Allarmismo sulla discarica del Boscaccio

Reazioni dopo gli articoli pubblicati da Trucioli Savonesi e La Stampa
“Chi fa allarmismo sulla discarica del Boscaccio copia dal meridione”
Dura “scomunica” di Rete Liguria Rifiuti Zero sul “caso Vado Ligure”

Reazioni dopo gli articoli pubblicati da Trucioli Savonesi e La Stampa
“Chi fa allarmismo sulla discarica del Boscaccio copia dal meridione”
Dura “scomunica” di Rete Liguria Rifiuti Zero sul “caso Vado Ligure”
 
Gli allarmismi di Bovero e del sindaco Berruti sono infondati 
L’emergenza per esaurimento della discarica riproduce logiche e strategie già sperimentate nel meridione d’Italia: scatenare l’urgenza, creare ansia nei cittadini e generare le condizioni per imporre la presenza di impianti inquinanti.
I media cavalcano la “notizia” e annullano il tempo e lo spazio per il confronto. Per questo diventa importante la rete e il confronto diretto. Proviamo a guardare i dati. 
Nel progetto di ampliamento della discarica del Boscaccio si legge:

nel 1993 la discarica del boscaccio fu autorizzata per un volume complessivo allocabile di rifiuti urbani di circa 821.000 m3.

Nel 2003 fu approvato il progetto di ” riqualificazione tecnologica e aumento dei volumi” , e la stessa fu autorizzata per un ampliamento di 1.200.000 m3.

 la discarica esistente è quindi autorizzata per una volumetria complessiva di 2.021.000 m3.

Il progetto di ampliamento prevede un aumento netto di rifiuti di 1.615.000 m3.

Alla voce progettuale:

ipotesi di vita dell’ampliamento si legge:

“la vita utile della discarica, sulla base dell’attuale conferimento annuo, è stimabile in circa 9-10 anni dall’esaurimento della volumetria già autorizzata

 Nel progetto si legge ancora:

i rifiuti smaltiti provengono dalla Provincia di Savona, dalla Regione Liguria e anche dalle Province più vicine delle regioni limitrofe oltrechè da Enti privati 

E allora perché si annuncia emergenza? 

Se le potenzialità di ora sono già di 9-10 anni con raccolte differenziate molto basse e non a norma di legge 

se la discarca diventasse DISCARICA DI SERVIZIO di una corretta filiera di raccolta differenziata e riciclo-recupero della materia , la disponibilità di spazio verrebbe perlomeno QUADRUPLICATA. 

Discarica del Boscaccio a Vado Ligure

In ogni caso, come insegna la crisi campana, il rischio di emergenza si supera SOLO con la raccolta diferenziata di qualità ed una corretta organizzazione di industria-commercio-distribuzione per il  riciclo, LE MACCHINE E LE TECNOLOGIE NON SONO UNA SOLUZIONE.

  Noi chiediamo: COMBUSTIONE ZERO- RICICLO TOTALE DELLA MATERIA

per una nuova economia del territorio che comporti conservazione della materia e recupero dei terreni, tutela della salute e creazione di nuovi posti di lavoro utile, un modello che guardi ai rifiuti quale opportunità per ampliare le prospettive future di benessere, in antitesi agli allarmi e ai progetti di sfruttamento che gli amministratori ci vogliono imporre.

Per completezza si ricorda che, soprattutto il Sindaco, dovrebbe preoccuparsi di pensare meno alla discarica e più alla raccolta differenziata che la legge gli impone!

In apertura alla procedura di screening (vedi allegato sotto) si sottolinea il ritardo nel perseguire le corrette percentuali di raccolta differenziata e si descrivono le addizionali economiche conseguenti, addizionali che pagherà il cittadino

La responsabilità è trasversale all’intero arco politico ligure. Devono avviare corrette modalità e strumenti a disposizione della cittadinanza, questa è la soluzione.  

Qualsiasi emergenza non potrà coprire le loro responsabilità!

Potrà solo limitare democrazia e legalità!

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Oggetto: procedura: Screening – Numero pratica: 173-253 . Ampliamento della discarica del Boscaccio di Vado Ligure.   

Esaminando la documentazione progettuale riguardo l’ampliamento della discarica del Boscaccio di Vado ligure, attualmente assoggettato a VIA regionale ai sensi dell’art. 2, comma 4.b), si ritiene osservare quanto:  

 La pianificazione regionale di organizzazione dei servizi di smaltimento rifiuti ed il piano regionale di gestione dei rifiuti.

Grave ritardo nella conformazione della pianificazione regionale dei rifiuti ai dettami comunitari e nazionali.

La normativa nazionale ambientale, e precisamente l’art. 205 del D.Lgs. 152/2006 e la legge n. 296/2006 (Legge finanziaria 2007) prevedono il raggiungimento graduale, almeno del 65% di raccolta differenziata entro il 31 dicembre 2012, fissando i seguenti 6 obiettivi intermedi:

– entro il 31 dicembre 2006 il 35%;

– entro il 31 dicembre 2007 il 40%;

– entro il 31 dicembre 2008 il 45%;

– entro il 31 dicembre 2009 il 50%;

– entro il 31 dicembre 2010 il 55%;

– entro il 31 dicembre 2011 il 60%;

Come esplicitamente ammesso “a livello regionale, risulta ancora lontano l’obiettivo del 35 % di RD sul totale dei RSU che andava raggiunto entro il 31/12/06. (art.205 d.lgs.152/06)”.

Il Codice dell’Ambiente al comma 3 del richiamato art. 205, dispone chiaramente che nel caso in cui a livello di ambito territoriale ottimale non siano conseguiti gli obiettivi minimi previsti dal presente articolo, è applicata un’addizionale del venti per cento al tributo di conferimento dei rifiuti in discarica a carico dell’Autorità d’ambito, istituito dall’articolo 3, comma 24, della legge 28 dicembre 1995, n. 549, che ne ripartisce l’onere tra quei comuni del proprio territorio che non abbiano raggiunto le percentuali previste dal comma 1 sulla base delle quote di raccolta differenziata raggiunte nei singoli comuni”.

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12 novembre 2010 

Rete Liguria Rifiuti Zero
 
DNS – Diritti Natura Salute
Coordinamento Civico Nazionale

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