LUNEDÌ, 14 MAGGIO 2007 La Repubblica
 
Pagina III - Genova
 
Con i megafoni e i cartelli davanti ai bagni del Comune, il gestore chiama i carabinieri
 
Bagnasciuga, l´ultima frontiera protesta e battaglia in corso Italia
 
Consumatori in trincea a San Nazaro e alla Marinetta
Il diritto negato del passaggio sulla "battigia" scatena le polemiche. La Regione sta preparando una legge ad hoc
 
MARCO PREVE

La situazione delle spiagge bunker di corso Italia, ognuna separata dall´altra da barriere spesso di cemento, è il preciso paradigma delle incongruenze e delle violazioni al buon senso, e forse anche delle leggi, che continuano a permeare norme e regolamenti della nostra burocrazia. Ieri pomeriggio, in corso Italia, con il sole a picco, impugnando megafono e bandiere, Stefano Salvetti e il suo pacifico commando di soci dell´Adiconsum hanno semplicemente detto che il "re è nudo". Ossia, che la spiaggia dei genovesi è sempre più privata e meno libera, che sull´arenile cementificato ci sono cantieri abbandonati, che nessuna autorità è in grado di far rispettare al momento ciò che prescrive anche l´ultima finanziaria del 2006 e che il ministro dei trasporti Alessandro Bianchi sottolineava il 3 maggio di quest´anno alla camera dei deputati: «Il ministero ha emanato in data 27 marzo 2007 una circolare con la quale ha definito gli obblighi dei titolari delle concessioni balneari al fine di consentire il libero e gratuito accesso per il raggiungimento della battigia. Ripeto, libero e gratuito accesso».
Ma allora perché ieri l´Adiconsum ha organizzato la manifestazione di protesta davanti ai bagni San Nazaro, stabilimento gestito dal´Amiu per conto del comune? Perché il libero accesso non è garantito. Chi vuole raggiungere il mare deve pagare l´ingresso e usufruire dei servizi dei bagni. Salvetti dice che è una violazione bella e buona e chiama i carabinieri. Quando la pattuglia arriva, ad accoglierla c´è il presidente Amiu Paolo Momigliano. I militari identificano i presenti e appuntano l´oggetto del contendere. Momigliano ammette che «effettivamente la situazione è perversa», ma che, a causa degli ostacoli insormontabili posti lungo la fascia di rispetto a ridosso del mare, i gestori dei bagni non possono fare entrare tutti «perché ci si ritroverebbe con un folla assiepata in luoghi a rischio e se qualcuno si fa male la responsabilità sarebbe nostra. La Regione sta preparando una legge che consentirà al Comune di effettuare gli interventi necessari a ripristinare il libero transito lungo tutta la battigia». Nell´attesa, secondo il Comune, chi vuol entrare deve pagare. «Con tale circolare - diceva sempre il ministro rispondendo all´interrogazione di un deputato verde - si è inteso evidenziare l´esigenza di dare seguito all´indirizzo normativo, prevedendo opportuni meccanismi di raccordo tra l´ente investito del compito di gestione, ovvero le amministrazioni regionali e comunali, e i concessionari degli stabilimenti». Insomma, in attesa che le amministrazioni facciano rispettare la legge e creino passaggi tra le varie porzioni di spiaggia, oggi isolate tra loro come dei bunker, chi ci rimette è chi non può o vuole spendere i soldi per un diritto che una legge nazionale gli riconosce.
Dopo i San Nazaro il gruppo dell´Adiconsum si è spostato alla spiaggia della Marinetta, in pratica uno spiazzo mezzo cemento mezzo ghiaia, con ancora gli scavi a vista di quello che doveva essere lo sbocco dello scolmatore del Rio Fereggiano. Salvetti sostiene che i Bagni Benvenuto si sono appropriati di una parte dell´area del cantiere per installarvi delle cabine. I gestori replicano che «abbiamo fatto tutto con le prescrizioni e l´autorizzazione del Comune».
Delle due l´una: o l´Adiconsum si sbaglia, oppure ha migliori capacità investigative dei tecnici comunali e dei vigili urbani.