Nel gruppo anche
Funivie e Parco Est LA STAMPA Le scatole cinesi dell’impero Barone MAURIZIO FICO SAVONA |
|
Dalla Ghirlandina alla
Lanterna. Entro l’estate cambierà sede e regione la stanza dei bottoni
del principale gruppo italiano operante nel settore dello sbarco delle
rinfuse solide dopo l’annuncio a sorpresa dell’uscita dalla scena
industriale savonese dell’imprenditore modenese Antonio Barone che ha
deciso di vendere tutte le partecipazioni societarie in suo possesso
all’attuale partner in affari Augusto Ascheri, leader genovese nel
trading e nello shipping. Il disimpegno programmato da Barone riguarda l’intero polo savonese del carbone che ruota intorno all’Italiana Coke, società per azioni della quale Barone detiene tuttora direttamente il 30% del capitale e, indirettamente, un altro 14% grazie alla partecipazione al 50% nella finanziaria Energy Fin che, a sua volta, possiede il 28% delle quote dell’Italiana Coke. In quest’ultima società, peraltro, il prossimo socio di maggioranza Ascheri è già presente, possedendo, direttamente, il 5% del capitale e, indirettamente, un altro 5% circa tramite la Energy Coke e la Energy Fin. Fondata nel 1987, l’Italiana Coke, che occupa direttamente 220 addetti oltre a generare un’indotto di altri 150 addetti, nel 2005 ha prodotto un fatturato complessivo di 132 milioni di euro derivante dal «core business» aziendale, la produzione e distribuzione di coke (500 tonnellate annue) e la produzione di energia elettrica (165 milioni di kilowattore annue). Il mosaico societario coinvolto nell’operazione comprende anche il «Tri», il Terminal Rinfuse Italia, operativo nelle tre piattaforme localizzate nei porti di Genova, Marghera e Vado Ligure. La Tri, infatti, è controllata da Italiana Coke attraverso la partecipazione totalitaria nella società per azioni Estate che possiede circa il 60% del capitale sociale di Tri. Il Terminal Rinfuse rappresenta oggi il principale polo terminalistico italiano, leader assoluto nella movimentazione di merci alla rinfusa per l’Adriatico e il Tirreno e punto di riferimento per gli scambi tra il Mar Tirreno settentrionale e orientale e i Paesi del bacino del Mediterraneo e del Mar Nero. Il Tri, che occupa complessivamente 158 addetti, nel 2005 ha generato un fatturato di 46,5 milioni di euro movimentando 7,5 milioni di tonnellate di merci. Il solo terminal di Vado Ligure ha contribuito con 14,3 milioni di euro di fatturato e 2,6 tonnellate movimentate. Completato il trasferimento delle azioni delle società operanti nelle rinfuse, il disimpegno di Barone si estenderà anche alla partecipazione al 47% nella società Nuove Funivie, costituita da Barone con gli imprenditori Campostano (47%) e Bianchi (2%) e con il coinvolgimento dell’Autorità Portuale di Savona che ha in portafoglio il restante 4% del capitale. Ma non solo. Barone proseguirà l’opera disfandosi anche delle quote della Immobiliare Parco Est, la società costituita con l’imprenditore Ignazio Messina con l’obiettivo di costruire il nuovo centro commerciale che sorgerà a Vado Ligure sulle aree che appartengono al Terminal rinfuse Vado. |