Pulizia strade, bocciata la città IL SECOLOXIX
Via Famagosta la più sporca, poi via Quarda Superiore. Il "fai da te" dei commercianti
 
PULIZIA e manutenzione di strade e marciapiedi del centro: insufficienza abbondante, di quelle non recuperabili con il compitino programmato di fine anno.
Comune rimandato a settembre, dunque, con seria possibilità di bocciatura, se il piano di interventi già programmato per l'estate, non darà gli effetti desiderati. Si parla di una task-force in azione su più turni. Vedremo. Intanto, torniamo alla pagella.
Nella speciale classifica delle strade luride spiccano via Famagosta, via Quarda Superiore e Inferiore, via Guidobono. A seguire, piazza Chabrol e piazza Mameli. Pieno centro città, mica angoli nascosti.
Tra le strade invece impraticabili per ragioni strutturali (asfalto rovinato e marciapiedi sbrecciati o del tutto assenti), meritano una citazione via Montegrappa, via Caboto e via Corsi.
È quanto emerge da un pomeriggio di perlustrazione per le vie del centro. La routine quotidiana forse impedisce ai cittadini di notare quanto la situazione sia degenerata, o meglio, non sia mai realmente migliorata? Falso.
La gente se ne accorge, eccome. Si vedono le acrobazie di scooter in fase di decollo, dopo essere transitati su buche in stile motocross; o ancora le gincane dei pedoni tra gli escementi di piccioni e cani; e il ritorno della scarpa da ginnastica nel guardaroba femminile, dopo la strage di tacchi perpetuata dalle insidiose pavimentazioni di marciapiedi e pavé.
Il viaggio inizia dalla ragnatela di perpendicolari tra piazza del Popolo e il lungomare. Se via XX Settembre, via Montenotte, via Ratti, via Verzellino e via Corsi, tra alti e bassi, presentano timidi segnali di praticabilità, la "maglia nera" spetta senza dubbio a via Guidobono; tombini in rilievo, asfalto irregolare e tanta, tanta sporcizia: cartacce, escrementi, cicche di sigaretta.
All'ingresso di quasi ogni negozio, pronte per l'uso, scopette e piccoli portarifiuti. Il "fai da te"è ormai la regola da queste parti. La pulizia, senza l'intervento dei singoli abitanti, rimane un miraggio.
Si continua. Piazza Giulio II, via Manzoni e via Caboto rappresentano le ultime oasi meritevoli di sufficienza prima del picco negativo rilevato nella zona antistante la Torretta. Si tratta di una situazione curiosa, che ricorda il metodo adottato dagli adolescenti per riordinare la propria stanza efficacemente e senza fatica: ammucchiare il tutto sotto il tappeto.
Vestendo per un momento i panni dei crocieristi Costa appena sbarcati, un probabile itinerario di visita della città potrebbe comprendere piazza Leon Pancaldo, via Paleocapa e via Berlingeri, tutte strade che si presentano senza pecche, con un manto stradale omogeneo e marciapiedi curati. Risultato: ottima pubblicità con turisti di tutto il mondo.
Ma le mamme o i turisti un po' più curiosi, abboccano difficilmente: basta una mossa, alzare il tappeto. E basta una mossa anche per smascherare il tranello di "Savona città pulita": è sufficiente percorrere via Quarda Superiore e Inferiore, via Pia, piazza Chabrol, via Montegrappa e via Famagosta, tutte strade poco distanti dal porto.
Le prime quattro presentano le problematiche tipiche dei borghi vecchi: il selciato poco omogeneo diventa pericoloso per i bastoni degli anziani e le stampelle degli infortunati, mentre i larghi spazi tra le pietre offrono ai rifiuti di piccole dimensioni un riparo sicuro contro i tentativi di rimozione degli operatori ecologici.
Poco funzionale anche via Montegrappa: se la forte discesa, la larghezza ridotta e l'assenza di marciapiedi la rendono proibitiva per i semplici pedoni, è facile immaginare le difficoltà per disabili e mamme con passeggino.
Via Famagosta merita un capitolo a parte. Per chi si ostinasse a chiudere gli occhi e non vedere la nauseante scia orizzontale che solca l'ingresso della galleria (gentile omaggio dei piccioni appollaiati sulla copertura a volta), ci sarebbe sempre la componente olfattiva a ricordare la presenza di rifiuti organici nei dintorni. Mai perdere di vista la situazione in cielo dunque, ma neanche a terra.
Il marciapiede è decisamente alto e stretto, se si incontra un pedone che viaggia nel senso opposto è necessaria la massima attenzione, il rischio di trovarsi sull'asfalto con la caviglia gonfia è reale.
Non va meglio per le sospensioni di auto e moto, costrette agli straordinari dalle precarie condizioni del manto stradale. Il verdetto per via Famagosta è incontestabile: quattro in pagella e urgente colloquio con i "genitori" dell'amministrazione comunale.
La marcia continua attraverso piazza Diaz e via Mistrangelo, esteticamente una boccata d'aria rispetto alla lunga apnea precedente.
C'è ancora tempo per raggiungere piazza Mameli: l'area pedonale su cui si affaccia il monumento ai Caduti è conservata diligentemente, non altrettanto i portici: la situazione è davvero poco gratificante, con gomme da masticare e mozziconi di sigarette che da eccezione sono diventati regola. Pochi metri più in là c'è piazza del Popolo: meglio chiudere un occhio.
Bruno Lugaro
Federico Biglieri