TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni |
Il carbone, questo sconosciuto.
Lo sapevate che c’è una centrale elettrica, a Vado ligure… ma sì, quelle due ciminiere là in fondo… E che dagli anni ’70 ha iniziato una “sperimentazione” a carbone, mai cessata, e che da allora le conseguenze sull’inquinamento ambientale e sulla salute della popolazione sono state spaventose, e documentate, e crescenti nel tempo, tanto è vero che molto spesso ne era stata richiesta ufficialmente la trasformazione a metano… E che adesso, lungi dal procedere finalmente con questo obiettivo, aggiungono il metano, ma richiedono un ampliamento a carbone, promettendo al tempo stesso di “ridurre l’inquinamento” (il mago Houdini non potrebbe essere più bravo) grazie al “carbone pulito” (e il napalm ecologico dove lo mettiamo?) e vantando grandi obiettivi ecologici e ambientali approvati con entusiasmo dall’unione industriali, che sostiene come qui ci sia fame di energia, mentre già ora, e ancor più in futuro se passasse l’ampliamento, la maggior parte di energia sarebbe esportata fuori regione (produzione e inquinamento e guadagni enormi per la proprietà qui, i vantaggi altrove)… No, eh? Non sapete niente di niente, di tutto questo. Nessuno vi ha mai informato, nessuno ha mai protestato. E allora dovete essere proprio elettori o simpatizzanti della “sinistra ambientalista”. Sì, perché è noto che questa si occupa solo di salvare alghette sottomarine, non della salute della popolazione, e che persegue obiettivi strumentali, fa polveroni su cose di nessuna importanza, ma sotto sotto non può opporsi a questi progetti, in quanto si sa che la proprietà Tirreno Power appartiene a un noto finanziatore della sinistra… Questa simpatica affermazione in questi giorni viene ripetuta ossessivamente da alcuni personaggi di area centro destra. E’ così palesemente assurda e spinta all’estremo, così facilmente smontabile con prove documentate, che non meriterebbe neppure obiezioni. E difatti, ingenuamente, alcuni non la prendono neppure in considerazione. Se non che, poi ti accorgi che, a forza di sentirla, questa stessa opinione viene fatta propria da molte persone, che la ripetono con convinzione. A suo favore ha due tristi ma importanti considerazioni: una, che se pur il discorso posidonia rappresenta per qualche verso un appiglio disperato per impedire un orrore di ben altra portata, molti lo vedono con fastidio come il solito disfattismo ambientalista contrario al progresso, il puntiglio su cose di nessuna importanza; l’altra, che la gente, purtroppo, è disinformata e pigra. Sì, è un noto meccanismo mentale: la verità, la chiarezza, molto spesso sono sfaccettate, a varie sfumature di grigio, richiedono un certo sforzo per essere capite e accettate. Bisogna documentarsi, leggere, ascoltare, riflettere. Perciò, a fronte di chi propone molti argomenti logici, qualcuno preferisce d’istinto sposare la causa di chi ne propone uno solo, magari palesemente assurdo, ma dannatamente chiaro. E’ più comodo. Si dimentica facilmente ciò che vi contrasta, pur di poter provare questa gongolante soddisfazione, di aver afferrato il concetto, di essere padroni dell’argomento, di trovare facili capri espiatori su cui convogliare le proprie rabbie e inquietudini. Altrimenti, come si spiegherebbe il fatto che siano state spesso assimilate e accettate, grazie a propagande di varia natura, le più pericolose assurdità? Tipo che l’Italia sia stata governata per cinquant’anni dai comunisti, tanto per dirne una delle meno peggio. O gli odi razziali, religiosi o di popolo che fomentano le guerre, i principi grossolani che causano le peggiori persecuzioni, la cecità con cui si va spesso incontro all’abisso. Tutto questo non esisterebbe, senza questa pigrizia mentale ed emotività collettiva. E allora, proviamo comunque a smontarlo, questo pericoloso ragionamento.
- è assolutamente falso che associazioni, movimenti, partiti ambientalisti non si occupino e non si siano mai occupati del carbone. C’e’ una documentazione enorme, in proposito. Non ultimo, il convegno di Valleggia del 27 gennaio scorso, promosso da una miriade di sigle diverse, a cui erano presenti alcuni politici di varie aree (anche centro destra), e che non si limitava a esporre i problemi, ma cominciava a proporre soluzioni concrete. Come mai non se ne è più parlato, piuttosto? Come mai l’argomento non è stato commentato e preso in considerazione da altri?
- è altrettanto assurdo, improduttivo e tendenzioso mettere i problemi ambientali “in contrapposizione”. Primo, perché sono tutti importanti, secondo, perché far carbone, cemento e turismo nello stesso posto appare alquanto improponibile, come modello di sviluppo. Terzo, perché se la proprietà della centrale vuol bruciare carbone, e guadagnarci, è perché qualcuno vuol far arrivare sempre più carbone, e guadagnarci, e costruire e ampliare terminal, e guadagnarci, e molto spesso persone e interessi portuali sono gli stessi o comunque strettamente collegati a quelli dietro alle speculazioni cementifere.
- la stessa accusa di far battaglie solo strumentali, trascurando i veri problemi, potrebbe essere tranquillamente ritorta contro chi propone la favola degli ambientalisti carboniferi. Si potrebbe dire che si cerca di gettare discredito sugli avversari politici agitando un tema a forte impatto emotivo, per aver mano libera su altri fronti, dove, chissà perché, anche se in teoria, stando ai rappresentanti politici in consiglio comunale, dovrebbe essere d’accordo l’82% della popolazione, in realtà le obiezioni si stanno levando sempre più forti e organizzate. E prima o poi qualcuno potrebbe persino ascoltarle.
Se così non è, se realmente il primario interesse di queste campagne è la salute della popolazione, è facile dimostrarlo: una volta appurato, con prove indiscutibili, che ci sono associazioni di vario tipo, ambientaliste, ma anche apartitiche, civiche, d’opinione, semplici comitati di cittadini, che si oppongono strenuamente al carbone, bene, questi che strillano come il carbone sia più importante delle alghe provino ad appoggiarli, una volta tanto. Cooperare su obiettivi concreti, sarebbe un buon passo avanti per la democrazia. Un piccolo passo, ma significativo.
E da qui, partire per cercare nuovi e più compatibili modelli di sviluppo, dove ci sia guadagno per chi investe ma anche rispetto per l’ambiente e miglioramento, non peggioramento, della qualità di vita e della salute per la popolazione.
Nonna Abelarda |