Berruti: «Non correrò per un secondo mandato»  IL SECOLOXIX
le fibrillazioni a palazzo sisto
Il sindaco scuote ancora i partiti: io sono un uomo libero, ora chiedo coesione per i prossimi due anni
«CINQUE anni è il tempo che intendo dedicare a questo ruolo, quello di sindaco, non di più». Con queste parole - destinate ad aprire una fase nuova nelle fibrillazioni del teatrino politico in scena da tempo a Savona - il sindaco Federico Berruti ha annunciato l'intenzione di non correre per un secondo mandato a Palazzo Sisto nel 2011. Lo ha fatto ieri mattina, in una conferenza stampa convocata per un bilancio del primo anno di mandato. Berruti, ormai è evidente, ha deciso di svincolarsi dalla morsa mortale dei partiti che non controllano più né assessori, né consiglieri ma, nello stesso tempo, si dilaniano a vicenda mantenendo il Comune in una sorta di paralisi su questioni importanti e no.
«Il problema della coesione della maggioranza è sotto gli occhi di tutti - ha detto il sindaco - Il momento è difficile: c'è il cantiere aperto nel Partito Democratico, nella Sinistra Europea, nei socialisti. Ma questa dimensione "esistenziale" del centrosinistra non può avere il sopravvento sulla necessità di coesione della nostra maggioranza». Berruti, chiusa l'esperienza del primo anno di mandato, si dice certo che gli anni decisivi dell'amministrazione siano il secondo e il terzo, che ha di fronte: «Poi si entra nella fase finale e quel che è fatto è fatto. Per i prossimi due anni chiedo una moratoria alla mia coalizione, chiedo un sostegno coeso per fare ciò che abbiamo stabilito nei programmi. Poi che ci si valuti pure». Il sindaco sosteniene che cinque anni sono un tempo sufficiente per tutto ciò: «Io farò un mandato solo, però i partiti della coalizione devono mettermi in condizione di farmelo utilizzare al meglio. Non credo che mettere più tempo, nel fare le cose, significhi farle al meglio. ma certamente io devo essere messo nelle condizioni di poter utilizzare ogni giorno per quanto va fatto nell'interesse della comunità, non per inseguire i problemi e le liti nella coalizione». Insomma, il sindaco sembra non voler più subire la deriva che la crisi del sistema politico - a livello nazionale, ma anche e soprattutto a Savona - rischia di imprimere alle istituzioni. Sceglie di correre il rischio che da oggi parta una nuova lunghissima campagna elettorale (di qui al 2011, terremoti politici permettendo, torneranno in gioco il seggio da deputato del centrosinistra, la poltrona all'Autorità portuale e, a questo punto, anche quella di sindaco, per dire solo le più importanti) ma spariglia le carte di amici e avversari, mandando messaggi alla sua coalizione: «Spero che la nascita del Partito democratico - spiega - renda omogeneo il rapporto tra la politica e la società civile: io sono un uomo libero perché ho la mia professione ed è una professione che mi piace. Nulla mi impedisce di ritornavi, non sarà una punizione quando capiterà». Conclude duramente: «Voglio essere molto rigoroso: la politica ha le sue esigenze, anche tattiche, ma quello che deve prevalere è l'interesse dei cittadini. Ogni volta che non sarà così, lo dirò ad alta voce. La mia funzione politica è raggiungere obiettivi per la comunità, anche a costo di creare conflitti».
An. Gran