ALBASOLE GREEN PARK AD ALBISOLA

 ALBASOLE GREEN PARK AD ALBISOLA
SARA’ DAVVERO GREEN?
Le osservazioni del WWF
e la decisione della Regione Liguria

ALBASOLE GREEN PARK AD ALBISOLA
  SARA’ DAVVERO GREEN?
Le osservazioni del WWF
Il 10 maggio la Regione ha assoggettato il progetto a valutazione strategica ambientale
Immagine da LA STAMPA

 A fine anno il Sindaco Orsi aveva lanciato il progetto sulla sua pagina facebook: “Un innovativo progetto di sviluppo sostenibile del territorio. Nel prossimo Consiglio comunale sarà adottato il PUO relativo alla realizzazione di un grande Green Park. Un luogo di divertimento naturalistico, un parco avventura, una rete di sentieri e percorrenze, attrezzature sportive e spazi per i bambini. Tutto senza volumi residenziali! Sarà il più grande green park italiano”.

Il progetto è finanziato esclusivamente da privati; l’area dove dovrebbe sorgere il parco è di proprietà della «Il Garofano Srl», posseduta all’82% dalla Castiglia Costruzioni, impresa emergente della Valbormida che realizzerebbe anche il progetto.

 

In teoria potrebbe sembrare un’ opera molto interessante ed ambiziosa, sia per il territorio  e l’entroterra di Albisola Superiore sia per i paesi limitrofi.

 

Sollecitati da alcuni lettori, Trucioli savonesi ne ha voluto sapere di più con l’aiuto delle osservazioni del WWF.

 

DAL PROGETTO

….intervento pianificatore con terra e rocce proveniente da scavi…Il volume complessivo di materiale da conferire sull’area per la realizzazione degli abbancamenti in progetto risulta di circa 400.000,00 mc….

 

OSSERVAZIONE DEL WWF

 

Non si specifica minimamente la provenienza delle terre e rocce da scavo, né la procedura che si intende attuare per il loro conferimento. È fondamentale che tali riempimenti siano di provenienza certa e sicura riguardo la presenza di eventuali inquinanti, considerato che tutto il riempimento di tali materiali andrà ad intercettare un corso d’acqua affluente del sottostante Rio Basco che scorre, per buon tratto, all’interno dell’abitato di Albisola Superiore.

 

 

DAL PROGETTO

…Il distretto di trasformazione individuato occupa un’area in sponda destra del rio Basco a confine con il Comune di Stella, in Località Rio Ispina e Bric Aiè.

L’area risulta morfologicamente adatta ad essere sistemata con l’abbancamento di materiale pulito proveniente da rocce e terre di scavo ed essendo confinante con la vallata di Rio Pian del Pero – Carviurne – Buraxe, particolarmente idonea, a sistemazione avvenuta, alla realizzazione di un’area attrezzata per il divertimento collegata ai percorsi naturalistici esistenti nella vallata.

La dimensione del distretto e la destinazione d’uso finale ad attività ludico-sportive, attrezzature per il divertimento offrono l’occasione strategica per il rilancio del settore turistico di tutto il Comune di Albisola Superiore. Le ricadute possono attivare altri processi di riqualificazione delle aree urbanizzate, sia delle aree naturali dell’entroterra…

 

OSSERVAZIONE DEL WWF

Pare decisamente esagerato l’intervento che andrebbe a sconvolgere un’ampia superficie di territorio, ad oggi del tutto naturalizzata (e non abbandonata, come viene sostenuto dagli stessi attuatori), con enormi quantità di riporti, superiori, addirittura di circa 100.000 mc, rispetto alle quantità di terre e rocce accettate da una discarica delle dimensioni di Scarpino (Genova), in un intero anno solare. L’obbiettivo per tale gigantesca opera è, per contro, un parco divertimenti, situato lontano dal centro abitato, raggiungibile, di fatto, solo in auto, non servito da mezzi pubblici, in un’area per nulla turistica e, che per sua stessa definizione, dovrebbe comunque tendere a sfruttare il più possibile la conformazione originaria del territorio, che altrimenti di “avventura” è difficile parlare. Parte delle proposte ricreative di tale progetto sono, per altro, già presenti in area urbana del Comune di Albisola Superiore. Non mancano, infatti, né i campi da calcetto, né le strutture religiose. Altre non sembrano costituire un’esclusiva tale da risultare competitive, quali i percorsi di cicloalpinismo, che sono già naturalmente presenti su tutto il territorio. Tali strutture potrebbero, assai più sensatamente, con costi inferiori e senza particolari impatti ambientali e paesaggistici, essere introdotte in aree, pressoché pianeggianti (considerato che l’attuale progetto denuncia il problema costituito dalla notevole acclività dell’area), in ambito immediatamente periurbano, come, ad esempio, sono l’attuale zona del golf, o la stessa area di maneggio, in loc. Buraxe di Luceto.

Nel complesso, quindi, tale proposta progettuale, dai costi non trascurabili, pare avere un futuro economicamente incerto, a fronte di un impatto ambientale complessivo (pagato da tutta la collettività, vista la natura di interesse pubblicistico dell’ambiente), decisamente elevato. Resta il dubbio che la vera finalità economica di tale progetto possa essere proprio il notevolissimo abbancamento di terre e rocce, “vendibile” per il loro smaltimento a ditte terze o alle stesse compartecipi alla società.

Immagine da La STAMPA

DAL PROGETTO

Il P.U.O. (Progetto Urbanistico Operativo) prevede pertanto, nel rispetto del Regolamento Regionale recante disposizioni in materia di tutela delle aree di pertinenza dei corsi d’acqua, la rinalveazione (incanalare le acque in un alveo artificiale) del rio Ispina nella posizione indicata degli elaborati grafici e con dimostrazione della funzionalità idraulica e del deflusso senza esondazioni della portata di piena duecentennale ….La reinalveazione comporta pertanto una nuova collocazione del rio e l’utilizzo del sedime attuale per il collocamento del materiale litoide di abbancamento. L’area rimarrà in concessione demaniale fino al completamento delle pratiche di sdemanializzazione…”.

 

OSSERVAZIONE DEL WWF

Il progetto, posto, pressoché interamente, a cavallo di un corso d’acqua che, per la stessa affermazione dei progettisti, collocato in un areale povero di terreno e con frequente presenza di rocce superficiali. Tale conformazione porta a ritenere che tale valletta sia potenzialmente predisposta a subire gli effetti di una potenziale “bomba d’acqua”. Un ulteriore impoverimento della superficie boscata, a seguito della realizzazione di tali infrastrutture  non potrà che far aumentare tale rischio. Si definirebbero quindi possibili scenari di pericolo dovuti sia alla stessa natura turistico-ricettiva dell’opera, sia alla presenza di 400.000 mc di terricci abbancati in quota, sia, infine, alla presenza, appena più in basso, dell’importante arteria stradale pubblica s.p. 334 del Giovo.

 

DAL PROGETTO

…L’area è attraversata da un elettrodotto da 220 Kv Savona-Marigallo, con tralicci posti in corrispondenza dei crinali della vallata del rio Ispina ….si ritiene che prevedere al di sotto dell’elettrodotto solo l’area a parcheggio ed aree verdi con esclusione di attività con la permanenza per più di 4 ore giornaliere delle persone, sia compatibile con la normativa esistente senza procedere ad ulteriori accertamenti in sede di progettazione definitiva.

 

 

OSSERVAZIONE DEL WWF

Nella progettazione di nuove aree gioco per l’infanzia, ambienti abitativi, ambienti scolastici e luoghi adibiti a permanenze non inferiori a quattro ore giornaliere che si trovano in prossimità di linee elettriche, sottostazioni e cabine di trasformazione si deve tener presente il rispetto dell’obiettivo di qualità, ovvero che nelle fasce di rispetto, non deve essere prevista alcuna destinazione d’uso che comporti una permanenza prolungata oltre le quattro ore giornaliere.

 

A tal riguardo appare difficilmente applicabile che l’area adibita come parco avventura garantisca a ciascun fruitore tale limitazione di permanenza giornaliera per l’areale interessato dalla presenza dell’elettrodotto.

 

Nel Piano Urbanistico Comunale vigente, l’area del Distretto di Trasformazione DT5  RIO ISPINA – BRIC AIE’ ricade in zona NO-INS amb (territori Non INSediabili con valore ambientale) del P.U.C

Sono tutte quelle aree che, per condizioni morfologiche, ecologiche, paesistico-ambientali, archeologiche, sono qualificate territorio non insediabile.

Una variante in DT5 risulta in palese contrasto in quanto il regime di non insediabilità ed il regime di protezione e salvaguardia della zona non possono prevedere una così massiccia trasformazione dei luoghi.

 

DAL PROGETTO

 

LA VARIANTE AL P.T.C.P. (PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE)

La variante urbanistica proposta dal P.U.O. si pone forse anche in variante al P.T.C.P limitatamente alla parte territoriale oggi inserita in zona ANI-MA (Aree non insediate a regime normativo di mantenimento) ……

…..L’obiettivo della disciplina è quello di non contrastare tendenze evolutive che possano dare luogo ad un assetto più strutturato della zona, compatibile con una sua corretta configurazione paesistica e funzionale ad una più efficiente gestione delle risorse.

Sono pertanto consentiti quegli interventi che, sulla base di uno Studio Organico d’insieme, determinano l’evoluzione verso un insediamento a carattere diffuso.

 

OSSRVAZIONE DEL WWF

Secondo le prescrizioni dettate dalla Regione Liguria  il versante collinare compreso tra il crinale Monte Pino – Monte Mola ed il fondovalle in località La Pace è un’area molto estesa, con presenza di suoli boscati consolidati. In ragione delle sue caratteristiche tale area si deve confermare come ambito ricadente in regime ANI-MA di PTCP.

Pertanto la disciplina di P.U.C., uniformandosi alle prescrizioni normative di PTCP per tale ambito, classifica come “NO-INS amb” (territori Non INSediabili con valore ambientale)  tutte le zone dell’area suddetta ricadenti in regime ANI-MA, applicando ad esse le prescrizioni normative connesse al regime di non insediabilità.

non è pertanto consentito aprire nuove strade di urbanizzazione, né costruire nuovi edifici, attrezzature ed impianti ad eccezione degli interventi specificamente volti al conseguimento degli obiettivi sopra indicati, purché non alterino in misura paesisticamente percepibile lo stato dei luoghi”.


 

Presenza di aree  boscate

 

Visto che i progetti prevedono la trasformazione dei luoghi con eliminazione di vegetazione boscata e quindi aree naturali e/o in fase di evoluzione verso il bosco, gli stessi sono in contrasto con quanto previsto.

L’obiettivo è quello di favorire l’incremento della superficie boscata e/o di migliorare il livello qualitativo sotto i profili delle funzioni ecologiche, della produttività e della fruibilità ricreativa….

Al contrario di quanto affermato, lo sviluppo arboreo, anche dalle stesse riprese aeree del progettista, è di pregio sia per copertura forestale, che per qualità specifica.

Diffusa è infatti la presenza di leccio (Quercus ilex), una delle poche specie del genere rovere presenti sulla fascia costiera, definibile quale climax. Per altro, la stessa affermazione del progettista (RELAZIONE TECNICA), riguardo all’ormai assenza di segni del passaggio del fuoco, denota una realtà forestale ormai nuovamente riconsolidata in armonia col territorio che la ospita. Tale situazione, considerate le aree percorse dal fuoco nella Regione Liguria e nei Comuni di Albisola Superiore e contermini, è da considerarsi di non comune diffusione e quindi di particolare interesse ambientale e naturalistico.

 

V.A.S (VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA)

 

In base a quanto previsto e contenuto nella vigente normativa in materia di V.A.S. : si ritiene comunque osservare che il presente progetto vista la sensibilità ambientale e la non insediabilità dei luoghi, comporterebbe una trasformazione tale da rendere necessaria una sostanziale modifica ai piani territoriali e/o settoriali sovraordinati e da vincoli derivanti da normative vigenti.

inoltre tale trasformazione comporterebbe un declassamento nel raggiungimento di obiettivi di miglioramento ambientale fissati da PP settoriali e/o sovraordinati, nonché incoerenza con gli obiettivi sanciti a livello internazionale e nazionale nel quadro delle politiche di sviluppo sostenibile

Vincolo paesaggistico.

 

L’area della presente variante urbanistica ricade in zona sottoposta a vincolo paesaggistico il quale prevede che: I proprietari, possessori o detentori a qualsiasi titolo di immobili e aree oggetto dei provvedimenti ….tutelati ai sensi dell’articolo 142, non possono distruggerli, né introdurvi modificazioni che rechino pregiudizio ai valori paesaggistici oggetto di protezione.…I proprietari, possessori o detentori a qualsiasi titolo dei beni hanno

l’obbligo di sottoporre alla regione o all’ente locale al quale la regione ha affidato la relativa competenza i progetti delle opere che intendano eseguire, corredati della documentazione prevista, al fine di ottenere la preventiva autorizzazione.

La realizzazione delle opere edilizie, e relativa viabilità di servizio si configurerebbero in contrasto con le succitate discipline normative di salvaguardia e tutela. La proposta di occupare l’area a regime di non insediabilità, NON deve essere accolta.

 

Tutela delle aree vincolate (aree boscate)

Nelle aree interessate essendo presente vegetazione arborea ed arbustiva in stadio di crescita evolutivo, la zona é riconducibile come boscata e considerato che:

– le zone di particolare tutela paesaggistica come il sistema agricolo-forestale e boschivo, se oggetto di trasformazione, provocano un impatto ambientale incompatibile con l’obiettivo di tutela individuato (perdita di aree naturali e boscate); dovrebbe essere vietato costruire nuove opere edilizie, eseguire opere di trasformazione del territorio che non siano specificamente rivolte alla tutela dell’ambiente e del paesaggio.

 

Presenza di Pietre verdi

Aree caratterizzate substrato riconducibile alle pietre verdi, segnalate per la probabile presenza di minerali amiantiferi (Fonte, portale cartografico Regione Liguria: www.cartografia.regione.liguria.it ).

La Regione Liguria ha predisposto uno studio e relativa cartografia delle aree nelle quali sono presenti concentrazioni di amianti, tali da poter costituire potenziali situazioni di pericolo o da richiedere un controllo nel caso di interventi di movimentazioni prevedendo tra l’altro:

per la realizzazioni di opere edili, realizzazione di scavi, gallerie, etc.. che comportino movimentazioni e sbancamenti, procedure atte ad una maggiore sorveglianza delle possibili situazioni a rischio esposizione a fibre di amianto individuando in particolare alcune fasi di controllo.

 

ELEMENTI DI BIODIVERSITA’

L’area su cui insiste il progetto costituisce un’area non ben conosciuta dal punto di vista  naturalistico. Per questo motivo nella carta della biodiversità della Regione Liguria non sono evidenziate particolari emergenze naturalistiche. Questo ovviamente non vuol dire che tali emergenze siano assenti. Anzi la descrizione della caratteristiche vegetazionali e la presenza di diversi corsi d’acqua fanno ritenere che la località sia particolarmente

importante dal punto di vista naturalistico. Questo avrebbe dovuto spingere i proponenti a far effettuare idonei monitoraggi floro-faunistici e approfondite indagine sugli habitat individuati su base fitosociologia.

 

LA CONCLUSIONE DEL WWF

Si ritiene di dover evidenziare numerosi elementi di criticità che portano a esprimere una richiesta di parere negativo, in relazione alle incidenze negative su habitat, specie, sul paesaggio, riguardo la pianificazione territoriale vigente, in merito alla realizzazione del progetto.

 

LE OSSERVAZIONI  INTEGRALI DEL WWF

 

TUTTI I DOCUMENTI DEL PROGETTO SUL SITO DEL COMUNE

 

ULTIMISSIMA

Il 10 maggio la Regione Liguria  ha assoggettato il progetto a valutazione ambientale  strategica per le seguenti criticità….LEGGI …(le criticità sono scritte in rosso

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