versione stampabile

LE NOTIZIE RISERVATE DI
TRUCIOLI SAVONESI

UN DISASTRO IN TUTTA LA PROVINCIA

MUOIONO LE PIANTINE DI POMODORI

 

Strage di piantine di pomodori. Una bruttissima notizia per i buongustai savonesi, per quanti coltivano con passione ed amore l’orto di famiglia, ma anche per molti agricoltori soliti coltivare in pieno campo il pomodoro, negli anni ’50 la pianta più commercializzata nella pianura albenganese perché dava una discreta remunerazione.

  Oggi sta sparendo anche dalle serre ed in pieno campo, ha lasciato il posto alle coltivazioni in vaso. Fiori ed erbe aromatiche.

Cosi è sempre più difficile, pur col moltiplicarsi di varietà, trovare quei pomodori profumati, pieni di sapore. I semi che un tempo i contadini autoproducevano hanno lasciato il posto all’acquisto di piantine sempre più elaborate. Ormai c’è chi compra la piantina di cuore di bue innestata (prezzo 1,80 euro).

Negli ultimi anni c’è stata comunque un’esplosione dell’orto famigliare. Ma quest’anno è arrivata una vera e propria sciagura. Le piante sono nella stragrande maggioranza infettate dalla virosi del tipo TSWV.  L’infezione, come ha spiegato a “Trucioli Savonesi”, l’esperto Paolo Strazzi di Albenga, è opera di un insetto (tripide) che la trasmette da una pianta all’altra. Il suo contenimento è diventato difficoltoso, quasi impossibile perché il tripide vive su tutte le piante, è invisibile ad occhio nudo, non ha difficoltà a trovare nutrimento.

Difficilissimo stabilire il momento in cui la malattia si trasmette. E questo sta creando qualche grana ad alcuni produttori che di fronte alla morte di migliaia di piantine già messe a dimora, a ingenti mancati introiti, non sanno se devono chiedere i danni ed a chi. Chi ha venduto le piantine o chi ha venduto il terriccio peraltro sterile?

"Mi sembra strano – dice Strazzi – che l’infezione scaturisca dai terricci torbosi, provenienti dall’Olanda, ma non solo. C’è da dire che la coltivazione del pomodoro è sensibile alla virosi, tanto è vero che in Marocco ed il alcune zone della Sicilia, la pianta viene ormai prodotta solo sottorete, evitando cosi che il tripide vi penetri."

Strazzi aggiunge che il recente inverno, assai caldo, può aver favorito la sopravvivenza del tripide. E quando la sua presenza emerge, con infestazione visibile ad occhio nudo, non c’è più nulla da fare. La piantina muore e bisognerebbe sterilizzare l’area. Purtroppo dopo che è stato proibito il bromuro di metile, per sterilizzare i campi e le serre, i problemi di questo genere, legati ad infezioni, non riguardano solo i pomodori.

Sta di fatto che si ha notizia che in tutta la provincia, soprattutto la parte ponentina, la strage di piantine interessa sia la fascia costiera, sia l’entroterra. Con la disperazione degli agricoltori di professione, ma anche di centinaia e centinaia di piccoli coltivatori di orti famigliari. Quest’anno non potranno più assaporare i pomodori nostrani, di casa. Chissà, inoltre, le conseguenze sui prezzi al dettaglio.

Grane anche per una decina di grossisti di piantine, sempre del ponente, molti dei quali sono considerati tra i migliori d’Italia.

Un danno per tutti. La natura, così bistrattata, continua a vendicarsi. Si riuscirà ancora a trovare un rimedio? Per cortesia non informate dell’accaduto Beppe Grillo o i suoi amici. Scherzi, a parte. Purtroppo è tutto vero.

Luciano Corrado