Ruggeri avverte il Comune: «Il Puc c'è già, non voglio varianti» IL SECOLOXIX
bufera sull'urbanistica
L'assessore regionale risponde a Rifondazione comunista che vorrebbe azzerare il preliminare del 2005
31/05/2007
RIMETTERE mano al Puc per dare un segnale di discontinuità rispetto all'amministrazione-Ruggeri. La posizione di Rifondazione comunista, espressa a viva voce dall'assessore Jorg Costantino, trova la risposta della Regione. Proprio lui, l'ex sindaco Carlo Ruggeri, attuale assessore regionale all'Urbanistica, "avvisa i naviganti": «Non vorrei che proprio dal Comune di Savona partissero richieste di varianti. Sarebbe singolare». Tradotto: Rifondazione si dia una calmata e il sindaco Berruti non ne assecondi le iniziative, perché dal punto di vista della pianificazione territoriale, «Savona è una città a metà del guado, in una posizione delicata -osserva Ruggeri - e giova ricordare che su ogni scelta urbanistica pesano in questo momento i vincoli di salvaguardia». Vincoli che impediscono al Comune di avviare qualsiasi iniziativa, se non è conforme alle previsione del vecchio prg. Un esempio, tanto per capire: sul fronte mare di via Nizza, stante la situazione attuale, non potrà essere costruito un solo metro cubo di edilizia residenziale. La stessa operazione immobiliare delle ex aree Fs di piazza del Popolo rischia di rimanere bloccata per anni. Probabilmente è proprio questo l'obiettivo di Rifondazione, ma non quello delle altre componenti della maggioranza, alle quali Ruggeri consiglia, per così dire, un ripasso della normativa in materia urbanistica.
«Credo sia bene chiarire - dice Ruggeri - che il preliminare del Puc è stato adottato nell'aprile del 2005 e che successivamente sono arrivate circa 400 osservazioni di privati e di enti, quali la Provincia e la Regione. Ebbene, ora la strada maestra per il Comune è rispondere a tali osservazioni, decidere quali accettare e quali no. E' questo il lavoro da fare». Procedere diversamente, azzerando il preliminare del Puc, come pretende qualcuno a Palazzo Sisto significherebbe, secondo l'assessore regionale, paralizzare per anni la città. «Il motivo è presto detto: da solo il preliminare non ha la forza per autorizzare interventi che non siano già previsti dal vecchio strumento urbanistico».
B.L.