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SINDACALE SI TEME LA CHIUSURA DELLA FABBRICA Ferrania: le riunioni si susseguono ma il futuro rimane sempre incerto LA STAMPA |
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Ferrania: continua al linea
attendista, ma il tempo è ormai agli sgoccioli. Confronto, ieri,
all’Unione Industriali, tra sindacati e l’azienda che ha illustrato i
contenuti del vertice tecnico di giovedì, a Roma. Preoccupazione tra i
sindacati, come riassume Giorgio Cepollini, della Cisl: «Il "percorso
romano" della Ferrania si sviluppa lungo due binari paralleli. Da un
lato c’è la faccenda degli sgravi fiscali, riferita all’assunzione
diretta dei lavoratori. La richiesta della società è di 16 milioni di
euro e il ministero dello Sviluppo, se da un lato ha riconosciuto
all’azienda le condizioni per ottenere tali sgravi, ha demandato al
ministero del Lavoro l’analisi per il calcolo concreto del contributo.
Altro percorso, invece riguarda il piano industriale per il quale
l’azienda prevede un investimento di 70 milioni. Il ministero ha
riconosciuto l’importanza solo del progetto fotovoltaico, il maggiore,
per un investimento di 50 milioni di euro, prendendosi ulteriore tempo
per valutare, invece, superconduttori e film ottici. Adesso occorrerà
capire come tale valutazione condizionerà i contributi, previsti
dall’accordo di programma, e richiesti dall’azienda». Altro motivo di
preoccupazione è la richiesta di proroga per un anno della cassa
integrazione straordinaria: «A quanto pare non ci sono ostacoli da un
punto di vista tecnico, ma l’azienda non ha ancora inoltrato ufficiale
richiesta. La spiegazione è, purtroppo, semplice: la proprietà sta
attendendo di vedere come si muoverà concretamente il ministero per
quanto riguarda i contributi. Se i arriveranno, allora la cassa
integrazione spciale ha un senso per supportare la fase di decollo dei
progetti industriali; se, invece, i contributi saranno al di sotto delle
aspettative, l’azienda probabilmente aprirà le procedure di mobilità,
ovvero l’atto finale prima della chiusura». |