OGNI GIORNO si sprecano fiumi di parole sulla disaffezione
dei cittadini dalla politica. Poi ci sono casi-scuola. Ieri
pomeriggio il consiglio comunale è stato riunito per quattro
ore, dalle 15 alle 19 - davanti a qualche decina di abitanti
della Villetta - per arrivare ad una conclusione che, nei
corridoi di Palazzo Sisto, era data per scontata già al
mattino: il rinvio della pratica sui box di via Beato
Ottaviano (33 voti, 31 favorevoli e 2 astenuti), per
esperire un nuovo tentativo di mediazione e, soprattutto,
per acquisire un supplemento di parere legale che dica se
anche l'emendamento presentato da Livio Giraudo (Margherita)
costituisca un rischio di "colpa grave" (con rivalsa
patrimoniale) dei consiglieri comunali verso la società
Incisa srl che ha presentato il progetto di costruzione.
Tanto per mettere le carte in tavola, ieri mattina la Incisa
ha fatto pervenire una seconda diffida-messa in mora
all'amministrazione. E, nella riunionie di maggioranza
tenuta dalle 11 alle 13, sono volate ancora una volta parole
grosse: c'è stata una lite tra l'assessore ds Franco
Aglietto (all'urbanistica nella giunta-Ruggeri) e il
consigliere margheritino Giampiero Aschiero. Livio Giraudo,
altro margheritino movimentista e dissidente, ha abbandonato
la riunione ed ha ribadito sino all'ultimo l'intenzione di
votare - anche da solo - il suo emendamento. Il che ha
riaperto un'altra volta il problema politico del gruppo
consiliare della Margherita, solo parzialmente sanato poi
dal nuovo rinvio della votazione. Poi nel pomeriggio -
assente il sindaco Federico Berruti per malattia - è
successo un po' di tutto perché non succedesse proprio
niente. Patrizia Turchi, autrice del primo emendamento per
bloccare la pratica, ha ribadito che «si tratta sì di una
variante ad hoc, come del resto le tante approvate sino ad
ora, con la differenza che questa volta è a vantaggio dei
cittadini e non dei privati». Ha aggiunto: «La scelta
politica spetta a noi». Giraudo è intervenuto subito dopo
per dire che la sua proposta salvaguardava l'interesse
pubblico e anche quello del privato a costruire, anche se la
Chiesa - in un tentativo di mediazione - aveva alzato il
muro contro muro. A cavare il coniglio dal cilindro è stato
Federico Delfino, capogruppo di Fi. Che ha chiesto appunto
un rinvio della pratica per gli opportuni approfondimenti.
Una proposta fatta quando da poco erano passate le 16. Sono
arrivate le 19 - non senza una interruzione di mezz'ora per
l'ennesima riunione di maggioranza voluta dal vicesindaco
Paolo Caviglia quando ormai quasi tutti i consiglieri erano
chiaramenti schierati per la proposta di Delfino - ed è
arrivato un voto pressoché unanime. I grandi movimenti erano
iniziati alle 18.10: Giraudo e Turchi hanno capito che la
loro proposta non sarebbe comunque passata ed hanno
preferito lavorare per il nuovo rinvio. Evidentemente
gradito a tutti. Fatta eccezione per qualche "falco" della
giunta municipale. Il problema politico resta tutto aperto.
An. Gran.
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