ARRENDERSI….ALL’EVIDENZA?

Il Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky

C’è un aspetto nella guerra dell’Ucraina molto pragmatico che fa davvero pensare: come mai non si arrendono e cessano di farsi bombardare?
Perchè in fondo l’altra domanda è Zelensky e gli affaristi di Kiev pensano di poter vincere?
Le risposte sono già nelle domande incluse.
Ci sono almeno due aspetti:
1) La popolazione è prigioniera (russi a parte) di quella parte nazionalista e nazista che per svilupparsi nel tempo e organizzarsi in battaglioni paramilitari contro il Donbas ha avuto l’aiuto materiale in armi e mezzi degli americani, ma non solo. Quindi c’è una cultura furiosa, violenta cresciuta, anzi “allevata”, che non fa mediazioni e contro i russi trascina chi invece è tranquillo, pacifico e vorrebbe non fuggire, continuare la vita di sempre.
2) Il mondo intero sa che gli Ucraini soccomberanno prima o poi in questa guerra
Il loro presidente che comico o meno, fa il magnifico anticomunista da testosterone invitando la Nato a combattere pare proprio che si costruisca un futuro da “mito eroico”. C’è una narrazione fatta da tutti i media televisivi che trovano polpetta succosa la guerra da raccontare con tutti i pruriti da provocare insistendo sulle immagini di bambini o donne che piangono, gente che scappa da casa con due valige. Questa guerra continua sorretta proprio per narrazione mediatica per creare un’etica del martirio, di sacrificio a causa dei russi brutti e cattivi, mentre l’occidente civile organizza i muscoli militari.

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Troppo semplice dire: MI ARRENDO e smetto combattimenti senza futuro.
Questa mia interpretazione non vuole con ciò giustificare le azioni di Putin, ma mi pare buon senso, se non puoi vincere fermati eviti morti e distruzioni inutili!
Del resto ormai ogni TG, ogni giornale ha inviati e siamo inondati da filmati, articoli e pagine dedicate a questa guerra mentre Draghi e Di Maio e Letta si stanno adoperando senza neppure passare da un dibattito parlamentare, per altre spese militari per l’ennesima “missione di pace” che segue l’aver preso il comando in Iraq(4.500 uomini e mezzi) e a tutte le altre in giro per il mondo decise sia per ossequio alla Nato, sia per protezione degli investimenti fossili dell’ENI ( prima Afganistan, Libano, Nigeria, Libia, Romania, Lituania, ecc)
E mentre ormai si vedono titoli di coda per il virus neanche ci pensano a togliere il Green Pass, anzi addirittura proibendo di lavorare a chi non ce l’ha qui in casa nostra e la guerra funziona da perfetto elemento di distrazione di massa.
Così ogni volta che parte un F-35, una nave, un sistema per Cyber guerra tecnologico italiano costruito dai nostri cantieri navali, da Leonardo o Selenia o Oto Melara, con giovani militari pagati dalle nostre tasse, chiude “giustificatamente” un ospedale pubblico, un Pronto Soccorso.
Il che significa che non basta più chiedere lavoro, reddito e migliori condizioni, ma serve un progetto di società futura completamente ripensato, un piano basato su territori e non su scambi finanziari o commercio internazionale (o non solo, ma nel tempo deciso)
Ma anche avranno danni le aziende italiane che commerciavano in quella regione granaio, ricca di carbone e minerali e anche energia fossile ed in cui esportavamo anche prodotti alimentari e manifatture
Quindi spero che le manifestazioni popolari in tutta Italia previste contro la guerra siano anche un MOMENTO DI RICOSTRUZIONE DI UNA OPPOSIZIONE ORMAI INESISTENTE ISTITUZIONALMENTE fra i partiti, tutti abbracciati a questo governo indegno GESTITO con pizzini scritti e obblighi di fiducia per cui devono solo eseguire ordini.
Il generico: NO ALLA GUERRA non è più sufficiente, servono discriminanti e decisioni partecipate.
Non siamo al collasso dei prezzi dell’energia perchè Putin fa la guerra, ma dipende da scelte fatte nel tempo dei vari governi di dx o sx da anni, che non hanno davvero progettato cambiamenti di politica energetica e lo stesso PEN è ridicolmente ancorato alle fossili, mentre si parla di green del metano. L’autonomia e la democrazia energetica sono una chimera da tempo invocata.
Prefigurare un modello sociale diverso con l’uomo al centro e i beni comuni difesi è possibile, dove il lavoro non sia in contraddizione con le persone, l’ambiente e le produzioni abbiano utilità concreta
La misura è colma, l’ipocrisia mediatica e dei partiti non deve anestetizzarci facendo credere che manifestare sia inutile in un gioco mondiale dove mercato e capitale mescolano le carte.
Scendiamo in piazza per una Società della Cura di tutti, dove i beni comuni siano al centro e la vita umana difesa.

Gianni Gatti                             Savona, 26/02/2022

 

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