I LAVORI a Mongrifone languono, i pendolari protestano
(anche il gruppo degli Amici di Beppe Grillo di Savona si è
interessata del caso) ed ecco che Centostazioni - la società
del gruppo Ferrovie dello Stato incaricata di gestire le
stazioni - sceglie il pugno di ferro contro la associazione
temporanea d'imprese milanese Arcovent-Codigest che si è
aggiudicata l'appalto per la cifra di 2,6 milioni di euro.
Il richiamo è fermo e non ammette repliche: l'impresa ha
quindici giorni di tempo - entro la fine di aprile - per far
ripartire i lavori «a pieno regime». Cioè a spron battuto,
senza tentennamenti. Se non lo farà, annuncia l'azienda in
una notta scritta diffusa attraverso il proprio sito
(www.centostazioni.it), l'impresa ha il destino segnato:
cadrà in diffida e, poi, subirà la rescissione del
contratto. Si tratta di un'ipotesi sciagurata che la stessa
Centostazioni spera di scongiurare, perché - al di là del
danno economico - significherebbe un allungamento indefinito
dei tempi e il permanere di cantieri semiabbandonati sino a
quando un'altra impresa non prenderà possesso dei lavori.
Centostazione non si è limitata p erò alle minacce, ma ha
anche ingiunto alla Arcovent-Codigest di procedere sulla
scorta di una serie di priorità: «Il termine per la ripresa
dei lavori è la fine di aprile. Comunque sembrano
intenzionati a rimettersi in carreggiata - spiegano
all'ufficio Relazioni esterne della società - in ogni caso
noi abbiamo indicato le priorità che dovranno guidarli».
Le priorità sono, in ordine di importanza, tre: la prima è
di proseguire e terminare i lavori sulla pensilina esterna
della stazione. La seconda è di chiudere i lavori sul lato
della piazza (dove oggi c'è non solo un cantiere aperto, ma
detriti abbandonati da settimane, come documentano anche le
foto scattate ieri mattina a corredo di questo servizio). La
terza è di intervenire sull'ala sinistra della stazione, per
chi guarda dalla piazza.
Centostazioni ha scelto dunque la linea dura nei confronti
dell'impresa. Dopo mesi di tentennamenti, il tempo sta per
scadere: quindici giorni, non uno di più. L'impresa dichiara
di essere pronta riprendere, anzi di non avere mai
interrotto del tutto i lavori (vedi servizio a lato), ma i
pendolari non la pensano affatto nello stesso modo e,
soprattutto, è di parere diverso proprio Centostazioni. La
procedura, che è già stata messa in conto, è di affidare i
lavori - in caso di rescissione - all'impresa che
nell'appalto fu classificata al secondo posto. E, solo in
caso di rifiuto da parte di quest'ultima, di procedere ad un
nuovo appalto. Fatto che, come già detto, precipiterebbe i
pendolari savonesi in un incubo da tempi non quantificabili.
Tanto per capire: se i lavori riprendessero oggi, la nuova
stazione di Mongrifone sarebbe pronta tra un anno.
Figuriamoci cosa accadrebbe in caso di problemi con
l'appalto: i savonesi ne hanno un'amara esperienza con la
vicenda del cantiere per la piscina al Prolungamento.
«Centostazioni - è scritto nella nota resa pubblica via
internet - sta subendo insieme agli utenti un danno dovuto
all'impossibilità di vedere realizzato quanto progettato e
finanziato». L'indicazione appare quasi obbligata: «Se i
lavori non riprenderanno, Centostazioni provvederà ad
inviare formali diffide cui potrebbe seguire la rescissione
del contratto».
Antonella Granero
|
|