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Chi costruisce a Ceriale…

Chi sono i Nucera…

Chi sono i vecchi e i nuovi costruttori…

di Luciano Corrado

Ceriale – Ai nastri di partenza si stanno avvicinando per Ceriale alcune importanti operazioni immobiliari. Nuove case, nuovi palazzi, altro cemento fronte mare. Chi sono i protagonisti e quali le zone interessate? Forse è bene precisarlo. Non esistono speculatori o costruttori dal cuore d’oro. Ognuno cerca di avere il massimo profitto dai suoi investimenti. Spesso sono interessi contrastanti, ma può anche capitare che l’iniziativa privata – guai se non fosse così – si sposi con gli interessi collettivi che dovrebbero sempre prevalere in una società a democrazia realizzata, solida.

Gli imprenditori, dunque, quando realizzano ciò che è loro consentito, non devono essere messi in croce. Semmai è l’organo politico-amministrativo ad essere chiamato in causa. Certo è che quando ci sono grandi affari, senza un rigoroso controllo dei ruoli, le commistioni sono dietro l’angolo, come documentano  gli anni bui di tangentopoli. Una pratica che, a quanto pare, ha ripreso vigore in molte zone d’Italia. Il malaffare, al di là delle inchieste giudiziarie, è in agguato, ma non si può certo generalizzare. Partiamo da questo concetto per descrivere le future operazioni edilizie a Ceriale.


Giovanni Nucera

GLI AFFARI DEI NUCERA

E’ la più estesa area di un solo privato lungo il litorale cittadino in Regione Torsero- rio Largo- via Orti. 70 mila metri quadrati di terreno che corre sotto l’Aurelia, oggi incolto, diventati di proprietà di una società che fa capo ai fratelli Nucera: Andrea, Luca, il più giovane, geometra e Monica, con recenti viaggi in Madagascar.

 Persone normalissime, con interessi anche nel mondo alberghiero, con alcuni hobby e dei meriti che è giusto riconoscere. I Nucera sono saliti di recente alla ribalta, tra roventi polemiche e la durissima denuncia di “Striscia la notizia” per la storia delle “quattro torri di Albenga”, la società fatta con la pubblica Arte (ex case popolari) e la  “Progetto Spa” (pubblico privata), presieduta da Franco Bellenda,  per la ristrutturazione del vecchio ospedale ingauno.

Andrea è al timone di quello che può essere considerato un piccolo impero. E’ stato assessore comunale a Ceriale, abita in una stupenda villa sopra il campo sportivo, dopo aver acquisito anche la villa Lamberti; è sposato con una cittadina inglese, ha quattro figli. Andrea, considerato un abile e per certi versi schivo imprenditore di successo, ha ereditato il timone dell’azienda dal padre Giovanni Nucera, emigrato da San Lorenzo (Reggio Calabria), deceduto pochi anni or sono alla San Michele. Aveva la residenza a Ceriale in via Parei 6, dove aveva acquistato una tenuta agricola, denominata Monica.

 Nucera senior ha scalato tutti i gradini del successo imprenditoriale. E’ stato anche consigliere comunale ad Albenga, iscritto dal 1982 alla sezione Baletti del Psi. Alle comunali ottenne 486 preferenze, appena dietro il capogruppo Danilo Sandigliano e all’ex sindaco Mauro Testa.

Giovanni Nucera ha costruito immobili, comprato aree, in provincia di Savona e fuori dai confini. E’ stato anche socio in alcune operazioni con Salvatore Gaudenti, originario di  Mussomeli, abitante a Ceriale – anche lui figura tra gli imprenditori di successo – , il terzo socio era Pietro Sanna, nato a Serrenti, abitante a Loano. Ha avuto meno fortuna.

La storia di Giovanni Nucera, politico ed imprenditore dal fiuto eccezionale, è anche contenuta nella pagine di due clamorose vicende giudiziarie. La prima nei primi anni ’80 con il terremoto provocato dall’arresto di Alberto Teardo quando era presidente della Regione Liguria e a pochi giorni dalla probabile elezione al parlamento italiano. Riporta il verbale di interrogatorio di Teardo davanti  al giudice Michele Del Gaudio (13 marzo 1984): "…i tre assegni che mi vengono mostrati, per l’importo di 80 milioni, intestati a mia moglie Mirella Schmid e girati a Leo Capello, trattasi della vendita di tre appartamenti di mia moglie a Palo di Sassello e acquistati dall’imprenditore Nucera di Albenga, collegato al Psi…denaro che mi serviva per la campagna elettorale, quale candidato alle politiche del giugno ’83…".

E ancora il nome di Nucera compare nella richiesta di rinvio a giudizio del sostituto procuratore della Repubblica, Alberto Landolfi, l’ 11 luglio 1997, nell’ambito della maxi inchiesta sull’allora sindaco di Albenga, Angelo Viveri. Per Viveri e Nucera (figuravano nella carte d’indagine, prestiti consistenti di denaro, 150 milioni, in un primo tempo attribuiti al costruttore Damonte di Alassio) c’era in ballo una società di quest’ultimo, la Co.ge.li e la partecipazione nella costituenda spa a capitale misto Ecoalbenga. Inoltre una concessione edilizia (6 alloggi) in via Dalmazia. Inchiesta che si concluse con una nulla di fatto tra assoluzioni e prescrizioni. In quella circostanza Nucera, assistito dall’avvocato Fausto Mazzitelli, fu colpito (05-10- 96) da un ordinanza di custodia cautelare in carcere, sostituita 4 giorni dopo con gli arresti domiciliari. In seguito al ricorso dell' avvocato Mazzitelli il tribunale del riesame di Genova (24-10-96) annullò  l' ordinanza del giudice di Savona e dispose l' immediata liberazione di Nucera. Analogo provvedimento venne preso per Angelo Viveri. I Nucera sono in causa, altra notizia, con un ex sindaco di Albenga, avvocato, al quale hanno chiesto in tribunale i danni (400 milioni di lire) per una causa finita male in quel di Ceriale. Causa in attesa  del giudizio del giudizio d' appello a Genova. 

Ma l’operazione immobiliare nella zona T 1 del piano regolatore di Ceriale non ha nulla a che fare con quelle indagini. Semmai è entrata in nuovi scenari con l’acquisto della vasta area proveniente da un rapporto d’affari avviato da Fiorani o suoi intermediari, della Banca di Lodi. L’arresto di Fiorani, come noto, causò un ciclone in molte città d’Italia, fino al vertice della Banca d’Italia, con le dimissioni del governatore Fazio.

Ebbene su quell’area (lottizzazione con indice di edificabilità 1,5 mc. per mq.) il gruppo Nucera, pare con altro socio, potrà utilizzare il 30 per cento della cubatura a destinazione commerciale, il 30 per cento come residenza turistico-alberghiera, con obbligo di un albergo a 4 stelle con piscina, il resto ad abitazioni. La superfice interessata arriva praticamente davanti al Famila.


Angelo Viveri

GARAVENTA – FRESIA- PODESTA’ 

Nella zona cosiddetta T 2 costruirà l’imprenditore genovese Garaventa, mentre la società che fa capo a Franco Fresia, costruttore edile di Ceriale, con interessi anche a Loano dove ha costruito un’immobile in via dei Gazzi, ha acquistato una parte del terreno ex camping Tempo d’Estate, già al centro di una internabile “querelle”. Campeggio che si era incendiato tre volte. Fresia ha rilevato il 50 per cento dei 12.500 mq. dagli eredi del cav. Antonio Bruzzone.

Il restante 50 per cento della sorella Caterina Bruzzone è finito ad una fondazione, comprese le due spiagge, presieduta da un avvocato di Pinerolo.   Un’area che con insistenza gli abitanti della zona, ma senza successo, chiedono al sindaco che venga pulita dai detriti dell’incendio, ma soprattutto è stata segnalata una notevole presenza di eternit  dunque amianto. Possono essere realizzati interventi anche sui 2200 metri cubi già esistenti. Anche in questo caso si tratta di un’operazione che se fatta con criteri di trasparenza, nel rispetto degli interessi collettivi, può rappresentare un’opportunità positiva per Ceriale.

Infine l’intervento su un’area litoranea molto appetibile. Si tratta dell’area già camping Delphis, ora di proprietà della famiglia Franco Podestà di Albenga, ex socio in affari con Angelo Viveri in Sardegna, proprietari del “Campeggio dei Fiori”. Podestà aveva acquistato dalla famiglia Lorenzini, origini toscane, a suo tempo molto vicino agli ambienti della democrazia cristiana, con frequentazioni nei palazzi romani della politica, vicino all’allora gruppo tavianeo.

Sull’area dell’ex campeggio, anche attraverso passati condoni, potranno essere realizzati 3.200 metri cubi, pari a 1200 metri quadrati. Nella zona si vende a 5-6 mila euro al metro quadro, prezzi destinati a salire con lo spostamento della ferrovia e la sistemazione dell’intera area litoranea.

E’ la continuazione dello “sviluppo Ceriale”, certamente con più rispetto per l’ambiente, più servizi, oneri di urbanizzazione. Uno sviluppo iniziato negli anni sessanta con i primi palazzi sul mare, a ponente. Quei palazzi che criticai in modo feroce dalle colonne de La Settimana Ligure, proseguendo poi con Nuova Liguria e Il Secolo XIX, mi causarono una durissima inimicizia con l’allora sindaco Francesco Merlo, veterinario stimato, poi diventato consigliere regionale, trovando la morte sull’Aurelia, a Torre del Mare, mentre tornava dalla Regione. Merlò mi punì facendomi notificare dal Comune di Ceriale un cartella per l’imposta di famiglia (ero appena sposato e non avevo neppure la casa in proprietà) dove risultavo il contribuente più ricco della cittadina. Dovetti fare ricorso e, ovviamente, mi dettero pienamente ragione, con le scuse. Quei palazzi sul mare, la prima ferita per Ceriale e l’inizio del disastro edilizio, furono costruiti dall’imprenditore Riolfo di Laigueglia.

I Riolfo sono diventati tra le più facoltose famiglie del ponente, con interessi terrieri ed immobiliari anche a Loano dove vivono la vedova, la figlia ed il figlio.


Il Sindaco Merlo premia il parroco Don Morchio

Dopo Riolfo ha costruito parecchi palazzi anche Alberto Galati, esponente del Pli, già assessore e consigliere comunale e provinciale, candidato al parlamento, senza fortuna, deceduto molti anni or sono. Una persona a modo, ma soprattutto imprenditore. L’elenco di chi ha costruito negli anni a Ceriale la fetta più grossa della sua frenetica espansione prosegue con il gruppo Rapetti di Acqui, l’ormai pensionato, imprenditore d’assalto Giuseppe Miino di Borghetto S. Spirito; il vulcanico e ora pensionato Delio Farinazzo che tuttavia ha finito per bruciarsi una fortuna;

 l’imprenditore Pastorino di Spotorno, famiglia molto facoltosa; e ancora la famiglia Gaudenti, i Vaccarezza di Loano, Murialdo (inizialmente in società con Sarà) di Ceriale che è proprietario con la moglie e la figlia del parco acquatico, un’area di proprietà del Comune di Ceriale. 50.547 metri quadri dati in concessione alla società Marina srl nel 1988, per la durata di 30 anni, rinnovabile. Il canone d’affitto fissato all’epoca di 15 milioni per 28 anni, da pagarsi al Comune entro il 30 giugno, con l’aggiornamento Istat.

Tra gli immobili che invece attendono un intervento anche a tutela del decoro di Ceriale – che ha ottenuto, pagando ovviamente, la Certificazione ambientale del suo territorio e ei suoi servizi pubblici -  c’è la cosiddetta Casa Guastavano, nei caruggi del centro storico. Esiste un’ordinanza di messa in ripristino-sgombero firmata dal sindaco che risale al 1991. Nulla è cambiato, anzi è peggiorata la situazione di degrado. Un pugno in faccia in pieno centro storico.

Infine c’è in ballo da tempo la sistemazione dell’ex fabbrica di dolciumi (biscottificio) della famiglia Pesce (4 eredi). C’è una proposta di realizzare una piazza, dando in cambio la cubatura nel palazzo inutilizzato delle scuole elementari. Anche in questo caso un problema che si trascina e bisognerebbe avere il coraggio di “mostrare i muscoli”. Fare quello che invano ebbe a sostenere, quasi in solitudine, un personaggio che a Ceriale potrebbe dare molto, come autorità morale, coerenza, impegno, prestigio: Sergio Ferrero, già assessore al turismo con la Dc, consigliere, candidato sconfitto alla corsa di sindaco. Ferrero, in pensione dopo una brillante carriera come specialista in malattie vascolari al Santa Corona, poi a Cuneo, infine al San Martino, fu il primo negli anni in cui iniziava la cementizzazione a sostenere una proposta controcorrente:"Abbiamo già il cattivo esempio e lo scempio di una cittadina resa invivibile, come Borghetto, facciamo da calamita a chi non accetta di vivere e trascorrere le vacanze in alveari, a Ceriale variamo un piano per le esigenze di edilizia popolare e convenzionata per i residenti, per il resto si consenta la costruzione solo di ville e villette in rigoroso stile mediterraneo".

Naturalmente una proposta inacettabile per la politica cerialese, ma non solo, visti gli interessi in ballo. Se Ferrero avesse prevalso, oggi Ceriale sarebbe l’unico centro nel ponente ligure a poter fare concorrenza alle Cinque Terre che non conoscono crisi e il territorio ha conquistato fama mondiale. Fare turismo, insomma, con successo attraverso  un’edilizia intelligente, sostenibile, rispettando l’ambiente, i residenti, i vacanzieri. Un miracolo in questa martoriata terra di Liguria.

 

Luciano Corrado