«CHI FA da sé fa per tre» recita un celebre proverbio e
sembra che molti savonesi abbiano deciso di metterlo in
pratica. Stufi di aiuole aride, marciapiedi semidistrutti,
giardini pubblici privi di ogni comfort, strade sporche o
infestate dalle erbacce, molti cittadini hanno deciso di
rimboccarsi le maniche, provvedendo in prima persona a
interventi di cui il Comun sembra essersi dimenticato.
Sotto la Torretta nasce così un nuovo e curioso fenomeno,
quello dei lavori pubblici "fai da te": in pratica piccole,
ma non trascurabili opere affidate all'iniziativa dei
singoli. Una nuova frontiera della privatizzazione? Un
esempio esasperato di devolution che arriva fino al
condominio? Più probabilmente l'estremo tentativo di
numerosi abitanti - dotati di grande senso civico e
spazientiti dalle lungaggini burocratiche e dalla tipica
inefficienza italica - per rendere più bella e confortevole
la città, a partire dal proprio quartiere.
Così, da qualche settiamana, in un'aiuola abbandonata nel
parcheggio realizzato di fronte alla stazione Mongrifone,
sono spuntati fiori e piantine. «Tutto è partito dal nostro
vicino Idalgo Piazza che è un appassionato di fiori e ha
cominciato a sistemare nell'aiuola alcune piantine -
racconta Umberto Cheli, fra gli abitanti del condominio che
ha in pratica "adottato" lo spicchio di terra in via Lichene
- poi abbiamo tutti seguito il suo esempio e abbiamo
iniziato a metterne altri». «E' una bella cosa - prosegue -
prima era solo un'aiuola non curata piena di terra ed
erbacce ora è un piccolo giardino, noi chiediamo sempre
consiglio a Idalgo che ci aiuta a posare le piante».
«L'unico problema è annaffiare - conclude Cheli - c'è un
rubinetto, ma è chiuso e così ci tocca portare dei secchi da
casa: noi ci occupiamo volentieri di questo spazio verde, ma
chiediamo al Comune di fornirci almeno un po' d'acqua».
Ma gli improvvisati "giardinieri pubblici" non sono solo
nell'Oltreletimbro; il nostro viaggio tra questi volenterosi
cittadini prosegue infatti al Santuario, proprio nella
piazza della Basilica dove un'altra aiuola, tristemente
abbandonata e ridotta a contenitore di terra ed erbacce, è
fiorita d'incanto. Un miracolo della primavera? «No, tutto
merito delle signore Paola e Mirella» ripetono gli abitanti
della frazione: sono infatti alcune condomine dei palazzi di
via Cimavalle a prendersi cura di questo spazio verde, dopo
averlo sistemato e ripulito. E nella vallata del Letimbro
non si tratta di una caso isolato. Molti infatti, stanchi di
aspettare un intervento pubblico che non arriverà mai, si
occupano regolarmente della pulizia di strade secondarie
come quella che dalla casa del Beato Botta va alla piccola
stazione o via Riborgo, falciando l'erba che invade
l'asfalto.
Poi ci sono quelli che non si accontentano dei fiori nei
giardini pubblici, ma magari vorrebbero anche avere un posto
dove sedersi a prendere un po' di fresco e a fare due
chiacchiere. Così, facendo tappa a piazzale Moroni,
scopriamo che nell'area verde di via Chiavella - nei pressi
delle scuole Callandrone - vista la ormai storica mancanza
di attrezzature, sono spuntate sedie in vimini e un vecchio
tavolino. Si tratta di pezzi di arredamento non più
utilizzati che qualche cittadino ha deciso di non buttare,
mettendoli a disposizione di tutti. Tra i "volenterosi" non
va dimenticato chi spesso pulisce il sottopassaggio di corso
Tardy e Benech, già abbellito anni fa dai bambini delle
scuole Astengo. Insomma, a Savona si risponde ai ritardi del
Comune con l'antica arte di arrangiarsi. In via Ranco
tuttavia, troviamo l'ultima categoria, ossia quelli a cui
non è neppure concesso "fare da sé": «Via San Francesco è
pericolosa perché non c'è marciapiede rialzato - sbotta Remo
Moscino - siamo disposti a provvedere per l'installazione di
paletti salvavita, ma mancano i permessi».
gianluigi cancelli
Marco Gervino
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