L'ex manager
critica i piani della Regione per la sanità.
«Come al solito si favorisce Genova»
03/06/2007
roberto cuneo
QUALSIASI progetto di riorganizzazione deve partire
dalla coscienza dei problemi reali. Nel caso della
sanità savonese i problemi reali principali sono i
seguenti:
- la struttura ospedaliera è obsoleta: l'ospedale di
Savona è di una generazione fa, quelli di Pietra e
di Cairo di due generazioni fa; l'ospedale di
Albenga è l'unico ospedale di nuova realizzazione
della Liguria ma è strutturalmente piccolo;
- in sanità i costi non direttamente sanitari
(uffici amministrativi, affari generali, informatica
ecc.) sono pesanti e tolgono risorse ai sistemi di
cura;
- gli ospedali di Pietra e di Savona hanno attuato
negli ultimi anni una politica di concorrenza tra
loro anziché di integrazione realizzando delle
duplicazioni (es. oncologia e ortopedia) e ignorando
le carenze;
- l'elefantiasi della sanità genovese toglie risorse
al resto della Regione.
Le opportunità sono però significative:
- con circa 1000 posti letto è possibile
pianificare, specializzando gli ospedali, una sanità
di eccellenza in quasi tutti i settori;
- i volumi edilizi presenti in Santa Corona,
valorizzati urbanisticamente, consentono di generare
le risorse necessarie a realizzare un nuovo grande
ospedale moderno nello stesso sito.
La soluzione che ritengo ideale tiene conto di
quanto premesso e consiste nella creazione di due
aziende sanitarie, una territoriale con sede a
Savona ed una ospedaliera che comprende i quattro
ospedali della provincia, con sede a Santa Corona.
Con questa soluzione su Santa Corona si può
investire su tutti i settori dell'ortopedia, della
riabilitazione, della neurochirurgia ecc. ed al S.
Paolo su tutto il settore oncologico e cardiologico,
fatti salvi i presidi di base indispensabili
ovunque.
Realizzando il nuovo ospedale a Pietra si potrà
creare le basi per lo sviluppo della nuova medicina
basata sulle tecniche biologiche.
La soluzione decisa dall'assessore regionale è
sbagliata in quanto si creerebbe un'azienda di 4500
persone che i direttori attuali non sono in grado di
guidare; e poi ci si dovrebbe spiegare perché a
Savona le aziende devono passare da due a una ed a
Genova da sei a cinque, nelle tradizione tutta
genovese di penalizzare il resto della Liguria.
Roberto Cuneo è ex manager asl.
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