COSA E' ACCADUTO NEGLI ULTIMI ANNI di Luciano Corrado In questi ultimi anni è stato un fiorire di porticcioli, dai progetti alle nuove realizzazioni, agli ampliamenti. Ogni caso, ogni città fa storia a sè. I porti sono senz'altro motivo di sviluppo, ma non una panacea che qualcuno invece continua a sbandierare. A meno che non si intendano come rifugio per chi non intende acquistare la seconda casa. Forse, tra tutti, è Varazze il porto che ha dato maggiore impulso, grazie però ad una concreta ed intelligente politica di sviluppo nel "dopo porto". Resta da attendere le prossime mosse e la sorte della collina che fa da coronario. C'è già chi parla di ottimi affari per una serie di iniziative edilizie. Altri come a Spotorno-Noli, grazie alla tenacia di pochi, premiati alle amministrative, si è per ora posto un alt a chi voleva il porto, ma soprattutto i metri cubi assai più redditizi nel residenziale e nel commerciale. Forse ci si avvia verso una struttura più piccola, meno invasiva e meno speculativa. Molte mire, per quel che si sa, sono puntate su Pietra Ligure che tuttavia merita un capitolo a se stante perché c'è anche in ballo l'area del Santa Corona, almeno una parte. Il caso Loano, invece, è tutto da raccontare, basta far parlare gli atti pubblici, gli articoli di giornali e le dichiarazioni. Sicuramente è un porto che non potrà fare da volano, come sta accadendo, all'industria alberghiera. Infatti i primi che non ci credono sono quelli che a parole osannano, ma negli affari stanno ben lontani dall'impegno diretto o anche indiretto in strutture ricettive, lasciando agli altri il compito di tirare il carro. A Borghetto il miracolo del porticciolo per merito degli amministratori pubblici e di privati molto concreti. Ceriale è sempre in attesa, Albenga sta alla finestra, ma ha già detto di essere interessata. Alassio ha ampliato il suo scalo, Andora continua a dare esempio di buona amministrazione con iniziative poco elefantiaci, dunque realizzabili senza andare alle calende greche. Ma la storia dei porti lasciamola raccontare ad una figura di giornalista che resta un esempio di onestà intellettuale e coerenza, Vittorio Preve, oggi il figlio Marco fa il redattore a Repubblica-Il Lavoro e si è occupato con grande incisività della storia di alcuni porticcioli o progetti della nostra provincia e del ponente ligure. |
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Da LA STAMPA 21 AGOSTO 1973 Le amministrazioni comunali e le decisioni della RegioneLa "guerra dei porti, sulla Riviera nuove astuzie per evitare la legge Come Sanremo riuscirà ad avere un secondo approdo turistico - I casi di Lavagna e Albenga: qualche masso gettato in mare e la scappatoia è trovata - Disciplinare il settore ed evitare una speculazione edilizia |
Dal nostro inviato speciale Savona, 20 agosto 1973 La «guerra dei porti» è in pieno svolgimento. Le amministrazioni comunali delle Riviere stanno prendendo le contromisure per rendere inoperante la legge-ponte che il Consiglio regionale ha approvato il 30 luglio scorso e con i quale si disciplina severamente (sin quasi a praticamente bloccarla) la normativa, per la costruzione di nuovi approdi marittimi. Tale legge (che non è ancora in vigore in quanto deve ricevere l'approvazione dagli organi governativi centrali) rimarrà operante sino al 31 ottobre 174, epoca in cui dovrebbe essere pronto il piano regionale di assetto del litorale.Dice un vecchio – e purtroppo veritiero-adagio che «fatta la legge, trovato l'inganno». E la legge-ponte dell'Ente Regione sta verificandolo a sue proprie spese. Una prima concessione la legge regionale dovette farla già in sede di discussione ed approvazione, quando un consigliere liberale dell'estremo Ponente riuscì a far approvare un emendamento in grazia del quale Sanremo potrà costruire il secondo porto turistico. L'articolo 13, infatti, che originariamente stabiliva che non si potesse realizzare più di un approdo se non nei comuni con popolazione superiore ai 100 mila abitanti, è stato modificato portando il limite degli abitanti a 50 mila, col che la società privata che ha ottenuto il beneplacito per un progetto per oltre 1200 posti-barca potrà realizzare l'opera a Sanremo |
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Siamo di fronte, evidentemente, a uno dei tanti compromessi che in sede politica si verificano abbastanza di frequente. Altri comuni, che non avevano capacità di pressione a livello regionale pari a quella di Sanremo, hanno adottato diversi accorgimenti per eludere il disegno di legge che sta per diventare operante. Due casi, per il momento, appaiono molto significativi in questa guerra sotterranea i fatta di «astuzia all'italiana»: Lavagna ed Albenga. Vediamoli. |
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Lavagna. Di un porticciolo turistico si parlava, in questo centro della Riviera di Levante, dal 1969. La pratica, però, andava piuttosto a rilento, anche per le polemiche che e aveva sollevato fra i diversi gruppi politici in comune. Verso il 20 luglio, una fuga di notizie dalla Regione sul disegno di legge che disciplina la costruzione di nuovi porti arriva alle orecchie degli amministratori comunali. Allora in pochissimi giorni si esaurisce una pratica che stava segnando il passo da quattro anni. Il 28 luglio il sindaco firma la licenza edilizia in base alla quale la società «Cala dei genovesi» è autorizzata a costruire un porticciolo privato. Il 30 luglio vengono posti i primi massi in mare a significare che i lavori sono in corso: la notte stessa il Consiglio regionale approva il disegno di legge che stabilisce, fra l'altro, che sono esclusi dalla normativa gli approdi per i quali, alla data di entrata in vigore della legge, i relativi lavori di costruzione siano in corso. Basta la posa di qualche «scoglio» a stabilire che i lavori sono in corso? A tutt'oggi nessuno ha contestato tale disinvolta procedura, e intanto pare che il rappresentante della società privata abbia affermato che nell'ambito del porticciolo sorgeranno 120 «residences», oltre, naturalmente, ai fabbricati indispensabili al funzionamento dell'infrastruttura e relativi ristorante, bar, eccetera. Albenga. Se a Lavagna si è osservata, malgrado tutto, una certa «forma», qui a Ponente si è agito con maggior disinvoltura. La società privata interessata alla costruzione del porto in regione Vadino ottenne l'approvazione del progetto e la necessaria licenza edilizia nel giugno del 1972. Mancava ancora il parere favorevole del ministero dei Lavori pubblici. Adesso, a quanto pare, tale approvazione ministeriale è giunta, e in questi ultimi giorni (quindi dopo il veto favorevole alla legge-ponte da parte del Consiglio regionale) due strutture in cemento armato realizzate da tecnici francesi sono state poste nella zona dove dovrà sorgere l’ approdo marittimo, come a significare che i «lavori sono in corso» e la legge-ponte di conseguenza è inapplicabile. Il porto di Albenga potrà ospitare, una volta ultimato secondo l'attuale progetto, 1293 imbarcazioni, oltre il doppio (così come a Lavagna) dei posti massimi (600) stabiliti dall'articolo 11 della legge regionale.Che la realizzazione di porticcioli sia indispensabile per una maggiore qualificazione del turismo ligure, nessuno lo contesta. Ma ad evitare che anche in questo settore succeda quello che si è verificato nell'edilizia, una rigida disciplina si impone. E' quello che tenta di fare l'Ente Regione, ma la scarsa sensibilità di qualche pubblico amministratore renderà vano anche questo sforzo. Non ci si preoccupa, negli ambienti responsabili, soltanto del proliferare insensato dei porticcioli, ma anche — se non soprattutto — della temuta speculazione edilizia che attorno ad essi pare destinata a trovare nuova linfa. Il pericolo non è tanto latente come si potrebbe credere a un esame superficiale, ed a mettere in guardia da esso è stato, recentemente, il direttore del porticciolo turistico di Mentone-Garavan, monsieur Henri Benouaich, il quale aveva concluso un nostro colloquio con queste testuali parole: «Auguro alla Riviera ligure che i nostri errori le servano di esempio, per evitarli ». Dove per «errori» voleva alludere all'indiscriminata speculazione edilizia che, grazie ai nuovi porti, ha quasi completamente rovinato la Costa Azzurra dal confine a Cannes. E, in fatto di errori-orrori edilizi, la Riviera ligure, purtroppo, non ha nulla da imparare. E' un argomento nel quale è maestra.Vittorio Preve |