“Sei sempre quello della pietra e della clava, uomo del mio tempo…” Scriveva Quasimodo e, per la ferocia, è proprio così, ma lo è anche negli aspetti più quotidiani e sereni.
MARGHERITA PIRA |
Dopo la sbornia di impegno politico e ideologico della ultime settimane, abbiamo tutti bisogno di rilassarci e di riprendere contatto con i particolari inutili e leggeri che, forse, sono una cosa cui val la pena di dare importanza.
Ecco una notizia serena.
Il passato risorge in forma nuova e concilia i vecchi sognatori del tempo perduto e i giovani rampanti tecnologicamente progrediti.
Ciò in tanti settori, anche nei giochi.
Qualcuno, non più giovanissimo, ma non solo tra i PPC ( Pronti Per Crisantemi ), qualcuno, ripeto, ricorderà le bamboline di carta da vestire o i soldatini o i mattoncini della Lego.
Scomparsi?
No. Tecnologizzati. Tuttavia l’idea di base è sempre la stessa.
Forse è vero che la natura umana, nei suoi aspetti chiave, è sempre la stessa.
“Sei sempre quello della pietra e della clava, uomo del mio tempo….” Scriveva Quasimodo e, per la ferocia, è proprio così, ma lo è anche negli aspetti più quotidiani e sereni.
Le “bamboline” erano sagome di carta che venivano proposte assieme a un catone su cui erano stampati i vestiti.
C’erano modelli di vestiti svariati. Si andava dal grembiulino tipo scuola e ufficio all’abito elegante per le occasioni importanti.
Le bambine ritagliavano con le forbici gonne, borsette, abiti e poi li mettevano sulle bambole grazie a linguette che, ripiegate, facevano aderire il modello alla sagoma.
Ora le modalità sono cambiate,ma la base è sempre uguale.
Ora esiste un sito ( Stardoll.com ) che offre il vecchio gioco delle bamboline in chiave informatica.
Viene offerta una schermata in cui vi è una figura di personaggi famosi.
Di solito si tratta di attrici, attori, cantanti o altre celebrità.
Il giocatore ( ma si tratta più frequentemente di giocatrici ) trascina col mouse gli abiti che sono contenuti nell’armadio sulla destra dello schermo sulla figura e il gioco è compiuto.
Si può, a piacimento, truccare il personaggio, cambiargli il colore dei capelli, fornirgli accessori, arredargli la casa.
Se poi si è stufi di preoccuparsi di personaggi famosi, si passa a “MeDoll” personaggi che spesso sono proiezioni del giocatore – giocatrice. E’ infatti possibile scegliere tra diverse forme di viso, colore di capelli ….
Anche in questo caso, si può liberamente vestire la figura virtuale, truccarla, arredarle la casa e altro ancora.
Ci si iscrive a “Stardoll” ,si comprano i vestiti e si paga alla cassa pagando con stardollari .Otto stardollari valgono un dollaro vero.
L’unica bambola reale in grado di resistere a queste potenze virtuali è la vecchia Barbie di cui io ero fiera nemica ai tempi dell’infanzia di mia figlia perché pensavo che veicolasse un’immagine sbagliata della femminilità.
Adesso la Barbie mi sembra una presenza un po’ frivola, ma almeno vera .
L’articolo da cui ho appreso queste notizie ( da Repubblica 17 febbraio ) parlava anche di altri giochi caduti in disuso tipo i pezzi della Lego, i famosi trenini ( che entusiasmavano più i genitori che i figli ), le macchine telecomandate.
Roba da collezionismo, che tra l’altro fiorisce, ma non dà gli utili dei tempi passati.
La Lego cerca di salvarsi con i robot programmabili attraverso il computer, ma negli ultimi anni ha perso mezzo miliardo di dollari.
Dico la verità che quando ho letto l’articolo mi sono rattristata e ho rimpianto le bamboline di carta ( prima di me c’erano quelle fatte con le foglie essiccate del mais ) poi ci ho ripensato.
Penso che sia inutile restare ancorati a un modello di vita che non è più attuale.
E’ finito. Salviamolo nel ricordo e soprattutto salviamone i valori essenziali.
Per tutto il resto è opportuno adeguarci.
Un mercato che tira è un bene collettivo che porta lavoro e benessere
OK dunque alla riconversione, ma se trovate una vecchia bambolina di carta, vi prego, non buttatela via.
Margherita Pira