DICIAMO la verità: che le donne contino ancora pochino,
almeno in politica, lo si è capito quando nè in Provincia,
nè a Savona - comune capoluogo - i partiti (centrodestra o
centrosinistra non fa differenza) hanno candidato una donna
per la leadership. La strada da fare è ancora tanta: per
dirne una, in giunta a Palazzo Sisto, gli assessori sono
nove e la donna una soltanto, Lucia Bacciu.
Perché? Perché gli uomini non le scelgono. E perché loro, le
donne, decidono di fare altro. Altro dove, invece, contano e
molto: la dimostrazione arriva se si va a guardare da vicino
quei settori nei quali conta la preparazione, lo studio,
l'impegno quotidiano, la grinta e la determinazione. Lì,
allora, le donne arrivano prime. Per questo il Secolo XIX,
in collaborazione con la Provincia, nel giorno della festa
della donna ha deciso di selezionarne e indicarne alcune.
Certo non tutte, ma un quadro che può servire a dare l'idea
di ciò che si muove in provincia: chiamiamola, per gioco,
una geografia del potere rosa in salsa locale.
Da anni, Savona è in testa alle classifiche nazionali sulle
imprese a guida rosa. Non è tutto oro quel che luccica:
spesso i settori di pertinenza, a ben guardare i dati, sono
quelli dove la mortalità delle imprese è maggiore e la
possibilità di riuscita più rara. Una spia, anche, della
difficoltà a fare altro. Ma tant'è. I numeri ci sono e non
sono da buttare. Oltre ai numeri, poi, ci sono anche i nomi.
Nell'élite dell'economia savonese che conta le donne ci sono
e sono tante. Nel turismo sono delle autentiche regine le
donne di casa Mamberto e di casa Cappelluto. Ma è ormai
"padrona del vapore" anche la seconda generazione delle
famiglie imprenditoriali savonesi: Raffaella Orsero ha preso
il timone che era stato del padre. Ma anche Lorenza Delle
Piane, Maria Cristina Mallarini, Francesca Accinelli e
Federica Bagnasco hanno ormai conquistato ruoli di primo
piano.
La Accinelli, tra il resto, ha ricoperto tutti i ruoli che
contano negli organismi di categoria: ha organizzato il
convegno di Santa Margherita - sancta sanctorum
dell'economia italiana- è stata presidente dei giovani
industriali savonesi e liguri, ma anche presidente regionale
della piccola industria. La Bagnasco le è succeduta come
presidente dei Giovani industriali savonesi. Per restare nel
campo dell'economia e dell'impresa, Laura Gengo guida un
colosso della cooperazione locale come Cooperarci, trecento
lavoratori e otto milioni e mezzo di fatturato. Ma la
cooperazione aveva chiamato anche Sara Vaggi alla guida di
un'altra importante cooperativa sociale come Il Faggio,
seicento lavoratori.
Nell'arte le donne si stanno facendo largo anche nel piccolo
e in fondo misogino mondo locale: a parte Milena Milani -
ormai un mito - si affermano nomi come quello di Rosanna La
Spesa, di Graziosa Bertagnin, ma non solo. Il teatro
savonese, poi, è donna: Simona Guarino ha conquistato la
ribalta nazionale, ma con lei è cresciuta una generazione
che comprende anche Annapaola Bardeloni e Paola Bigatto.
E' donna il prefetto Nicoletta Frediani, è donna il
direttore della Banca d'Italia Elsa Ferrua. Rosa è anche la
guida dell'Inail, con Alessandra Lanza, e dell'Agenzia delle
entrate, con Daniela Paola Cammilli. Il sindacato, ambiente
considerato tradizionalmente maschile, lo è ancora di più: è
donna il leader regionale della Cgil, la savonese Anna
Giacobbe, ed è donna anche il segretario provinciale della
Cisl, Maresa Meneghini. E' donna il direttore del Cesavo,
Anna Maria Camposeragna. E in Tribunale uno dei magistrati
più radicati in città e più autorevoli è Fiorenza Giorgi.
Nella scuola, il potere è donna: al liceo Della Rovere il
timone è nella mani di Gabriella Rosso. Allo scientifico in
quelle di Gabriella Viganego. La direttrice didattica più
amata e nota, in città, è Angela Debolini. Mentre Augusta
Molinari, docente di storia contemporanea, è presidente del
corso di laurea in Scienze della Comunicazione al Campus di
Legino. E da qualche mese, alla guida dell'ex
provveditorato, è arrivata la genovese Carla Barzaghi. Alla
Asl, il numero tre è Claudia Agosti, direttore sanitario, ed
ha un ruolo chiave Paola Pregliasco, direttore del
dipartimento assistenza e riabilitazione. Così come al Santa
Corona di Pietra il direttore amministrativo è Graziella
Baldinotti Tizzoni.
Alla Camera di commercio, dopo il pensionamento del
segretario generale Anna Rosa Gambino, c'è comunque il
vicesegretario, Costantina De Stefano. Alle Opere Sociali,
la rivoluzione rappresentata dalla presidenza di Donatella
Ramello - prima donna alla guida del secolare e compassato
istituto - si è in qualche modo accompagnata all'arrivo
anche del direttore Antonella Moretto.
E' questo, delle Opere Sociali, però, l'unico caso dove la
"benedizione" politica ha promosso una donna. Nelle società
partecipate di Comune e Provincia non ve ne è traccia,
infatti, così come - o quasi: si contano sulle dita di una
mano - negli organismi elettivi di Camera di Commercio
(Marinella Fasano è membro del consiglio) e Fondazione De
Mari Carisa (Cecilia Chilosi e Maria Cristina Mallarini
siedono in consiglio di indirizzo). Con ciò si torna dunque
ai meccanismi della politica. Declinati al maschile,
rimangono praticamente l'unico settore dove le donne
faticano ad emergere. La più rosa è sicuramente la
Provincia: è donna il vicepresidente Lorena Rambaudi e sono
donne altri due assessori, Carla Siri e Teresa Ferrando. Ma
il resto è un pianto, o quasi. Forse è ora di cambiare,
nell'interesse di tutti. Il punto, però, è come.
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