ALASSIO

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Chi di fango ferisce, di fango…

 

 

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Chi di fango ferisce, di fango…

Nelle mie ultime riflessioni affidate al nostro giornale mesi or sono, evidenziavo il clima di tensione che pervadeva la politica alassina, alimentato per lo più dalle sterili polemiche e dagli attacchi personali tra il precedente e l’attuale sindaco.

 Purtroppo devo constatare che la situazione non è cambiata, anzi su di essa si è riversata la bufera dell’inchiesta giudiziaria che coinvolge a vario titolo rappresentanti della maggioranza ed impiegati del Comune e che, anziché essere valutata per la sua reale portata ed indurre a riflessioni sul Bene Comune della Città, viene assunta dai contendenti all’agone politico, quale strumentale pretesto per esacerbare ulteriormente lo scontro personale.

Per mia formazione professionale sono naturalmente portato al garantismo e ritengo che, in relazione alle inchieste penali, non spetti a nessuno, se non alla magistratura, la valutazione delle responsabilità personali in relazione ai fatti contestati.

Tuttavia le circostanze su cui vertono le indagini e le ipotesi di reato al vaglio degli inquirenti impongono delle considerazioni di natura politica che dovrebbero far pensare gli amministratori e, più in generale, ogni soggetto interessato al Bene di Alassio.

Se appare meritevole di apprezzamento la scelta responsabile di chi ha rinunciato al proprio incarico amministrativo presentando le proprie dimissioni, non è chiara la valenza della volontà manifestata con l’auto-sospensione dalla funzione di consigliere comunale, lasciando di fatto ed a tempo indeterminato l’organo rappresentativo privo di un membro eletto.

Pur se formalmente ammissibile a termini di regolamento, appare altresì inconcepibile, a fronte dello sbandierato principio di trasparenza, la scelta operata dalla maggioranza di discutere a porte chiuse ed in segreto la questione in seno al consiglio comunale convocato d’urgenza lo scorso 22 maggio; scelta questa che non ha fatto altro che alimentare quel sospetto sul corretto operato dell’amministrazione che serpeggia nella cittadinanza e che viene strumentalmente fomentato da chi non esita a gettare fango sull’opposta parte politica.

 Ad ogni buon conto, questa amministrazione non può ritenere chiusa la questione ma dovrà necessariamente assumersi la responsabilità politica fornendo delle risposte credibili, prima ancora che ai consiglieri di minoranza, alla cittadinanza alassina che attende da chi la governa, scelte coerenti anche e soprattutto alla luce di quei principi di trasparenza e di rispetto delle regole tanto sbandierati in campagna elettorale.

 Non bisogna dimenticare che l’attuale maggioranza si trova a governare grazie al consenso ottenuto alle urne da parte del 36% degli elettori; se tale percentuale è sufficiente a garantirne l’elezione per il sistema comunale, ciò non significa che gli eletti possano ignorare il pensiero ed il volere del restante 64% degli aventi diritto al voto che non si sono espressi in loro favore.

La verità è che ad un’operazione ben riuscita e premiata in sede elettorale non è conseguita un’ altrettanto efficace azione di governo, poiché il consenso elettorale carpito tramite sistematica denigrazione dell’avversario e persistente vis polemica alimentata a livello mediatico, si è dimostrato effimero ed è crollato in seguito alle divergenze interne di una squadra non coesa su progetti condivisi e realizzabili; di fronte all’evidente incoerenza di chi, dopo aver fatto del rispetto delle regole il proprio cavallo di battaglia, si deve confrontare con controversie amministrative ed inchieste penali che più o meno direttamente importano responsabilità di membri della maggioranza.

Di fronte a questo quadro lo spettatore appare disorientato ed in balia di falsi profeti che non esitano a rimestare nel torbido per scopi esclusivamente personali.

Tutto questo fango non può e non deve riversarsi sulla cittadinanza che già vive giorni difficili nella speranza che una stagione incerta porti un po’ di linfa alla comunità provata dalla crisi.

Considerato che le misure economiche non appaiono ancora sufficienti a scongiurare i pericoli di default, sarebbe opportuno pensare  contemporaneamente ad un risanamento morale che, partendo da un’onesta e sincera riflessione sui valori ed i principi generalmente riconosciuti e condivisi, conduca tutti a ripensare al proprio operato, abbandonando i personalismi, in vista del perseguimento dell’Interesse Comune.

L’augurio “floreat Alaxium” non deve rappresentare il semplice affidamento ad una qualche provvidenza umana o divina, ma comporta l’impegno personale di ciascuno a far sì che la nostra Città realmente sia florida.

Avv. Giovanni Parascosso da L’alassino

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