Aumentano i poveri in città esauriti i fondi di sostegno
emergenza sociale IL SECOLOXIX
Il Comune non è in grado di far fronte alle 464 domande d'aiuto
CRESCONO i poveri, aumentano i nuclei familiari in difficoltà ad arrivare a fine mese, è sempre più vasto il numero di anziani e disabili in crisi nera per comprare le medicine, pagare le badanti, automantenersi.
E' un quadro drammatico quello di cui il Comune di Savona ha preso atto questa settimana nel corso di un incontro tra l'assessorato ai servizi sociali di Lucia Bacciu e i rappresentanti delle associazioni che si occupano di assistenza anziani e disabili.
E' emerso che le richieste di contributo per il fondo di non autosufficienza sono molte più del previsto e non potranno essere soddisfatte. Le organizzazioni sindacali di pensionati e invalidi hanno presentato all'assessore Bacciu una relazione a tinte fosche per quanto riguarda i numeri del presente e soprattutto le prospettive.
«Ad oggi sono pervenute al distretto socio sanitario di Savona 464 domande di cittadini - spiegano a Palazzo Sisto - di queste 365 sono state inviate all'ufficio di valutazione multidisciplinare e 186 sono quelle già ammesse alla graduatoria. Di quest'ultime ben 175 sono domande di anziani e 11 di disabili. Risultano ad oggi non ammesse alla graduatoria 39 domande, mentre sono solo 12 le respinte o non idonee. Il monte complessivo delle domande arrivate è molto alto».
Gli interventi del fondo per la non autosufficienza prevedono aiuti per l'erogazione di prestazioni sociosanitarie e assistenziali a domicilio, sostegno economico a rimborso di spese di assistenza svolte mediante badanti regolarmente assunte e contributi economici per azioni di cura e tutela prestate da familiari. Il finanziamento regionale è pari a 583.703 mila euro per il distretto savonese al quale va aggiunto il contributo stanziato dal Comune di Savona (circa il 10% in più), unico Comune che ha previsto un'integrazione comunale aggiuntiva.
Per i cittadini ammessi in graduatoria sono già in corso le liquidazioni dei primi interventi. I benefici vengono infatti liquidati il mese successivo a quello di presentazione della domanda con cadenza bimestrale, dopo la sottoscrizione di un patto assistenziale individuale tra utente e assistente sociale di riferimento.
«I primi dati acquisiti ci permettono di rilevare le condizioni di bisogno di una porzione di cittadinanza che in gran parte non era nota ai servizi - spiega l'assessore alle politiche attive, Lucia Bacciu - Molte domande sono state presentate da persone che non sono state prese in carico dai servizi sociali ma che vengono assistite con grandi sforzi e particolare cura dalle famiglie seppure si tratti di utenti affetti da patologie altamente invalidanti». Famiglie che in pratica spendono una fetta importante del proprio budget, e spesso sono bugdet già all'osso, per mantenere anziani che vivono in casa o portatori di handicap.
«Nonostante il finanziamento della Regione sia importante e il Comune abbia integrato il fondo con un contributo proprio - prosegue l'assessore Bacciu - le risorse a disposizione per la non autosufficienza risultano ancora inferiori rispetto alle esigenze e alle aspettative della cittadinanza. Di questo elemento dovremo tener conto in sede di programmazione dell'attività dei prossimi anni».
Dario Freccero