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 INTERVENTO A SOS CEMENTO: IL CEMENTO RISANATORE SULLA COSTA SAVONESE
di Antonia Briuglia

A Savona un "èlite urbana" detta le tendenze, misura il polso della società cittadina e di quella delle realtà confinanti, si fa portavoce della gente e presenta istanze propagandando quella errata quanto illusoria IDEA DI SVILUPPO che ha motivato tante aggressioni al territorio.

Un'èlite che stabilisce quale dovrà essere l'atmosfera, lo stile di vita dei nostri quartieri e delle nostre piazze cittadine, il futuro della nostra città, ma fatto ancor più grave, ottenendo dalle Amministrazioni pubbliche, di volta in volta, PEZZI DI TERRITORIO che in assenza di un Piano Comunale Urbano(strumento di pianificazione e di progetto complessivo della città)rimangono oggetto di PROPOSTE PRIVATE, dove sono proprio gli interessi privati ad avere "mano libera".

 

                I GRANDI ARCHITETTI

 

Ultimamente poi, la strategia vincente, sembra essere quella di avvalersi del progetto dell'architetto di fama che, qui ha la ben retribuita occasione  di propinare saggi di architettura contemporanea, che mal "compatiti" dal paesaggio, risultano invece essere "abominevoli".

D'altronde quello che LeCorbusier amava definire "il marciatore

attento", a Savona avrebbe difficoltà a dare un suo giudizio sulla fisionomia della città stessa.

Una città trasformata più volte: medioevale, ottocentesca, industriale, turistica, che da anni, vede depositare, come paracadutati, audaci parallelepipedi in zone lasciate volutamente a degradare.

Quei" vuoti urbani " della città post-industriale, che Renzo Piano propone come straordinarie occasioni della città moderna e scommesse di riprogettazione pubblica, qui diventano, invece interventi "interstiziali" alla ricerca frenetica del metro cubo.

 

             I DISTRETTI DI TRASFORMAZIONE

Questa corsa speculativa non ha certo risparmiato le vicine Albissole, dove "provvidenziali" crisi impongono a stabilimenti industriali traslochi o cambiamenti di destinazione d'uso.

Li chiamano Distretti di Trasformazione e se queste operazioni non sono ancora contemplate in uno strumento urbanistico, si può sempre ricorrere alle CONFERENZE DI SERVIZI.

Le nuove destinazioni d'uso ?

OVVIO: un pò di commerciale, un bel pò di residenziale e si può anche prevedere una saletta che può ospitare, riunioni, qualche mostra di pittori-amici, incontri di vario genere, da poterlo chiamare spazio ludico-culturale.

 

           QUALE SVILUPPO?

Questo sviluppo si chiama con un solo nome: LOGICA DELLA CRESCITA DEL MERCATO, che non promuove crescita per l'intera città, ma la impoverisce, perchè mentre riempie le tasche di chi costruisce, scarica sulla collettività i costi infrastrutturali e quelli sociali di una viabilità mai risolta, di un inquinamento urbano, di carenza di spazi verdi e di quelli ad uso pubblico, che mettono Savona ai penultimi posti in fatto di PROGETTAZIONE URBANA ECO-COMPATIBILE ed ENERGETICA.

 

Uno sviluppo che non promuove crescita neppure nel mantenere le promesse in fatto di posti di lavoro:

- la nautica non ha dato i frutti previsti nel ponente savonese;

- l'edilizia utilizza maestranze non autoctone e spesso anche le imprese non sono savonesi;

- Il commercio degli iper-mercati ha vanificato le potenzialità in modo irreversibile.

 Uno sviluppo che non offre neanche le abitazioni ai giovani: perchè l'edilizia che si realizza è,da ammissione stessa di alcuni imprenditori, un 'edilizia da investimento e aggiungerei da INVESTIMENTI MILIARDARI.

 

A nome di chi, stiamo privatizzando ampi tratti di costa, compromettendola in modo irreparabile?

In nome di chi permettiamo che si faccia scempio di risorse territoriali pubbliche, non ancora compromesse dal cemento?

In nome di cosa, permettiamo al Presidente dell'Autorità Portuale ad ergersi a RISANATORE di discariche abusive e di barraccopoli, tacitamente permesse per anni dagli stessi Enti preposti a controllare?

 

  ...continua nel prossimo numero  con l'analisi dei CASI SAVONESI e in particolare    di MARGONARA. 

 

                                                ANTONIA BRIUGLIA