VORREI ancora camminare con voi». Il vescovo Domenico
Calcagno saluta così i numerosi fedeli che assiepano la
piazza del Santuario smentendo le voci di un possibile
addio. Nessun ospite porporato: è stato Calcagno a celebrare
la messa e stringere attorno a sé una città accorsa numerosa
alla celebrazione della sua patrona. Quest'anno è stata più
che mai la processione di Savona e dei savonesi. Meno
spettacolare di quella del Venerdì Santo ma forse anche più
autenticamente legata alla fede. Ogni 18 marzo, da quasi
cinque secoli, la città ha questo appuntamento speciale: con
una Signora che nel 1536 portò speranza dopo la sconfitta
subita dai genovesi, e affidò al beato Botta lo
straordinario messaggio di misericordia.
Così anche ieri, 471° anniversario dell'apparizione,
l'incontro con la Madonna del Santuario si è rinnovato per
migliaia di savonesi tra preghiere e canti di lode. Una
levataccia di prima mattina non certo agevolata dal tempo
nuvoloso e dalle raffiche di vento. Ma poco importa: erano
almeno 6 mila i savonesi che non hanno voluto rinunciare al
pellegrinaggio lungo la vallata del Letimbro (7 km). E molti
altri si sono aggiunti durante il tragitto e altri ancora
hanno atteso il corteo in piazza della Basilica.
Come sempre la partenza è stata dalla cattedrale, alle 7,
quest'anno con il Cristo della Confraternita di S.Bartolomeo
di Varazze ad aprire il corteo. Poi altri confratelli, il
clero e il vescovo Domenico Calcagno. Federico Berruti, al
suo esordio come sindaco, era riconoscibile per la fascia
tricolore, ma fra le autorità si scorgevano tanti altri
rappresentanti delle istituzioni e della città: il
presidente della fondazione Carisa Luciano Pasquale, il
prefetto Nicoletta Frediani, la presidentessa delle Opere
sociali Donatella Ramello, il questore Giovanni Trimarchi, i
vertici delle forze dell'ordine. Ancora tante cappe bianche,
blu e rosse delle confraternite, quindi i fedeli, una folla
impressionante che cantava, pregava, osservava. "Mater
Misericordiae ora pro nobis"è stato il canto scandito poco
prima delle 8 all'altezza di Lavagnola dove si sono aggiunti
i confratelli di San Dalmazio. All'altezza della chiesetta
di San Martino il corteo ha impiegato più di 12 minuti per
transitare. Migliaia di visi, sguardi, voci: giovani -
moltissimi - e meno giovani, ma fra tanti savonesi c'erano
anche indiani, africani e sudamericani per un abbraccio per
un giorno davvero universale alla Madonna.
Difficile spiegare cosa rappresenti per la città questo
grande rito di fede e tradizione. Il 18 marzo è tante
piccole fotografie: un bambino che recita l'Ave Maria
rispondendo alla voce guida; una ragazza che sgrana un
rosario quasi nascondendolo nella mano; un papà che fa
doppia fatica con la sua bambina sulla spalle; una donna che
accende un cero davanti a una delle nove cappellette, sempre
splendidamente addobbate di fiori.
Le forze dell'ordine hanno avuto un bel daffare per lasciare
spazio al traffico di auto e bus diretto al Santuario. Il
corteo si allargava e restringeva, accelerava e rallentava.
Erano le nove quando è arrivato al "Ponte Olivè" e si è
fermato - insolitamente - per qualche minuto. «E'
un'iniziativa del Priorato diocesano delle confraternite: il
vescovo scopre una targa marmorea che ripristina un'antica
dicitura e segna le distanze dal Duomo e dalla Basilicaȏ
stata la spiegazione.
Qualche momento per riordinarsi e il corteo era già a San
Bernardo. La folla è così giunta al Santuario pochi minuti
dopo le 9.30, accolta dalle campane a festa e dai canti del
coro. Un giorno particolare, soprattutto per monsignor
Calcagno che proprio ieri festeggiava il suo primo lustro
alla guida della chiesa savonese, celebrando anche i suoi 40
anni di sacerdozio. Per questo, ha poi spiegato il vicario
don Andrea Giusto, rettore del Santuario, non sono stati
inviati altri vescovi o cardinali. In pratica l'ospite
d'onore era lo stesso Calcagno che, prima della
celebrazione, non si è sottratto alle domande di rito sulla
processione.
«E' un cammino incontro al Signore - ha commentato Calcagno
- Savona ha bisogno di speranza, orizzonti nuovi e fede». E
sulla sua permanenza in città: «Continuo il mio lavoro
tranquillo». Lo ha ribadito anche durante l'omelia,
commentando la parabola del figliol prodigo: «La Madonna ci
invita alla misericordia di Dio che va oltre i comportamenti
dell'uomo». Il vescovo ha salutato quindi don Luigi
Pamapararo, storico rettore del Santuario che ha celebrato
60 anni di sacerdozio e ringraziato i fedeli, le autorità, i
sacerdoti, i confratelli, i coristi e anche fotografi e
giornalisti. A fine messa, monsignor Calcagno ha annunciato
il via libera della Santa Sede al processo di beatificazione
e canonizzazione di Pio VII, uno dei temi del suo recente
colloquio con Papa: «Questi - ha commentato il presule - si
è stupito che Pio VII fosse venuto al Santuario a
ringraziare la Madonna, e io allora l'ho invitato a fare
altrettanto». Applausi.
dario freccero
Marco Gervino
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