LA SALA Rossa era strapiena, per tenere a battesimo
il Partito democratico. Tanta gente, tanti volti
noti delle istituzioni e dei partiti, ma anche
persone delle associazioni e delle imprese che
probabilmente si avvicinavano per la prima volta in
maniera così diretta alla politica. Sin qui le note
di novità e grande partecipazione della serata di
lunedì, che ha visto partire anche a Savona la nave
del Pd: al tavolo, a guidare le danze, i due
segretari di Ds e Margherita, Giovanni Lunardon e
Michele Boffa, e, per dare il segno dell'apertura,
anche Alessandro Schiesaro, presidente
dell'associazione Polis. Tanta voglia, anche, di
girare pagina e riscoprire una politica capace di
appassionare ed essere vicina ai bisogni della
gente. Il resto, però, ha messo in luce tutte le
difficoltà del momento, sia nella politica
nazionale, sia nello specifico di quella savonese:
un insieme di ingredienti che non riescono a
fondersi in un nuovo alimento. Livio Giraudo,
consigliere dissenziente della Margherita, è tornato
a parlare della dei difficili rapporti tra potere
economico e potere politico, con quest'ultimo
soccombente. Nel vuoto è caduta la provocazione del
sindaco Federico Berruti, che ha invocato, per una
nuova sinistra, la rivalutazione del merito e del
successo, la necessità di sposare modernizzazione ed
equità, ma ha evocato la questione settentrionale e
l'incapacità del centrosinistra di capire difficoltà
e obiettivi dei piccoli imprenditori. Ma anche un
preciso riferimento alla realtà savonese in perenne
fibrillazione da alcune settimane, in risposta alle
introduzioni dei segretari di partito:
«Dichiarazioni belle e importanti, le vostre. Ma
vivo ogni giorni una realtà distante da queste
dichiarazioni. Allora bisognerebbe avvicinare le
dichiarazioni ai comportamenti». In una platea
affollatissima, con molta gente in piedi (tra le 150
e le 200 persone), si segnalano, tra gli altri, il
presidente della Provincia Marco Bertolotto, con i
suoi assessori Carlo Scrivano, Enrico Paliotto e la
vice Lorena Rambaudi. C'è la responsabile del suo
staff, Isabella Sorgini. C'è l'assessore regionale
Carlo Ruggeri al fianco del deputato Massimo Zunino.
Con Berruti, gli assessori Ferdinando Molteni, Luca
Martino, Livio Di Tullio, Rosario Tuvé e Franco
Lirosi. Un pezzo di sindacato, con i segretari di
Cgil Francesco Rossello e Cisl Maresa Meneghini, il
segretario regionale della Uil Floriano Cerdini e
della Cgil Anna Giacobbe. Il presidente di Ips
Roberto Grignolo. Il consigliere regionale Nino
Miceli. Tanti consiglieri comunali savonesi e no, il
vicesegretario della Margherita Piero Biamino, il
sindaco di Vado Carlo Giacobbe, la presidente delle
Opes Donatella Ramello e tanti altri. Giovanni
Lunardon, nella sua relazione introduttiva, ha
lanciato un appello perché si facciano subito i
gruppi unici dell'Ulivo in Comune e Provincia come
medicina contro le continue fibrillazioni della
politica savonese. Una soluzione che ieri è stata
rilanciata anche dall'assessore margheritino Franco
Lirosi. Lunardon ha parlato anche della necessità di
una politica capace di rinnovarsi, di introdurre i
giovani, le donne, in un mondo che sino ad oggi li
ha esclusi. Michele Boffa, sulla stessa linea, si è
detto disposto anche ad un passo indietro, perché
tutto ciò riesca: «Ho avuto tanto dalla politica,
posso dare qualcosa io». Alessandro Schiesaro ha
evocato la necessità di una politica capace di
«coraggio e fantasia», di dare e trasmettere
«emozioni». Così come uno degli interventi più
seguiti è stato quello di Francesco Rossello: «Ci
preoccupiamo dell'immagine, di quello che
comunichiamo. Ma ciò che conta è tornare ad avere
proposte forti alle domande inevase che arrivano dai
cittadini». Una leit motiv che è tornato in quasi
tutti gli interventi. Tanto da far dire ad uno degli
osservatori: «Padre Sorge parlava di proposte nuove
in otri vecchi. Qui parliamo di proposte vecchie in
otri nuovi: il punto è riuscire a dare risposte
nuove alle domande che gli elettori e i cittadini
pongono».
An. Gran.
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