Il fai da te dei cittadini dimenticati IL SECOLOXIX
la nuova tendenza
Stanchi dei ritardi del Comune, coltivano aiuole, arredano giardini, puliscono strade
«CHI FA da sé fa per tre» recita un celebre proverbio e sembra che molti savonesi abbiano deciso di metterlo in pratica. Stufi di aiuole aride, marciapiedi semidistrutti, giardini pubblici privi di ogni comfort, strade sporche o infestate dalle erbacce, molti cittadini hanno deciso di rimboccarsi le maniche, provvedendo in prima persona a interventi di cui il Comun sembra essersi dimenticato.
Sotto la Torretta nasce così un nuovo e curioso fenomeno, quello dei lavori pubblici "fai da te": in pratica piccole, ma non trascurabili opere affidate all'iniziativa dei singoli. Una nuova frontiera della privatizzazione? Un esempio esasperato di devolution che arriva fino al condominio? Più probabilmente l'estremo tentativo di numerosi abitanti - dotati di grande senso civico e spazientiti dalle lungaggini burocratiche e dalla tipica inefficienza italica - per rendere più bella e confortevole la città, a partire dal proprio quartiere.
Così, da qualche settiamana, in un'aiuola abbandonata nel parcheggio realizzato di fronte alla stazione Mongrifone, sono spuntati fiori e piantine. «Tutto è partito dal nostro vicino Idalgo Piazza che è un appassionato di fiori e ha cominciato a sistemare nell'aiuola alcune piantine - racconta Umberto Cheli, fra gli abitanti del condominio che ha in pratica "adottato" lo spicchio di terra in via Lichene - poi abbiamo tutti seguito il suo esempio e abbiamo iniziato a metterne altri». «E' una bella cosa - prosegue - prima era solo un'aiuola non curata piena di terra ed erbacce ora è un piccolo giardino, noi chiediamo sempre consiglio a Idalgo che ci aiuta a posare le piante». «L'unico problema è annaffiare - conclude Cheli - c'è un rubinetto, ma è chiuso e così ci tocca portare dei secchi da casa: noi ci occupiamo volentieri di questo spazio verde, ma chiediamo al Comune di fornirci almeno un po' d'acqua».
Ma gli improvvisati "giardinieri pubblici" non sono solo nell'Oltreletimbro; il nostro viaggio tra questi volenterosi cittadini prosegue infatti al Santuario, proprio nella piazza della Basilica dove un'altra aiuola, tristemente abbandonata e ridotta a contenitore di terra ed erbacce, è fiorita d'incanto. Un miracolo della primavera? «No, tutto merito delle signore Paola e Mirella» ripetono gli abitanti della frazione: sono infatti alcune condomine dei palazzi di via Cimavalle a prendersi cura di questo spazio verde, dopo averlo sistemato e ripulito. E nella vallata del Letimbro non si tratta di una caso isolato. Molti infatti, stanchi di aspettare un intervento pubblico che non arriverà mai, si occupano regolarmente della pulizia di strade secondarie come quella che dalla casa del Beato Botta va alla piccola stazione o via Riborgo, falciando l'erba che invade l'asfalto.
Poi ci sono quelli che non si accontentano dei fiori nei giardini pubblici, ma magari vorrebbero anche avere un posto dove sedersi a prendere un po' di fresco e a fare due chiacchiere. Così, facendo tappa a piazzale Moroni, scopriamo che nell'area verde di via Chiavella - nei pressi delle scuole Callandrone - vista la ormai storica mancanza di attrezzature, sono spuntate sedie in vimini e un vecchio tavolino. Si tratta di pezzi di arredamento non più utilizzati che qualche cittadino ha deciso di non buttare, mettendoli a disposizione di tutti. Tra i "volenterosi" non va dimenticato chi spesso pulisce il sottopassaggio di corso Tardy e Benech, già abbellito anni fa dai bambini delle scuole Astengo. Insomma, a Savona si risponde ai ritardi del Comune con l'antica arte di arrangiarsi. In via Ranco tuttavia, troviamo l'ultima categoria, ossia quelli a cui non è neppure concesso "fare da sé": «Via San Francesco è pericolosa perché non c'è marciapiede rialzato - sbotta Remo Moscino - siamo disposti a provvedere per l'installazione di paletti salvavita, ma mancano i permessi».
gianluigi cancelli
Marco Gervino