Partito democratico in duecento per il battesimo  IL SECOLOXIX
lunedì sera
Sala Rossa strapiena per la prima uscita della nuova coalizione. Il sindaco: «Ma parole e atti sono distanti»
LA SALA Rossa era strapiena, per tenere a battesimo il Partito democratico. Tanta gente, tanti volti noti delle istituzioni e dei partiti, ma anche persone delle associazioni e delle imprese che probabilmente si avvicinavano per la prima volta in maniera così diretta alla politica. Sin qui le note di novità e grande partecipazione della serata di lunedì, che ha visto partire anche a Savona la nave del Pd: al tavolo, a guidare le danze, i due segretari di Ds e Margherita, Giovanni Lunardon e Michele Boffa, e, per dare il segno dell'apertura, anche Alessandro Schiesaro, presidente dell'associazione Polis. Tanta voglia, anche, di girare pagina e riscoprire una politica capace di appassionare ed essere vicina ai bisogni della gente. Il resto, però, ha messo in luce tutte le difficoltà del momento, sia nella politica nazionale, sia nello specifico di quella savonese: un insieme di ingredienti che non riescono a fondersi in un nuovo alimento. Livio Giraudo, consigliere dissenziente della Margherita, è tornato a parlare della dei difficili rapporti tra potere economico e potere politico, con quest'ultimo soccombente. Nel vuoto è caduta la provocazione del sindaco Federico Berruti, che ha invocato, per una nuova sinistra, la rivalutazione del merito e del successo, la necessità di sposare modernizzazione ed equità, ma ha evocato la questione settentrionale e l'incapacità del centrosinistra di capire difficoltà e obiettivi dei piccoli imprenditori. Ma anche un preciso riferimento alla realtà savonese in perenne fibrillazione da alcune settimane, in risposta alle introduzioni dei segretari di partito: «Dichiarazioni belle e importanti, le vostre. Ma vivo ogni giorni una realtà distante da queste dichiarazioni. Allora bisognerebbe avvicinare le dichiarazioni ai comportamenti». In una platea affollatissima, con molta gente in piedi (tra le 150 e le 200 persone), si segnalano, tra gli altri, il presidente della Provincia Marco Bertolotto, con i suoi assessori Carlo Scrivano, Enrico Paliotto e la vice Lorena Rambaudi. C'è la responsabile del suo staff, Isabella Sorgini. C'è l'assessore regionale Carlo Ruggeri al fianco del deputato Massimo Zunino. Con Berruti, gli assessori Ferdinando Molteni, Luca Martino, Livio Di Tullio, Rosario Tuvé e Franco Lirosi. Un pezzo di sindacato, con i segretari di Cgil Francesco Rossello e Cisl Maresa Meneghini, il segretario regionale della Uil Floriano Cerdini e della Cgil Anna Giacobbe. Il presidente di Ips Roberto Grignolo. Il consigliere regionale Nino Miceli. Tanti consiglieri comunali savonesi e no, il vicesegretario della Margherita Piero Biamino, il sindaco di Vado Carlo Giacobbe, la presidente delle Opes Donatella Ramello e tanti altri. Giovanni Lunardon, nella sua relazione introduttiva, ha lanciato un appello perché si facciano subito i gruppi unici dell'Ulivo in Comune e Provincia come medicina contro le continue fibrillazioni della politica savonese. Una soluzione che ieri è stata rilanciata anche dall'assessore margheritino Franco Lirosi. Lunardon ha parlato anche della necessità di una politica capace di rinnovarsi, di introdurre i giovani, le donne, in un mondo che sino ad oggi li ha esclusi. Michele Boffa, sulla stessa linea, si è detto disposto anche ad un passo indietro, perché tutto ciò riesca: «Ho avuto tanto dalla politica, posso dare qualcosa io». Alessandro Schiesaro ha evocato la necessità di una politica capace di «coraggio e fantasia», di dare e trasmettere «emozioni». Così come uno degli interventi più seguiti è stato quello di Francesco Rossello: «Ci preoccupiamo dell'immagine, di quello che comunichiamo. Ma ciò che conta è tornare ad avere proposte forti alle domande inevase che arrivano dai cittadini». Una leit motiv che è tornato in quasi tutti gli interventi. Tanto da far dire ad uno degli osservatori: «Padre Sorge parlava di proposte nuove in otri vecchi. Qui parliamo di proposte vecchie in otri nuovi: il punto è riuscire a dare risposte nuove alle domande che gli elettori e i cittadini pongono».
An. Gran.