L´OPERA  La Repubblica
LA FORTEZZA
 
Il tappeto volante si posa sul Priamar
"In questa fortezza c´è un´eco simbolica del travaglio delle vicende umane sempre al centro del mio lavoro"
Grandi gusci di bronzo in mostra per tre mesi: "Lavoro a tormentare la materia come una termite senza quiete"
 
MICHELA BOMPANI

La "termite senza quiete" sale sul Priamar di Savona. A ottantuno anni, il principe della scultura italiana contemporanea, Arnaldo Pomodoro, dal 16 giugno installerà sugli spalti della fortezza una serie di grandi opere. Rimarranno, enormi, scarnificate, assolute, davanti al mare, fino al 16 settembre. S´intitola "Il tappeto volante" la nuova esposizione che lo scultore, con la galleria Conarte (che pure ospiterà una ventina di altre opere dell´autore), ha escogitato proprio per il complesso savonese.
Grandi gusci di bronzo, le opere di Pomodoro, si fermeranno per tre mesi davanti al palazzo di Sibilla, posate su un tappeto, appunto: «Mi piaceva il progetto di caricare di sculture, in un luogo della fortezza, un oggetto mobile e leggero, come un tappeto volante», spiega l´artista. Le sue opere hanno colonizzato spazi grandi, ed emblematici, del mondo: dalla "Sfera con sfera", in bronzo, di tre metri e trenta di diametro, nel piazzale delle Nazioni Unite a New York, al favoloso "Colpo d´ala", sospeso sull´acqua, a Los Angeles. O l´altra "Sfera con sfera", bronzo, quattro metri di diametro, nel cortile della Pigna, nei musei vaticani. E adesso i suoi "congegni con guscio" arrivano a Savona, per un evento senza precedenti. «Mi ha molto colpito il Priamar - dice il maestro - mi ricorda il profilo dei castelli tra la Romagna e le Marche, i luoghi in cui sono nato. E poi in questa fortezza c´è un´eco simbolica del travaglio delle vicende umane - le battaglie, i silenzi, le profanazioni e le sopraffazioni - che sono sempre state al centro del mio lavoro».
Nato nel Montafeltro nel 1926, Pomodoro si trasferisce a Milano nel 1954 e, sulla soglia degli anni Sessanta, comincia a corrodere superfici e volumi perfetti, le sfere si incrinano, per far affiorare gangli metallici, che sono insieme grafismo e l´irrigidimento di guizzi biomorfi. E che diventano i segni di un alfabeto della disumanizzazione, con i quali Pomodoro ha condotto la propria ricerca artistica fino ad oggi. La luce scivola sulle superfici intatte, s´arresta sulle crepe, da cui s´affaccia della materia meccanica, «lavoro a tormentare la materia - dice Pomodoro - come una termite senza quiete». Guarda direttamente il mare, la "Porta del sapere": il maestro ha voluto che fosse rivolta verso il Mediterraneo una delle sue opere più lineari, in mostra al Priamar. «E´ simbolo dell´attraversamento di due mondi», spiega lo scultore, ecco perché l´ha imposta così, tra la terra e il mare. Raggiante, il sindaco Federico Berruti, che molto ha voluto questa mostra con l´assessore alla Cultura, Ferdinando Molteni: «Dalle opere di Fuksas, alla nuova centralità del porto nelle rotte internazionali - spiega - con questa mostra di Pomodoro, Savona s´impone al centro di una nuova stagione, anche intellettuale».