Politica fai-da-te: boom di comitati  IL SECOLOXIX
nuove tendenze
La chiamano partecipazione: da piazza delle Nazioni alla Villetta la gente si tutela da sola
L'ULTIMO CASO ha avuto (forse) il suo epilogo giovedì sera in consiglio comunale: gli abitanti della Villetta con i loro cartelli hanno accolto con schiamazzi e proteste le dichiarazioni di voto sui box nell'area del Seminario, poi, a seduta terminata, hanno avuto un lungo e franco confronto con il sindaco Federico Berruti che ha voluto spiegare loro, in modo diretto, la posizione dell'amministrazione. Ecco: l'aggettivo "diretto"è la parola chiave di quanto sta avvenendo nella politica savonese.
I cittadini si allontanano sempre di più dalle discussioni sui grandi temi (quelli della politica nazionale, ma anche i temi locali "generalisti") e, invece, si tuffano anima e corpo nelle vicende che toccano da vicino la vita di ciascuno. Gli americani l'hanno chiamata sindrome "Nimby": non nel mio giardino. Per altri è il bello di un nuovo modello di partecipazione.
Quel che è certo è che la rappresentanza e la mediazione delle istanze - ovvero la missione nobile propria della politica - sembrano in crisi nera e ciascun cittadino, quando ne sente la necessità, va a portare direttamente i propri interessi in ogni sede. Proliferano i comitati spontanei: sicuramente poco ideologici, poco politicizzati, desiderosi - questo sì - di portare a casa risultati concreti.
Quello contro i box della Villetta è solo l'ultimo, e sembra - almeno per ora - aver perso la sua partita, ma ha coinvolto centinaia di persone. Un altro - quello dei Genitori di piazza delle Nazioni, anche lì centinaia le persone mobilitate, oltre mille le firme in calce alla petizione che ha scatenato la rivolta - ha lottato per salvare il suo prato ed ha trovato con l'amministrazione una soluzione che, alla fine, ha soddisfatto tutti. Più antico è il comitato di piazza Bologna, anche lì nato per una guerra contro i box: nelle ultime settimane ha ritrovato la voce per protestare sulle modalità di esecuzione dei lavori e sulla tenuta del cantiere. Infine gli Amici di Beppe Grillo: dopodomani porteranno in città il loro vate, che verrà a parlare di carbone e cemento. Sono 200 i savonesi iscritti al blog internet, in una quindicina si trovano tutti i giovedì sera alla società Milleluci di Legino per discutere dei problemi di Savona.
C'è che il sistema politico appare vicino all'implosione, i partiti sembrano impotenti e scavalcati, incapaci di "governare" quanto accade nella società e di farsi male o bene portavoce - come è stato per cinquant'anni - delle istanze della gente. Ma anche le istituzioni intermedie - come un tempo erano le Circoscrizioni - sono svuotate di qualunque compito di rappresentanza. O così, almeno, vivono la situazione proprio i rappresentanti delle ultime due mobilitazioni "dirette".
«Indubbiamente il proliferare dei Comitati è un segno della crisi della politica - dice Maurizio Vivalda, portavoce dei Genitori di piazza delle Nazioni - Il cittadino non si sente rappresentato. L'aspetto positivo, almeno nel nostro caso, è il dialogo proficuo che si è aperto con l'amministrazione». Aggiunge Vivalda: «È sulle grosse questioni che funziona o dovrebbe funzionare la democrazia partecipata. Le Circoscrizioni dovrebbero essere il luogo di questa democrazia partecipata, del confronto, ma sono da rivedere, oggi sono in crisi, hanno poche competenze e nessuna identità».
Antonella Granero
«le decisioni toccano alle istituzioni»
il sindaco
IL SINDACO Federico Berruti guarda con interesse al fenomeno della partecipazione: «Oggi con il voto l'elettore esprime una preferenza generale per uno schieramento, ma quando ci sono decisioni che ritiene importanti vuole partecipare direttamente». Aggiunge Berruti: «Di fronte a ciò, occorre evitare due errori opposti: deresponsabilizzare le istituzioni, affidando le decisioni ad una sorta di assemblearismo, o cadere nel dirigismo, scansando il confronto». Prosegue: «Le decisioni finali devono essere prese dalle istituzioni, perchè vanno inquadrate in un contesto di carattere generale. Però i cittadini hanno diritto a essere prima informati, poi consultati, con l'ascolto attento delle istanza e delle proposte». Il sindaco guarda con simpatia ad alcune manifestazioni del fenomeno: «Non saprei dire per piazza Bologna, ma per piazza delle Nazioni e per la Villetta non si tratta di fenomeni negativi, ma anzi moderni, poco ideologici, per niente o poco strumentalizzati politicamente». Berruti la prossima settimana incontrerà il sindaco di Torino Sergio Chiamparino: «Tra i temi che tratteremo c'è anche questo: Torino si è data un regolamento sulla partecipazione, una risposta non emotiva e non ideologica a questo tema importante. Mi interessa capire». Conclude il sindaco: «È chiaro che il limite a questo tipo di partecipazione è che la decisione deve essere di sintesi e spetta alle istituzioni. Per me, quello che abbiamo fatto con la Margonara è un modello positivo in questa direzione».