TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni

Cento anni di storia e passioni

buon compleanno Savona Fbc

 
1907-2007: da Sguerso a Levratto, da Caburi a Bacigalupo, Longoni, Persenda, Cucchi, Taccola, Furino, Prati, Panucci. Protagonisti, comprimari, aneddoti, storie, memorabili trionfi e incredibili cadute nella lunga storia biancoblù.  
 
 
Il 29 maggio il Savona Fbc celebrerà sul Priamar (Palazzo della Sibilla, ore 17), il suo Centenario di Fondazione con una cerimonia ufficiale alle presenza di autorità, sportivi, giocatori dirigenti di ieri e di oggi. Il 31 al "Bacigalupo" (ore 16) match amichevole con la Sampdoria. Per l'occasione il giornalista Luciano Angelini, ex biancoblù, ci ha inviato questo suo intervento che volentieri pubblichiamo. 

Il Savona Fbc compie 100 anni. Quanta strada. Chi l'avrebbe detto, quella sera di giugno del 1907, quando il direttivo della Fatellanza ginnastica savonese, presieduto da Francesco Enrico, decise “di costituire una sezione giuochi: tamburello, football e palla vibrata”, come recita il verbale della seduta. L'avvio di una lunga storia. Primo presidente Cesare Lanza, maglie a strisce bianche e blu verticali (orizzontali invece quelle di “mamma” Fgs). Si procede a piccoli passi, reclutamento, selezioni, allenamenti. In principio, ad innescare la curiosità per il calcio, furono le sfide tra gli equipaggi dei mercantili inglesi Elmville e River Masey. Momenti di svago per spezzare la monotonia delle lunghe soste in porto. Il seme è gettato. L'interesse diventa passione. Ed è il guanto di sfida lanciato dai marinai del mercantile inglese Hanmoor, come risulta negli archivi della Fratellanza ginnastica (Glenmoore, secondo altre fonti), a innescare autentiche, inesauribili passioni sportive. Si gioca in piazza d'Armi, più o meno dove oggi c'è il colosso Ipercoop. Tre tempi di 40 minuti. Un cronista dell'epoca scrive: “Alla fine della seconda ripresa, segnò un goal la squadra inglese. Alla terza ripresa gli inglesi segnarono un altro goal che dava termine alla gara”. Il Savona più avanti si rifarà con gli interessi. E con la “perfida albione” non saranno match tra damerini. Nessuno ci sta a perdere. Botte da orbi, così celebrate su un giornale locale. “Gli inglesi, memori della sconfitta precedente, tentano con un accanimento eccessivo, quasi brutale, di avere ragione del giovane team savonese, ma i loro sforzi a nulla valsero”. La partita finisce in un diluvio di gol: 8-1. Questi gli eroi biancoblù: Gavarone, Albini, Morandi, Foschi, G.B. Tarò (capitano),O. Tarò, Grossi, Biacca, Ghigliano, Ottonello, Scotto.

Il 1907, anno di nascita del Savona Fbc, è denso di avvenimenti: a Rapallo incontro tra il ministro degli Esteri Tittoni e il cancelliere tedesco Von Bulow per rinnovare l'intesa sulla Triplice Alleanza (Italia-Germania-Austria); si festeggia il centenario della nascita di Giuseppe Garibaldi; nascono Laurence Olivier, Katharine Hepburne, John Wayne, Alberto Moravia, Giorgio Amendola; muore Giosuè Carducci; sir Robert Baden-Powel sull'isolotto di Brownsea nella baia di Poole dà vita al movimento scout sull'isolotto di Brownsea nella baia di Poole; Pio X condanna il modernismo con l'enciclica “Pascendi gregis”; Kipling ottiene il Nobel per la letteratura; Picasso dipinge “Les demoiselles d'Avignon”, quadro destinato a segnare un'epoca nelle arti figurative; il principe Scipione Borghese e il giornalista Luigi Barzini trionfano nel raid Pechino-Parigi; Petit Breton vince la prima edizione della Milano-Sanremo; a Savona, alla foce del Letimbro, nasce la nuova centrale elettrica, a Vado Ligure, il Tecnomasio Brown Boveri (oggi Bombardier, leader nella produzione di locomotori e materiale rotabile).

Una lunga storia, quella del Savona Fbc. Ma che in più di un'occasione rischia di restare interrotta. Come nel 1953. La grave crisi economica e industriale della città (migliaia di operai licenziati nella fabbriche storiche Ilva e Scarpa e Magnano) si abbatte anche sul club biancoblù. Ed è la retrocessione tra i dilettanti. E poi nel 1974 con la doppia retrocessione dalla Serie C alla D, stagione in cui non servono i gol di Vittorio Panucci e le parate di Ermes Paterlini, scuola Samp, e il gran correre dell'altro blucerchiato Tuttino per evitare il gorgo. E ancora nella stagione 1986-87 con la retrocessione e il fallimento di una gestione miserevole. E' ancora Vittorio Panucci, questa volta in veste di allenatore-factotum, ad evitare la disintegrazione e la scomparsa dei colori biancoblù dallo scenario del calcio.

Tra i capitoli oscuri c'è anche l'ombra della serie A perduta per una partita (forse) venduta. E' il 22 maggio 1941, campo di corso Ricci: Savona-Modena vale la promozione in serie A. I biancoblù allenati dall'ungherese Orth e con il portiere Caburi, il goleador Tomasi, Sandroni e Vaschetto, tutti poi saliti in serie A, autentiche star della squadra, imbattuti sul terreno di casa (14 vittorie, due pareggi), sono in piena corsa per una storica promozione. La sfida interna con il Modena è decisiva. Si gioca davanti a oltre 10 mila spettatori. Una bolgia. Vincono i “canarini” 1-0. La voce popolare, mai provata, mai del tutto smentita, parla di combine e di un misterioso incontro tra alcuni giocatori e un emissario modenese alla vigilia del match.

Ma vi sono anche capitoli intensi ed esaltanti nel lungo racconto biancoblù. Come non estrarre e ingrandire quello dei “favolosi anni 60”. Tra il 1965 e il 1967 il Savona Fbc vive due stagioni piene di pathos, emozionanti e drammatiche. Indimenticabili. Solo chi ha oggi i capelli grigi può vantarsi, sì vantarsi, di aver visto e gioito per la conquista della serie B (1965-66). Una stagione perfetta. La squadra è guidata da Manlio Bacigalupo (subentrato a Nino Rosso dopo dieci giornate) con l'ex genoano Rosin tra i pali, Ratti, Valentino Persenda, Maurizio Bruno e Carletto Pozzi colonne difensive, Natta e Gittone stantuffi di centrocampo, Pietrantoni in cabina di regìa, Taccola, Fazzi e Corucci implacabili goleador. Uno sprint lunghissimo con Udinese, Como e Marzotto. Decisiva o quasi la sfida con i lariani al “Bacigalupo” a spalti gremitissimi (quasi 10 mila spettatori). Match ad alta tensione. Pestrin porta in vantaggio il Como all'inizio della ripresa, Pietrantoni, romano de Roma, piede davvero magico, pareggia il conto dopo 7', Corucci, scuola Genoa, mette il sigillo al 38'. Tripudio. Ma la sorte è in agguato l'8 maggio a Valdagno. Al Savona basta un punto per mettere fuori gioco il Marzotto e ipotecare la promozione. Una partita sul filo del rasoio, densa di emozioni violente. Troppo. Fausto Gadolla, ispiratore e artefice della Grande Impresa, crolla in tribuna, stroncato da un infarto. Dalla gioia al dramma. Si va in serie B, ma a quale prezzo.

La prematura scomparsa del commendator Gadolla lascia il Savona Fbc senza guida e senza prospettive. La città non è in grado di sostenere il peso, diciamo di un'eredità bella e costosa. Risolve tutto Carlo Russo, leader dc di lungo corso, già braccio destro del presidente Segni, ministro delle Poste. La soluzione si chiama Aldo Dapelo, amministratore delegato della Fulgorcavi, sedi a Genova Bolzaneto e Latina, commesse in Italia e all'estero, fuoruscito dal Genoa, gran voglia di riscatto, così come “Gigione” Costa, doriano (deluso) di chiara fede. Attorno a Dapelo si coagula un gruppo fortissimo di imprenditori: “Gepin” Olmo, ex recordman dell'ora, re delle bici, stabilimento a Celle Ligure, Tardini, Bandettini di Poggio, Mondini.

La stagione 1966-67 è introdotta da una giornata storica. Savona-Juventus di Coppa Italia. Stadio Bacigalupo, 4 settembre 1966, giornata da estate piena, 20 mila spettatori arrampicati un po' dappertutto, Nando Martellini appollaiato nei distinti per la registrazione tv da mandare in onda alle canoniche ore 19. La Juventus è quella di Anzolin, capitan Salvadore, Castano, Del Sol, De Paoli, Cinesinho, Menichelli. Il Savona è allenato da Ercole Rabitti, scuola bianconera, capitan Persenda, soprannominato Roccia, ed è tutto dire, prima del via avverte Menichelli: “Dove pensi di andare..”. Finisce senza gol. Supplementari. Decide de Paoli dopo 6 minuti. Ma il Savona con un giovane Furino a centrocampo, l'anziano Zoppelletto a dirigere la difesa, l'esperto Fascetti in regìa, Benigni (figlio del comico Nuto Navarrini, da cui prenderà il nome anni dopo, e di una fascinosa soubrette della sua compagnia) all'ala sinistra, Marco Fazzi alla guida dell'attacco, pare pronto per la cadetteria. Ma così non è. La partenza è a singhiozzo, pari a Reggio Emilia, il Varese espugna il Bacigalupo (gol di Anastasi), una vittoria in dieci partite. A Rabitti per salvare la panchina non bastano gli arrivi di Angelo Spanio dalla Roma, Pierino Prati dal Milan e Glauco Gilardoni, né la storica vittoria sul Genoa (gol di Gilardoni). A dicembre le redini passano ad Enzo Occhetta, altro ex Genoa. La lotta è durissima. Arrivano i rinforzi. Fioccano i gol di Prati e Gilardoni (30 in due), ma la difesa è un colabrodo. La corsa è affannosa, difficile, ma la salvezza pare ad un passo. Dopo 37 tormentate e a tratti esaltanti udienze, la sentenza a Catania, negli ultimi 90', anzi negli ultimi 5 minuti. Sull'1-1 (Fazzi nel primo tempo, Christensen in apertura di ripresa) decide una testata nemmeno troppo convinta di Fara all'85'. Ed è la “fatal Catania”. Retrocessione incredibile. Folle. Con Prati e Gilardoni (15 gol a testa) in vetta alla classifica marcatori insieme con il doriano Francesconi, una media di 8.645 spettatori a partita. Oggi farebbe invidia all'80 per cento dei club di serie A. Sono trascorsi 40 anni, ma chi visse quell'avventura prova ancora un brivido e tanta rabbia per un'occasione perduta. E che ha segnato il restante cammino del Savona Fbc. Un cammino tra retrocessioni, faticose risalite, promesse quasi mai mantenute, delusioni e fallimenti.

Fallimento e retrocessione, un dèjà vu, un film che si ripropone l'estate scorsa. Sì, perché il 2006 poteva passare alla storia come l'annus horribilis. Con il rischio, per scelte e con personaggi impresantabili, di vedere scomparire, forse per sempre, il glorioso club biancoblù. Una umiliazione proprio a pochi metri da un traguardo ambizioso e ambito: i cento anni di vita. Sì, proprio alla vigilia della grande ricorrenza, della grande festa, delle celebrazioni, dei ricordi, dei flash back, dei rimpianti e delle inevitabili emozioni. Un incubo lungo un campionato. Con i creditori alle porte, gli stipendi, rimborsi pardon, da pagare, i ristoranti con le cucine chiuse per i troppi sospesi, gli affitti in arretrato, i fornitori con pretese di saldi cash. Con la squadra laggiù in fondo ad annaspare, con la girandola degli allenatori, a sperare nel miracolo-salvezza nella lotteria degli spareggi. Niente da fare in campo, il resto in tribunale, tutto nelle mani del giudice fallimentare.

Pare finita. Invece, non per magìa, ma quasi per un'operazione di trapianto di cellule staminali ricavate dall'ombelico della città, ecco che il Savona risorge dalle proprie ceneri. Merito, prima di tutto, di Vittorio Panucci, di nuovo lui, goleador principe nelle sfide con Parma, Udinese, Alessandria e Venezia (stagione 1972-73), rimasto solo a gottare, a buttar fuori acqua dalla barca piena di buchi.

Poteva morire il Savona Fbc, anno di nascita 1907? Un Savona che in cento anni di storia ha visto sfilare protagonisti e comprimari. Dai tempi eroici di piazza D'Armi, del campo di via Frugoni, della “fossa dei leoni” di corso Ricci, fino all'ormai vetusto “Bacigalupo”(inaugurazione il 6 settembre 1959 con il Torino di Soldan, Bearzot, Virgili, Moschino e Ferrini: 3-0 per i granata, reti di Moschino e doppietta di Mazzero). Una storia densa di capitoli importanti e con formidabili protagonisti in momenti ed epoche diverse. Grandi portieri come Caburi, Bacigalupo, Pendibene, Castagno, Bruno Ferrero, Rosin, Italo Ghizzardi, Walter Zenga agli esordi. Grandi bomber come Nanni Vanara, Felice Levratto, Re Dionigi, Cappelli, “Bertin” Mantero, Corrado Teneggi, Marco Fazzi, Glauco Gilardoni, Pierino Prati. Un elenco di splendidi giocatori che hanno onorato la maglia biancoblù: da Sandroni a Vaschetto, Sguerso, Borgo, Canepa, Melandri, Vignolo, Longoni, Varicelli, Galindo, Valentino e Mino Persenda, Pierino Cucchi e lo sfortunato figlio Enrico (celebrato da Gianni Brera per una memorabile prestazione con l'Inter in Coppa), Mariani, Contin, Nadali, Caffaratti, Maurizio Bruno, Fazzi, Verdi, Ratti, “Pucci” Gittone e suo cognato Piero Natta, Pietrantoni, Pittofrati, Giuliano Taccola, Beppe Furino, Pierino Prati, Eugenio Fascetti, Angelo Spanio, Glauco Gilardoni, Nello Governato nel passaggio da giocatore a giornalista-scrittore e a manager, Marcello Lippi e Domenico Arnuzzo dalla Samp al Savona “per farsi le ossa”, Beppe Corbellini, Vivarelli, Antonio Marcolini (papà di Michele, cresciuto nel Torino, ex Bari e Atalanta, oggi al Chievo, genero di Roberto Longoni, leader di un grande Savona negli anni '40). Tanti che è impossibile elencarli tutti.

Il Savona Fbc che tra le due guerre ha avuto in panchina gli ungheresi Bela Karoly, Layos Dimeni e Giorgio Orth, l'olimpionico Rinaldo Ruggero, Felice Levratto. E ancora, negli anni '50-60, Felicino Palizzari (allenatore del ritorno in C, stagione '58-59), Zeffiro Furiassi, Cesare Rosso, Manlio Bacigalupo (timoniere nella conquista della serie B), Ercole Rabitti, scopritore e mentore di Beppe Furino, Enzo Occhetta, Vincenzo Rigamonti, “Pinella” Baldini. E poi via via, con altarne fortune, Evaristo Malavasi (scaramentico allenatore dai calzini bianchi, protagonista nel Campionatissimo di Serie C, quello irripetibile con Genoa, Imperia, Entella e Spezia), l'indimenticato Ezio Volpi, Pierino Cucchi, Omero Tognon, Giorgio Canali, i fratelli Persenda, Rigamonti, Franco Viviani, Vittorio Panucci, Tagnin, Gigi Bodi messi giù in ordine sparso, e che abbracciano anni ruggenti ma anche difficili e tormentati della vita biancoblù. E gli anni delle presidenze importanti, che hanno segnato la storia del Savona Fbc: Stefano Del Buono, mitico presidentissimo dai primi anni '50 al 1964, Giovanni Conti, Fausto Gadolla , Aldo Dapelo, Mario Rebuffa, Alfio Viola, Mario Briano, Michele Viano, Marino Del Buono, Enzo Grenno (per otto stagioni alla guida della società e artefice della conquista della Coppa Italia dilettanti nella stagione 1990-91), fino a Bettino Piro, che dopo sedici anni di purgatorio tra dilettanti e serie D riportò il Savona in serie C (stagione 2001-2002). Senza dimenticare mitici dirigenti: Falco, Casella, Delle Piane, Cirio, Tonini, De Lucis e l'indimenticabile Marietto Vagnola, che nella lunga trafila da giocatore a dirigente arrivò fino allo staff della Juventus in Europa. E Gaetano Chiarenza, segretario per tutta la vita.

E siamo all'oggi. Anno primo dopo l'operazione-salvataggio propiziata dalla tenacia di Vittorio Panucci, conclusa grazie all'intervento di una cordata della Savona da bere con gli avvocati Roberto Romani (presidente), Franco Aglietto, Carlo, Bertolotto, Claudio Strinati (direttore generale, già procuratore di Skhuravy), rappresentanti del mondo imprenditoriale: Luciano Pasquale, presidente della Fondazione De Mari e direttore dell'Unione Industriali; Aldo Dellepiane (Demont di Millesimo, azienda leader nell'impiantistica e nella cantieristica navale, Progetto Bofill, neo azionista nel Terminal carbonifero), il notaio Federico Ruegg, il commercialista Erasmo Del Grande, più Renato Alluto, medico di lunghissimo corso, presidente onorario. Si resta in serie D. La stagione si avvia al galoppo, pare promettere il ritorno in C2, poi qualcosa s'inceppa, ne approfitta la più cinica Canavese. Resta aperta la porticina dei play off e degli eventuali ripescaggi.

Ma ora è tempo di celebrazioni. Il 29 maggio appuntamento ufficiale con la città sul Priamar (Palazzo della Sibilla). Il 31 amichevole di lusso con la Sampdoria, avversario scelto non a caso. Fu infatti l'Andrea Doria il primo avversario degli striscioni appena nati. Una passerella per tutti. Felice anniversario, caro, amatissimo Savona Footballclub. E cento di questi giorni.
 

Luciano Angelini