi e proteste le
dichiarazioni di voto sui box nell'area del Seminario, poi,
a seduta terminata, hanno avuto un lungo e franco confronto
con il sindaco Federico Berruti che ha voluto spiegare loro,
in modo diretto, la posizione dell'amministrazione. Ecco:
l'aggettivo "diretto"è la parola chiave di quanto sta
avvenendo nella politica savonese.
I cittadini si allontanano sempre di più dalle discussioni
sui grandi temi (quelli della politica nazionale, ma anche i
temi locali "generalisti") e, invece, si tuffano anima e
corpo nelle vicende che toccano da vicino la vita di
ciascuno. Gli americani l'hanno chiamata sindrome "Nimby":
non nel mio giardino. Per altri è il bello di un nuovo
modello di partecipazione.
Quel che è certo è che la rappresentanza e la mediazione
delle istanze - ovvero la missione nobile propria della
politica - sembrano in crisi nera e ciascun cittadino,
quando ne sente la necessità, va a portare direttamente i
propri interessi in ogni sede. Proliferano i comitati
spontanei: sicuramente poco ideologici, poco politicizzati,
desiderosi - questo sì - di portare a casa risultati
concreti.
Quello contro i box della Villetta è solo l'ultimo, e sembra
- almeno per ora - aver perso la sua partita, ma ha
coinvolto centinaia di persone. Un altro - quello dei
Genitori di piazza delle Nazioni, anche lì centinaia le
persone mobilitate, oltre mille le firme in calce alla
petizione che ha scatenato la rivolta - ha lottato per
salvare il suo prato ed ha trovato con l'amministrazione una
soluzione che, alla fine, ha soddisfatto tutti. Più antico è
il comitato di piazza Bologna, anche lì nato per una guerra
contro i box: nelle ultime settimane ha ritrovato la voce
per protestare sulle modalità di esecuzione dei lavori e
sulla tenuta del cantiere. Infine gli Amici di Beppe Grillo:
dopodomani porteranno in città il loro vate, che verrà a
parlare di carbone e cemento. Sono 200 i savonesi iscritti
al blog internet, in una quindicina si trovano tutti i
giovedì sera alla società Milleluci di Legino per discutere
dei problemi di Savona.
C'è che il sistema politico appare vicino all'implosione, i
partiti sembrano impotenti e scavalcati, incapaci di
"governare" quanto accade nella società e di farsi male o
bene portavoce - come è stato per cinquant'anni - delle
istanze della gente. Ma anche le istituzioni intermedie -
come un tempo erano le Circoscrizioni - sono svuotate di
qualunque compito di rappresentanza. O così, almeno, vivono
la situazione proprio i rappresentanti delle ultime due
mobilitazioni "dirette".
«Indubbiamente il proliferare dei Comitati è un segno della
crisi della politica - dice Maurizio Vivalda, portavoce dei
Genitori di piazza delle Nazioni - Il cittadino non si sente
rappresentato. L'aspetto positivo, almeno nel nostro caso, è
il dialogo proficuo che si è aperto con l'amministrazione».
Aggiunge Vivalda: «È sulle grosse questioni che funziona o
dovrebbe funzionare la democrazia partecipata. Le
Circoscrizioni dovrebbero essere il luogo di questa
democrazia partecipata, del confronto, ma sono da rivedere,
oggi sono in crisi, hanno poche competenze e nessuna
identità».
Antonella Granero
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