A DISTANZA di due anni dalle prime crepe del porto che
avevano messo in crisi l'edificio di via delle Fucine 4,
altre crepe adesso minacciano un nuovo stabile della
darsena: quello di via Pavese 1, dietro piazza d'Alaggio.
Questa volta il cantiere nel mirino è quello del nascituro
albergo di piazza d'Alaggio di cui proprio nei giorni scorsi
sono state posate le fondamenta. Gli scavi avrebbero
trasmesso (è la tesi dei residenti) vibrazioni al palazzo
che dista pochi metri provocando microcrepe in particolare
in due appartamenti. Sono stati gli stessi occupanti a dare
l'allarme sabato scorso chiamando i vigili del fuoco che
hanno fatto un sopralluogo prendendo nota di effettive "fessurazioni"
apertesi in alcune pareti. Gli stessi pompieri nel relativo
fonogramma d'intervento spedito in Comune hanno fatto
presente l'urgenza di ulteriori accertamenti per la messa in
sicurezza. E ieri il Comune di Savona ha preso i
provvedimenti del caso: ha firmato un'ordinanza per disporre
l'immediato stop dei lavori dell'albergo e un'indagine
immediata per capire se la colpa è effettivamente dello
scavo e quali sono i rischi attuali.
L'ordinanza è stata recapitata alla ditta Sailor Srl
(albergo), all'impresa Alfa Costruzioni (gruppo Barbano) che
sta eseguendo i lavori, all'amministratore di condomonio del
palazzo interessato (Guido Ciarlo) e ai due privati che
hanno riscontrato le crepe.
Ciascuno ora dovrà dare un incarico ad un proprio perito per
accertare la situazione e valutare il da farsi.
«Onestamente non ho ancora visto queste cedimenti - ha
risposto ieri l'amministratore del palazzo, Guido Ciarlo -
Mi è appena arrivata l'ordinanza del Comune che conferma la
situazione anticipatami dai condomini. A quanto mi risulta
finora i danni dovrebbero essere solo sulle parti private e
non condominiali ma farò al più presto un sopralluogo per
accertarmene. Ovviamente nomineremo subito un perito».
Nell'ordinanza comunale c'è chiarito che hanno tutti
quindici giorni, a partire da ieri - responsabili del
cantiere e privati - per consegnare relazioni tecniche che
possano chiarire la situazione ed evidenziare eventuali
responsabilità. Dopodiché sarà il Comune stesso a decidere
il da farsi, ovviamente a partire dagli interventi di messa
in sicurezza.
Storia già vista, insomma. Esattamente due anni fa (era
marzo 2005) un'emergenza in fotocopia aveva colpito alcune
famiglie di via delle Fucine 4, la strada che collega sempre
piazza d'Alaggio con via del Molo. In quel caso i danni
erano stati provocati dagli scavi del cantiere di Bofill
(oggi completato). Sulla scia di quell'emergenza, tra
l'altro, che in poche settimane provocò una sorta di effetto
domino dell'ansia tra i residenti, nacque un comitato di
quartiere denominato "Un porto per vivere" per tutelare gli
abitanti e chiedere di coinvolgerli di più nelle
pianificazioni urbanistiche della zona. Ora - è facile
prevedere - quello stesso Comitato dovrà riattivarsi per via
Pavese.
Dario Freccero
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