DA DUE settimane in Liguria è sospesa qualsiasi
sperimentazione di nuovi farmaci. A Genova l'Istituto
scientifico per la ricerca sui tumori e l'ospedale Gaslini
continuano a ricevere la documentazione relativa a nuovi
protocolli clinici, ma la chiudono in un cassetto
riservandosi di esaminarla più avanti. La stessa cosa accade
al San Martino, al Santa Corona di Pietra, al San Paolo e in
tutti gli altri centri sanitari della regione. E' la
conseguenza della cessazione d'attività dei Comitati etici,
gli organismi ai quali erano demandati questi compiti. La
Regione li ha resi di fatto inefficaci rinunciando ad
accreditarli al Ministero della Sanità entro il termine
ultimo del 5 marzo scorso.
Ha provveduto invece a prorogarli, in attesa di istituire
quell'osservatorio regionale che tra qualche mese li
sostituirà in modo definitivo. Ma la proroga di un organismo
che per il Ministero non esiste più, vale zero. E infatti l'Aifa,
l'Agenzia italiana del farmaco ha comunicato per lettera
alla Regione, e per conoscenza ai singoli comitati etici, la
decadenza degli stessi. Creando una situazione di caos nella
sanità ligure.
Notizie informali raccolte ieri al Ministero della Sanità,
davano per imminente un chiarimento con la Regione e una
definizione del caso (non si sa su quali basi). Ma allo
stato attuale la sperimentazione resta bloccata.
«Per un errore di interpretazione degli uffici regionali, ci
troviamo in una situazione imbarazzante - afferma Graziella
Sinaccio, coordinatrice del comitato etico e responsabile
della segreteria scientifica dell'Ist -. L'Ist e il Gaslini,
in particolare, hanno da una parte una legge regionale che
li obbliga a dotarsi di un comitato etico, e dall'altra la
Regione stessa che non avendo validato questi organismi ne
ha sancito la decadenza».
La conseguenza «è che siamo nell'impossibilità di esaminare
nuovi protocolli clinici» spiega la Sinaccio. «Ma non
creiamo allarmismo tra i malati - sottilinea -. All'Ist la
ricerca continua così come le terapie stantard che sono il
top. Certo, alla luce di questa situazione, se un'azienda
farmaceutica volesse proporci un prodotto nuovo non potremmo
prenderlo in considerazione. Tuttavia, continuiamo a riceve
la documentazione, così da poterla esaminare tempestivamente
quando si sbloccherà la situazione».
All'Asl2 a manifestare preoccupazione è Mariella Lombardi
Ricci, responsabile del comitato etico. «Credo anch'io si
tratti di un disguido della Regione - dice -; tuttavia, non
possiamo nascondere che in questa fase, venuta meno la
facoltà deliberativa dei comitati etici sulla
sperimentazione, il cittadino è privato di eventuali terapie
innovative. A Savona, ad esempio, abbiamo studi importanti
in ambito oncologico, infettologico e ginecologico che
devono per forza di cose segnare il passo. E' venuta meno
una forma di tutela per il cittadino».
Claudia Agosti, direttore sanitario dell'Asl2 e membro del
comitato etico si dice fiduciosa del fatto che a breve la
Regione porrà rimedio alla situazione. «Che, è bene
precisarlo, non ha effetti sotto il profilo dell'assistenza
ai malati, poiché le sperimentazioni in atto proseguono -
precisa -. Il danno è prevalentemente scientifico, perché in
questa fase le aziende farmaceutiche non scelgono la Liguria
per la sperimentazione che prosegue invece in altre regioni.
Ma credo che entro i primi di aprile - conclude il direttore
sanitario - si troverà uno sbocco».
Sul disegno di un unico osservatorio regionale che si
sostituisca all'attività dei singoli comitati sparsi sul
territorio regionale, il giudizio della Agosti è
sostanzialmente positivo: «Si potrà perdere un po' il
contatto con le varie realtà locali, ma avremo il vantaggio
di un'unica autorizzazione per le sperimentazione su larga
scala, con uno snellimento delle procedure».
Bruno Lugaro
21/03/2007
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