Studio Uckmar, accolte le tesi La Repubblica |
Iva su auto e cellulari Savona vince maxirimborso |
la sentenza |
E´ partita dalla Commissione
tributaria di Savona una serie di pronunciamenti che costerà decine di
miliardi di euro al governo, costretto a rimborsare le aziende
impossibilitate a detrarre l´Iva su auto e telefoni cellulari a causa
dei limiti imposti dalla legge italiana. Limiti che già la Corte di
Giustizia europea aveva giudicato illegittimi. La Commissione savonese
si è pronunciata su ricorso di Ferrania (quasi 300mila euro in ballo,
più interessi e rivalutazione), assistita dall´avvocato Sara Armella
dello studio Uckmar e poi di una trentina di società, tra cui 10 del
gruppo Orsero e 3 della Org, tutte difese dallo stesso avvocato.
Ferrania e le altre esigevano piena e immediata restituzione della cifra
e hanno vinto su tutto il fronte, ora saranno seguite da migliaia di
aziende in tutta Italia. La palla passa al ministro Padoa Schioppa, ma
la partita era iniziata da tempo. Nel 1979 il governo aveva introdotto
una consistente limitazione alla possibilità di detrarre l´Iva versata
dalle imprese per l´acquisto e la manutenzione di veicoli aziendali.
Doveva essere una misura transitoria ma, di proroga in proroga, con
successivi aggiustamenti, che hanno portato l´indetraibilità fino al 90%
e l´hanno estesa ai cellulari, è stata mantenuta da tutti i governi, di
ogni colore, ed è arrivata fino a oggi. "L´Iva, però - spiega Armella -
è un´imposta quasi integralmente disciplinata dal legislatore
comunitario, che pone come fondamentale il diritto dell´impresa di
scaricarla pienamente per gli acquisti fatti. Paga il consumatore. Si
tratta, infatti, di un´imposta sul consumo, non sulla produzione. Gli
stati nazionali possono introdurre limitazioni alla detraibilità solo
per ragioni congiunturali e per periodi limitati". Nel 2004 una società
di Trento, Stradasfalti, poi seguita da altre aziende, decide di
chiedere il rimborso e la questione arriva alla Corte di Giustizia, che
il 14 settembre 2006 si pronuncia, dando torto al governo e riconoscendo
ai ricorrenti il diritto al rimborso dell´Iva pagata e non detratta
anche per gli anni passati. Il giorno dopo, il 15 settembre, il governo
emette un decreto di legge urgente "ai fini dell´attuazione" della
sentenza: una cascata di norme che stabiliscono "differenti percentuali
di detrazione per distinti settori di attività", "apposito modulo" e
limiti temporali. Il provvedimento, di fatto, non facilita ma limita e
tende a diluire nel tempo l´attuazione della sentenza. A questo punto le
aziende savonesi, consigliate dall´Unione industriali locale, decidono
di ricorrere alla Commissione tributaria. E le sentenze stabiliscono il
diritto al rimborso pieno e integrale, senza ulteriori adempimenti, non
solo per le auto, ma anche per i cellulari, su cui la Corte di
Lussemburgo non si era ancora pronunciata. "Si tratta di pronunce
ineccepibili - commenta Armella - perché è principio consolidato che
ogni giudice possa accertare l´incompatibilità della norma nazionale
rispetto al diritto comunitario e disapplicarla senza attendere un
pronunciamento della Corte di Giustizia, ma soprattutto perché inviano
un chiaro segnale al legislatore: se è doverosa la lealtà dei
contribuenti verso il fisco, lo è altrettanto quella del fisco verso i
contribuenti". (odoardo scaletti) |