Alassio

 

La foto della settimana/
Alassio, chi sa tace e chi vede acconsente
La “favola” del chiosco in cerca di gestore

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Alassio, chi sa tace e chi vede acconsente
La “favola” del chiosco in cerca di gestore

Alassio – Se avete letto su qualche “foglio di informazione” (carta stampata o via internet) notizie dell’avvincente storia che  racconta di un chiosco-bar stagionale, sulla spiaggia di levante di Alassio, è utile saperlo.  Con questa semplice immagine  scattata  il 23 marzo 2010 (ma ci sono tutte le precedenti) emerge un dato di fatto.

Il litorale alassino, tesoro naturale di inestimabile valore e pregio (messi insieme le concessioni demaniali, pubbliche e private, i chioschi bar-ristoranti, rappresentano  un patrimonio da centinaia di milioni  euro); eppure a volte offre “cartoline” assai poco decorose.

Un decoro, sempre meno praticato nelle aree pubbliche e quasi in disuso. Contrariamente a quando accade in molte altre località  a vocazione ed economia turistica d’Europa. Basta vedere le condizioni delle aiuole e del lungomare.

Prendiamo, ad esempio, proprio questo angolo della spiaggia alassina. Da anni, ormai, la legge della giungla consente di installare ad ogni estate un chioscho. Darlo in gestione al migliore “offerente”, a prescindere dalla durata  e da una serie di fattori basilari. Ad iniziare dalla professionalità e dal “curriculum” del gestore.

Accade così  che ogni anno o quasi arrivi uno nuovo “gerente” a digiuno di competenza specifica. Che bada soprattutto a far cassa e non investe nel “patrimonio” del cliente soddisfatto e contento. Infatti il subaffitto annuale non incentiva la professionalità e la meritocrazia.

L’ultima stagione estiva non era il massimo offrire l’area del chiosco come punto di incontro di vu’ cumprà (maschile, femminile, di minori)  nascondendo, diciamo pure senza che nessuno se ne accorgesse, sotto le palafitte del chiosco, sacchi e sacconi.

A quanto pare la nuova struttura in legno e relativo arredo  (diciamo del costo di 15 mila euro, smontata e da rimontare) dovrebbe ora essere acquistata dal nuovo subgestore. Ma ci sono in corso contenziosi e controversie che si trascinano.

Sarà pur sempre un semplice chiosco, in  una zona comunque assai frequentata anche da stranieri. 

Visto che si tratta di aree demaniali. Visto che sono in concessione anche a Sla/cooperative. Visto che si procede a subaffitti. Perchè non si impone almeno che venga rispettato, nell’interesse dell’immagine turistica  e dei Bagni Marini, un più rigoroso criterio di gestione? Non badando soltanto a far cassa, ma a far si che non diventi un qualcosa di deleterio ed impresentabile.

Ci saranno pure gestori e bagnini di Alassio capaci di dare prova di professionalità, serietà. Perchè ogni anno in quest’angolo di litorale deve andare in scena “lo spettacolo dell’improvvisazione”? Chi dovrebbe vigilare e alla resa dei conti non sembra che lo faccia? C’è qualcuno che antepone i suoi tornaconti di cassa su un’area pubblica? 

Forse, sarebbe utile fare nomi e cognomi di tutti i protagonisti. Di Ieri e di oggi. Insomma far sapere notizie che fino ad oggi non hanno trovato spazio. La Guardia di Finanza, a sua volta, è informata di cosa succede da tempo in questa zona di litorale? Ad opera di chi e per quale ragione? Non sono fatti privati. Il litorale non è fino ad oggi “proprietà privata”, bensì un bene pubblico ed in quanto tale deve rispettare i criteri dell’interesse collettivo.

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