Berruti e Ruggeri non è la battaglia finale
Il vero scontro sarà per il controllo di enti chiave che oggi si collocano politicamente inposizione anomala
ANTONELLA GRANERO IL SECOLOXIX
I
l SecoloXIX scrisse dei contrasti deflagrati tra il sindaco Federico Berruti ed il suo predecessore Carlo Ruggeri già l’estate scorsa, un attimo dopo le elezioni. Molta acqua, nel frattempo, è passata sotto i ponti, ma non la sostanza di quel conflitto e, oggi, la questione ha assunto una piena valenza politica. Non stupisce che il primo a coglierla sia stato un amministratore smagato come il vicesindaco e segretario Sdi, Paolo Caviglia. In effetti,molti osservatori hanno interpretato la discesa in campo di Berruti come l’avvio della partita finale con Ruggeri, tutta interna ai Ds dopo l’adesione del sindaco alla Quercia neppure una settimana fa. E’ noto che Berruti aveva cullato l’idea di entrare direttamente nel Partito democratico e meditava di farlo portando con sè, fior da fiore, le migliori intelligenze della città. Alla base, un’idea: costruire una nuova classe dirigente e porsi alla guida di un ricambio generazionale fondato su quella fascia di quarantenni non ideologizzati dai buoni studi e di impronta tecnocratica. Poi, al congresso comunale della Quercia, qualche mese fa, Ruggeri aveva sparato a palle incatenate contro l’assente. E lì, probabilmente, Berruti aveva maturato la necessità di un cambio di strategia. La politologia antica riteneva che la dote massima di un politico fosse la capacità di intuire gli sviluppi e cioè di valutare con esattezza i rapporti di forza. Il futuro ci dirà chi, tra i due contendenti, ha saputo prevedere rubandole parole a Tucidide“tò genesòmenon tòn mellònton”,tra le possibilità quella che sta per generarsi. Una cosa è certa: Ruggeri ha dalla sua il peso della Regione che, anche solo per inerzia, è destinata al momento a seguirlo. Berruti, al contrario, puòcontaresulfattodiessereinsediatoinuncroceviaqualePalazzoSisto:edhadichiaratoprogrammaticamente conla vicenda della Margonara divoler riportareil Comune e il “processo democratico” al centro delle decisioni. Intanto,sta certosinamente occupando le caselle: dopo Ips eActs, la rivoluzione è notizia di ieri tocca la macchina comunale. Ma certamente molto si giocherà sul terreno delle alleanze.Esarà centrale il controllo di quelle roccaforti che,in una città da sempre elettoralmente schierata a sinistra, hanno una collocazione anomala, disegno più sfumato,e a volte opposto:dalla Camera di Commercio passando per la Fondazione De Mari, per approdare all’Autorità portuale.Nell'ultimo consiglio comunale sulla Margonara, le citazioni per il “Signore degli anelli” si sono sprecate. Ma è probabile che la battaglia finale non sia quella in atto tra Berruti e Ruggeri,ma riguardi in realtà il destino di molte di quelle “torri” che sorgono nella Terra di Mordor. In ballo, insomma, c’è un orizzonte più vasto, dentro al quale si colloca un pezzo del destino della città.