Margherita, Boffa vince a tavolino IL SECOLOXIX
blitz di rosario monteleone
Sfiorata la rissa: i dissidenti, guidati da Garassini, contestano. Alfio Minetti si è dimesso
MARGHERITA allo sbando. Il coordinatore provinciale Alfio Minetti se ne va sbattendo la porta dopo una lite furiosa con Chicco Garassini. Lascia l'incarico e anche il partito: «Ho dato le dimissioni e non ho altre dichiarazioni da fare», ha detto seccamente ieri sera.
E' questa la conseguenza del durissimo scontro - con la contestazione di alcuni iscritti - andato in scena nella sede del partito in corso Italia, mercoledì pomeriggio, alla presenza del coordinatore regionale Rosario Monteleone. Dal punto di vista politico, Piero Biamino ha terminato la sua corsa e il prossimo segretario - salvo clamorose sorprese - sarà Michele Boffa. E' questo l'ultimo atto della guerra che ha travolto il partito di Rutelli in Liguria, ma anche a Savona. Mercoledì pomeriggio, si diceva, è sceso in città, nella sede di corso Italia, il coordinatore regionale Rosario Monteleone. Doveva incontrare il comitato di garanzia del partito savonese, ma si è trovato di fronte anche ad una decina di semplici iscritti, capitanati dall'ex presidente della Provincia Garassini, decisi a contestare la sua decisione di affidare la guida del partito al consigliere regionale Michele Boffa, ex assessore provinciale ed ex sindaco di Millesimo. Una decisione che è stata presa nell'ambito della "pax romana" imposta un paio di settimane fa dai dirigenti centrali del partito dopo mesi di guerra senza quartiere a Genova, ma non solo.
Si diceva di Boffa: dopo quanto accaduto, lunedì sarà il comitato di garanzia a spostarsi a Genova per incontrare Monteleone. Ormai scontata la sua nomina, il comitato di garanzia dovrà indicare il direttivo sulla base di una spartizione che Roma ha indicato in questa misura: il 60% della rappresentanza ai rutelliani-diniani (fanno capo a Monteleone e Paladini), il 40% agli ex popolari che fanno riferimento a Massimiliano Costa. Boffa è stato scelto come segretario di garanzia, non essendosi mai schierato da una parte o dall'altra, nè col cosiddetto "Tgb" (Biamino, Tuvè, Garassini), nè con il gruppo degli "amministratori". Va da sè che in questo modo il congresso provinciale in programma per fine mese si svuota di significato, così come le assise comunali: si discuterà della nascita del partito democratico, mentre gli organismi dirigenti saranno scelti - forse per acclamazione - sulla base della spartizione effettuata a tavolino.
Come si diceva, è stata Roma a volere questa soluzione, dopo le troppe liti liguri: la mozione al congresso nazionale sarà unitaria e unitarie, quindi, devono essere le indicazioni anche a livello periferico: questo è quanto i ras liguri si sono sentiti ripetere sino alla nausea dai dirigenti centrali della Margherita. Se questo quadro sarà confermato, Biamino, pur convinto di avere dalla sua la maggioranza schiacciante delle tessere, ne esce sconfitto. Ed è per questo che il gruppo capitanato da Garassini, mercoledì, si è ribellato. Da lìè nato lo scontro verbale durissimo con Alfio Minetti, deciso ad imporre il rispetto delle regole dal momento che l'incontro era riservato alla commissione di garanzia. Tra i due sono volate parole grosse e il coordinatore, alla fine, ha deciso di lasciare. La commissione di garanzia è formata da Stefano Roascio, Daniele Buschiazzo, Carlo Scrivano, Patrizia Valsecchi, Piero Biamino e Rodolfo Margheritino. Cosa farà ora il partito è difficile dirlo. Anche a Palazzo Sisto il clima è quello che è: il sindaco Berruti ha stretto una recente alleanza con Giuseppe Casalinuovo e Livio Giraudo - entrambi in odore di promozione - che suona tanto a bocciatura dell'architetto capo Luciano Campagnolo, ma anche dell'assessore all'urbanistica Rosario Tuvè (uno dei padroni del partito e sino all'altro giorno alleato di Biamino. Ma fedelissimo di Monteleone). Il sindaco, anzi, avrebbe chiesto a Minetti la testa dell'assessore, senza ottenerla. Un bel cambiamento di orizzonte dopo quanto accaduto appena pochi mesi fa, nel giugno 2006, quando per scegliere Tuvè ai danni di Giraudo Berruti arrivò alla rottura con Bertolotto.
Antonella Granero


09/03/2007