Sospesa al San Paolo la sperimentazione di nuovi farmaci
il caso sanità IL SECOLOXIX
La Regione non ha più accreditato i comitati etici ai quali competeva autorizzare i protocolli. È polemica
DA DUE settimane in Liguria è sospesa qualsiasi sperimentazione di nuovi farmaci. A Genova l'Istituto scientifico per la ricerca sui tumori e l'ospedale Gaslini continuano a ricevere la documentazione relativa a nuovi protocolli clinici, ma la chiudono in un cassetto riservandosi di esaminarla più avanti. La stessa cosa accade al San Martino, al Santa Corona di Pietra, al San Paolo e in tutti gli altri centri sanitari della regione. E' la conseguenza della cessazione d'attività dei Comitati etici, gli organismi ai quali erano demandati questi compiti. La Regione li ha resi di fatto inefficaci rinunciando ad accreditarli al Ministero della Sanità entro il termine ultimo del 5 marzo scorso.
Ha provveduto invece a prorogarli, in attesa di istituire quell'osservatorio regionale che tra qualche mese li sostituirà in modo definitivo. Ma la proroga di un organismo che per il Ministero non esiste più, vale zero. E infatti l'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco ha comunicato per lettera alla Regione, e per conoscenza ai singoli comitati etici, la decadenza degli stessi. Creando una situazione di caos nella sanità ligure.
Notizie informali raccolte ieri al Ministero della Sanità, davano per imminente un chiarimento con la Regione e una definizione del caso (non si sa su quali basi). Ma allo stato attuale la sperimentazione resta bloccata.
«Per un errore di interpretazione degli uffici regionali, ci troviamo in una situazione imbarazzante - afferma Graziella Sinaccio, coordinatrice del comitato etico e responsabile della segreteria scientifica dell'Ist -. L'Ist e il Gaslini, in particolare, hanno da una parte una legge regionale che li obbliga a dotarsi di un comitato etico, e dall'altra la Regione stessa che non avendo validato questi organismi ne ha sancito la decadenza».
La conseguenza «è che siamo nell'impossibilità di esaminare nuovi protocolli clinici» spiega la Sinaccio. «Ma non creiamo allarmismo tra i malati - sottilinea -. All'Ist la ricerca continua così come le terapie stantard che sono il top. Certo, alla luce di questa situazione, se un'azienda farmaceutica volesse proporci un prodotto nuovo non potremmo prenderlo in considerazione. Tuttavia, continuiamo a riceve la documentazione, così da poterla esaminare tempestivamente quando si sbloccherà la situazione».
All'Asl2 a manifestare preoccupazione è Mariella Lombardi Ricci, responsabile del comitato etico. «Credo anch'io si tratti di un disguido della Regione - dice -; tuttavia, non possiamo nascondere che in questa fase, venuta meno la facoltà deliberativa dei comitati etici sulla sperimentazione, il cittadino è privato di eventuali terapie innovative. A Savona, ad esempio, abbiamo studi importanti in ambito oncologico, infettologico e ginecologico che devono per forza di cose segnare il passo. E' venuta meno una forma di tutela per il cittadino».
Claudia Agosti, direttore sanitario dell'Asl2 e membro del comitato etico si dice fiduciosa del fatto che a breve la Regione porrà rimedio alla situazione. «Che, è bene precisarlo, non ha effetti sotto il profilo dell'assistenza ai malati, poiché le sperimentazioni in atto proseguono - precisa -. Il danno è prevalentemente scientifico, perché in questa fase le aziende farmaceutiche non scelgono la Liguria per la sperimentazione che prosegue invece in altre regioni. Ma credo che entro i primi di aprile - conclude il direttore sanitario - si troverà uno sbocco».
Sul disegno di un unico osservatorio regionale che si sostituisca all'attività dei singoli comitati sparsi sul territorio regionale, il giudizio della Agosti è sostanzialmente positivo: «Si potrà perdere un po' il contatto con le varie realtà locali, ma avremo il vantaggio di un'unica autorizzazione per le sperimentazione su larga scala, con uno snellimento delle procedure».
Bruno Lugaro


21/03/2007