Nel 2004 , in Italia  c’è stato un volume di giocate  di 23 miliardi di  euro pari al 2% del pil  con un coinvolgimento di 30 milioni di italiani e lo Stato  ha deciso di sfruttare a fondo questo boom.  Oltre agli  intramontabili  lotto, enalotto, totocalcio, gratta e vinci  ecc.  ora,  dopo averli combattuti per anni,  ha reso legali e  gestisce  i video poker.

 Ma il vero business  sarà  la gestione del gioco digitale,  internet, telefono, tv .

Si potrà scommettere su tutto:  da chi sarà il prossimo Papa ( favorito il nigeriano Francis Grinze dato  a 3.7 seguito da  Dionigi Tettamanzi a 4.8) a  chi vincerà il prossimo festival di Sanremo  e a  chi sarà la prossima miss Italia. 

 E’ già partita la corsa dei privati per accaparrarsi  il mercato,  che nel 2004 e’ aumentato del  38 per cento. 

E ora arriva anche Betfair  (www.betfair.com),  la società emergente delle scommesse online e diventerà  di moda  scommettere  sugli indici azionari. Si potrà scommettere  sul calo o il  rialzo  dei titoli , sulla variazione degli indici di borsa , naturalmente tutto tramite  internet.

Come se non bastasse, si pensa di dare via libera a nuovi  Casinò  e le richieste dei comuni sono  numerose ; tempo fa anche Carcare aveva fatto richiesta di aprire una casa da gioco.

 Alcuni  dirigenti dei monopoli di Stato  hanno dichiarato che bisogna accontentare la voglia di gioco degli italiani , ma può una malattia  delle scommesse , la ludopatia, diventare  una voce delle entrate statali ? 

A parte qualche  piccolo accorgimento  per limitare la malattia , come quello introdotto nei video poker, in cui  il giocatore non potrà affidarsi esclusivamente alla buona sorte ma dovrà dimostrare abilità, non si va oltre le solite  dichiarazioni : da noi e’ un fenomeno molto ridotto o   "legalizzando le scommesse  si tutelano  i soggetti disposti a giocarsi tutto "

  Nel frattempo, in  queste settimane,  il ritardo del  53 sulla ruota di Venezia ha provocato  parecchie tragedie.  Vicino a  La Spezia  una signora si e’ suicidata  per aver perso tutto  puntando  sull’uscita del numero.

 Anche a Savona parecchie persone hanno mandato in fumo i loro risparmi. Qualcuno anche la vita.

 E in questi giorni  il Codacons chiede  il ritiro del numero, ravvisando  nella psicosi del 53  alcuni reati: dal  concorso in istigazione al suicidio, a violenza privata, istigazione all'usura, truffa commerciale, concorso in bancarotta famigliare e  concorso in abuso della credulità popolare. 

Dalluno Anovanta