UN GIGANTE dai piedi di argilla? Sembra proprio questa la
situazione che vivono gli sport acquatici a Savona. Ma le
fondamenta fragili su cui poggiano realtà come la Rari
Nantes (pallanuoto e nuoto sincronizzato) e Amatori Nuoto,
non sono certo rappresentate dalle incapacità tecniche su
cui si appoggiano le discipline che, più di altre, danno
lustro al nostro territorio. Tutt'altro. Il miracolo risiede
proprio nel fatto che simili realtà agonistiche riescono a
mantenersi competitive a livello nazionale nonostante la
pressoché totale mancanza di impianti idonei. Un problema
che esisteva già quando la vasca olimpica (scoperta) di
corso Colombo era perfettamente funzionante. Ora che
ulteriori vicissitudini continuano a tenere in stallo i
lavori in corso Colombo - dopo il fallimento della ditta
appaltatrice Edilmar, l'Impresa Freccero che le è succeduta
deve attendere dall'Arpal l'ok definitivo visto che le
analisi del terreno su cui sorge l'impianto hanno rilevato
la presenza dei veleni - il problema si fa sentire sempre di
più.
L'ultimo esempio in ordine cronologico è stato dato dal
nuoto sincronizzato. La Rari Nantes (che dà alla Nazionale
un'atleta, Giulia Lapi) ha vinto pochi giorni fa a Loano il
titolo italiano a squadre Juniores. Con un giallo. Le
neocampionesse Camilla Cattaneo, Carlotta Conti, Federica
Ferro, Francesca Grecchi, Linda Komoni, Micaela Kunreich,
Rebecca Rolla e Sara Moretti hanno dovuto sfruttare ogni
metro di vasca loanese rimasto libero dopo le gare per
provare al meglio l'esercizio. La vasca di Luceto in cui si
sono allenate la sincronette è infatti troppo piccola per
assolvere al compito.
«Mancano i mteri necessari specie nella parte di gara che si
svolge dal settore della giuria - conferma Matilde Berruti,
responsabile del settore sincro della Rari - Inoltre si fa
sentire l'assenza della palestra che avevamo a disposizione
in corso Colombo".
Il 'vuoto' dell'impianto savonese si fa sentire anche sul
versante nuoto. Nicole Cirillo ha vinto il bronzo negli 800
stile libero ai recenti campionati italiani di Imperia
allenandosi alla gara senza i blocchi di partenza o, come
avviene sempre a Luceto (comunque non adatta perché da 33
metri), senza le linee della corsia tracciate sul fondo.
«Allenandoci senza impianti all'altezza partiamo
svantaggiati rispetto agli altri - racconta Maurizio Divano
- inutile nasconderlo". E la Rari di pallanuoto? I danni
subiti dall'unica società di A1 del territorio sono
incalcolabili. A partire dalla rinuncia alla coppa Len.
Raffaele Di Noia
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