Aridatece “er puzzone”

Aridatece “er puzzone”
Uno qualunque quelli fortunatamente non ci mancano

Aridatece “er puzzone”
Uno qualunque quelli fortunatamente non ci mancano
Monti Dracula (da Catania politica)

Giuro che questo pezzo ho cominciato a scriverlo già all’inizio di questa nuova parentesi politica ma ho aspettato a mandarvelo in attesa dei fatti prima di criticare a prescindere.

La scorsa settimana sono stato però preceduto sullo stesso tema da una delle più note firme di queste pagine, segno che l’argomento è sentito; spero si continui, spesso le buone idee sono nate dal libero pensiero dei pochi che non hanno voluto portare il proprio cervello all’ammasso.

 Ho aspettato anche sperando di sbagliarmi ma sbagliavo a sperarlo, già il giorno dell’insediamento del nuovo governo girava infatti in rete una vignetta che sintetizzava i timori su quello che presumibilmente sarebbe stato il suo programma, il fatto che sia una neppure troppo velata rappresentazione dei piaceri di Sodoma mi costringe a censurarne la pubblicazione, ed è un peccato perché azzeccava le previsioni. 

Anzi nel frattempo la situazione parrebbe pure essere peggiorata, se non altro perché nella prima versione sembra che il cagnolino di famiglia si limitasse ad osservare incuriosito la scena, oggi  invece pure lui si offre nella strana posizione dei suoi cari mentre ascoltano le “misure urgenti ”;  per la verità verrebbe da dire che più che urgente la misura è colma. 

Emergenza e rigore sono state le parole d’ordine che hanno fatto scendere di cattedra il Professore di turno, il quale a sua volta ha costretto a sloggiare dal palazzo Lui che finalmente potrà godersi in santa pace i suoi passatempi preferiti. 

Improvvisamente gli eventi hanno svegliato molti degli addormentati nel sogno europeo che sono stati costretti ad accorgersi con stupore di come nella terra promessa stavamo nuotando nella indovinate cosa,  tutti avvertiamo una forte puzza di depuratore ma una volta tanto quello che purifica le nostre cosine non ne è la causa.  

Oggi ci raccontano che è colpa nostra perché abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità, è vero, sembra infatti dimostrato che nelle penisole meridionali di questo vecchio continente le moltitudini nuotino nell’oro, negli sfarzi e nel lusso, e non già in quella amalgama maleodorante di cui oggi ci minacciano una ulteriore alluvione. 

L’esempio della Grecia è nello stesso tempo emblematico e drammatico: emblematico perché gli eredi di quelli che la democrazia hanno inventato sono stati costretti a rinunciarvi dai creditori, dagli analisti e dagli strozzini, il tutto sembra con il prezioso aiuto di prestigiosi consulenti finanziari globali in carriera; drammatico perché sulle rivolte di quelle antiche popolazioni, ricche ormai solo di storie lontane, è calato il silenzio quasi a giustificare il timore legato ad un eventuale effetto di emulazione continentale. 

Il nostro fortunatamente è un paese molto più importante che come tale sembra in grado di schierare un’arma potentissima capace di fare finire nel letame l’intero continente, un’arma di distruzione di massa in chiave finanziaria così letale che purtroppo i nostri generali hanno paura ad usare. 

Il Professore di turno nel suo discorso introduttivo ha tentato di cavarsela sostenendo di non essere espressione dei poteri forti, bisogna credergli sembra infatti assodato che il capo della Spectre fosse il gatto, tuttavia se alcuni tra quelli che ha invitato nel suo gabinetto non rappresentano i poteri forti viene da chiedersi se questi misteriosi consessi esistano realmente e dove si nascondano, forse nelle bocciofile? 

A proposito, se chiamano gabinetti gli organismi che ci governano  perché allora non usare anche sinonimi più popolari?  Avrei una risposta ma ve la risparmio, si intuisce. 

Per favore Signor Professore una volta riunito il suo gabinetto tagli pure, cucia o faccia quel che deve fare in un luogo del genere per soddisfare i bisogni di mercati, mercanti, banchieri e strozzini, ma per cortesia non ci afferri per la parti molli in questa maniera, conservi almeno un minimo di rispetto per l’intelligenza, magari poca, ma che ancora ci resta anche se usciamo soltanto da misere scuole di provincia o da modeste università  pubbliche.

I ministri

 Alcuni, anche se ancora molto pochi in verità, sostengono che oggi siamo finiti in questa palude anche perché eserciti di economisti, professori di famosi atenei, politologi, guru, santoni, e predicatori di tutte le risme non si sono accorti di quello che andavano costruendo con il loro sommo sapere e oggi sperano così di cavarsela asserendo che forse avevano sottovalutato alcuni aspetti negativi delle dinamiche dei mercati. 

Per spiegare lo stesso concetto i militari, più usi alla sintesi, dopo i bombardamenti sono soliti parlare di danni collaterali se alcuni colpi hanno mancato il bersaglio e il conto lo ha pagato qualche innocente che passava per caso, o peggio giocava, nel posto sbagliato.

 

Tempo fa ci insegnavano che uno dei cardini della democrazia risiede nel fatto che nessun potere è assoluto e che gli abusi dell’uno sono controllati, mitigati od addirittura  repressi dai poteri dell’altro; evidentemente a qualcuno questa idea non garbava troppo e così si sono studiati un sistema fondato principalmente sulla oscura ed insindacabile sovranità di chi non si capisce bene, un’ombra che oltretutto non è neppure responsabile dei danni che provoca; su questo stesso tema Lui, al confronto, è paragonabile soltanto ad un semplice dilettante allo sbaraglio.  

Da perfetti ingenui abbiamo sempre, o meglio quasi sempre, creduto che il conto lo dovesse pagare chi avesse causato il danno; i nostri amici al contrario lo stanno presentando alle vittime perché non sanno, o forse fingono di non sapere, chi siano i responsabili; di certo una ottima idea di riforma della giustizia. 

Lasciate perdere per favore la democrazia e le sceneggiate che mandate in onda nei parlamenti comunitari e nazionali, prendiamo atto da chi, o da cosa,  siamo realmente governati e mettiamoci il cuore in pace, la mano al portafoglio, ed infine offriamoci a queste nuove divinità nella giusta angolazione suggerita dai vignettisti. 

Ha detto che il rigore si coniugherà con l’equità, non ne dubito il Prof sembra persona seria, temo però che questi sommi sacerdoti coltivino concetti di equità diversi da quello dei comuni mortali, basta leggere la manovra e capire che la parte preponderante del gettito si scarica su quella aliquota di plebe che è sempre maggioranza nel dare ma che resta incontrastata minoranza nel possedere. 

Dopo un momento di illusione vi siete così accorti in molti che per il nuovo gabinetto, pur  piastrellato a nuovo e con igienici di prima qualità, equità è una parola priva di senso; per rimediare all’errore sembra si siano giustificati con l’urgenza di provvedere, ma quella dell’inferno subito e il paradiso domani è storia tanto vecchia, e ripetuta tante volte, che ormai nessuno vi presta più fede. 

L’insieme di urgenza e gabinetto mi spingono ad una riflessione profonda che però forse è meglio lasciare perdere. 

A proposito di pensioni la nuova dottissima ministro ha affermato una verità sacrosanta circa l’iniquità dei trattamenti pensionistici tra vecchie  e nuove generazioni; una ingiustizia che deve essere colmata, difficile darle torto, tuttavia è la soluzione che lascia perplessi. 

Un inciso di antropologia per cercare di meglio capire meglio il senso di questo argomento: in alcune tribù di selvaggi se i vecchi non avevano più denti li lasciavano morire di fame, una perfetta sintesi tra economia del sistema tribale, conti previdenziali in ordine, e moneta solida; sono però esistite anche tribù dove tutti quelli ancora con i denti masticavano per i vecchi del villaggio e li imboccavano; in verità come esempio fa un tantino schifo ma  probabilmente queste ultime realtà erano un pelo più eque anche se forse economicamente più ballerine. 

Nella nuova e più giusta società del contributivo invece o hai versato abbastanza per comprarti una dentiera oppure potrai crepare tranquillamente di fame; un genere di futuro che sarà certamente assicurato per le giovani generazioni che avranno soltanto in funzione di quanto hanno dato, a sua volta funzione di quel nulla che hanno ricevuto con quel lavoro che sovente non hanno trovato.

Il Ministro Fornero

Fatevi due conti ragazzi voi la dentiera non potrete permettervela neppure di seconda mano, o per essere più precisi di seconda bocca, ad onta del patto fra generazioni che vi stanno millantando; state in campana perché sfilano moneta sonante ai vostri padri e ai vostri nonni, che oltretutto spesso contribuiscono a mantenervi, ma in cambio vi offrono solo belle parole e chimeriche promesse. 

Ricordo un inno goliardico all’equità, cantilenato nella metrica liturgica, che recitava: “ se il vostro è più lungo del nostro e il nostro è più corto del vostro, tagliatene  un pezzo del vostro “; la ministra deve averlo ascoltato a qualche festa della matricola sotto i portici via Po e l’ha fatto proprio, visto però che di aggiungere a chi l’ha più corto non se ne parla proprio, i mercati non apprezzerebbero, non resta che tagliarne un pezzo agli altri, soprattutto a chi l’ha anche appena di poco più lungo.

Sempre sull’equità prima a quanti chiedevano di più del poco che già avevano veniva risposto che occorreva crescere per potere dare loro qualcosa, ma il sistema è collassato e così hanno tolto persino questa illusione; i dotti economisti la chiamano recessione, le plebi invece ricorrono ad un sostantivo femminile irripetibile benché sia ormai entrato nell’ uso comune.
 
Esistono sul tappeto anche i problemi della ricerca della ricchezza nascosta e dell’evasione tributaria che la accompagna, due chimere con la quale sperano di addolcire l’amaro calice, è tuttavia cronaca recente il lungo elenco dei motivi per i quali i soliti troppi ignoti non possono contribuire al dare, è strano però che nel confezionare il pacco dono a tutti gli altri, categoria alla quale in moltissimi abbiamo la sfacciata fortuna di appartenere, non si siano presentati analoghi impedimenti, distinguo, difficoltà varie o presunte illegittimità.
 
Parola d’ordine equità, e  dunque in suo nome pagheranno subito il conto: 
. Quelli che in pensione già ci sono ed ai quali tagliano l’adeguamento colpendoli così due volte: una prima con l’inflazione che già esiste, e una seconda con quella che si aggiungerà indotta dall’aumento delle imposte indirette, IVA, ICI, accise, bolli, balzelli e rapine di vario genere. Ora è noto anche agli stolti che l’imposta indiretta, apparentemente equa, in realtà colpisce come effetto marginale molto di più chi ha molto di meno, e viceversa. 
. Quelli che speravano di andare in pensione e che continueranno invece entusiasti a lavorare con rinnovata lena e con una produttività senza precedenti fino alle soglie dell’Alzheimer. 
. I giovani che non andranno a sostituire neppure in minima parte quelle cariatidi che troveremo ancora negli uffici, negli ospedali, nelle caserme dei pompieri, nelle fonderie, e nelle università; pare infatti assodato che già oggi nei senati accademici degli atenei esistano problemi di pannoloni del tutto simili a quelli che si presentano nelle residenze protette. 
. Quelli che hanno il privilegio di avere una casa di abitazione pagata con mutui lunghi come una vita e che magari appartengono pure ad una delle prime due categorie; un autentico esempio di sistemi ridondanti: se non funziona con uno certamente ti stango con  l’altro. 
. Quelli che non hanno neppure il privilegio di avere una propria casa di abitazione ma che si vedranno inevitabilmente aumentati gli affitti per motivi che si capiscono anche senza essere economisti di chiara fama. 
. Ed infine anche quei privilegiati, pochi in verità, che hanno sempre pagato il conto senza elusioni evasioni o condoni, e che magari per amor patrio e per dignità non hanno mai voluto battere bandiere di fantasia sulle loro barche o nascondere le loro case in società fantasma..

Non pagheranno il conto tutti gli altri in quanto intoccabili per i più svariati motivi anche se in realtà negli ultimi giorni sembra emergere che i veri responsabili, oltre naturalmente ai soliti aspiranti pensionati, siano tassisti, farmacisti, e giornalai; finalmente abbiamo capito quali siano i veri poteri forti capaci di concentrare immesse ricchezze a tal punto da condizionare i mercati mondiali, le bocciofile non c’entrano.

 Personalmente non la bevo ma credo che questi presunti affamatori di popoli siano in realtà paragonabili a quelli che i sommergibilisti di un tempo chiamavano falsi bersagli, marchingegni che si usavano per distrarre l’attenzione del cacciatorpediniere nemico e per indirizzarne il tiro su obbiettivi fasulli. 
A voi popolo bruto, rozzo, ed ignorante questi saggi ripetono ossessivamente tre cose: 
 
1) Siete nella cloaca, livello al collo.
 
2) Se non fate come vi diciamo certamente vi precipiterete ancora più a fondo, livello tra il mento e  gli occhi.
 
3) A dovere fare come vi diciamo non siamo noi ma i mercati, orde di belve feroci che però possiamo domare le ha definite il Prof,  già ma chi è stato ad aprire le gabbie? 
 
Sempre a voi popolo bruto, rozzo, ed ignorante non resta che scegliere: o credere, obbedire, e non combattere; oppure non credere, non obbedire ma combattere, sia pur con le sole armi della ragione, per scoprire se il  futuro che vi stanno promettendo altro non sia che l’ennesimo espediente per accontentare quei tanti padri di questa nuova patria senza bandiere e senza legge che oggi vi chiedono ancora una volta, e non sarà l’ultima siatene certi, di pagare il salatissimo conto dei loro stessi errori. 
Cari professori di oggi, di ieri, e speriamo non di domani, siamo ormai in molti a non credere più al sole dell’avvenire che continuate a prometterci per farci digerire la progressiva ed inarrestabile privazione di denari, di diritti, di aspettative, di speranze e di democrazia, che ci state propinando, questa profezia l’abbiamo già sentita altre volte in passato e puntualmente non si è mai avverata. 
Ultima goccia nel proverbiale vaso il recentissimo appello di re Giorgio che invita anche i sudditi meno abbienti a contribuire, s’intende in nome dell’equità; forse non si è accorta la Eccellentissima Maestà Vostra che probabilmente molti di loro proprio per l’avere già dato troppo in passato sono in procinto di trasformarsi da semplici meno abbienti a dei veri e propri dei morti di fame ?  
Ci mancava pure questa Sire, ma speriamo almeno che l’abbia pronunciata senza premettervi la consueta viva e vibrante soddisfasione. 
Aridatece “er puzzone”, uno qualunque quelli fortunatamente non ci mancano, e alla prossima.
 
       Hiselo
 
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